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Orson Welles: 110 anni dalla nascita di uno dei maggiori cineasti del cinema americano

6 maggio 1915: nasce George Orson Welles, regista, attore e drammaturgo che ha rivoluzionato il cinema statunitense.

Raccontiamo la carriera del cineasta-genio a 110 anni dalla sua nascita.

George Orson Welles nasce il 6 maggio 1915 nel Wisconsin (USA), figlio secondogenito di Beatrice e Richard, una famiglia facoltosa che fin da subito diede al figlio un’istruzione non convenzionale, improntandola sull’arte, sul teatro e sulla musica.

Dopo aver tentato la strada del teatro ed essersi trasferito a New York, Orson Welles debutta nell’emittente radiofonica CBS a soli ventitré anni con il programma Mercury Theatre on the Air, in cui reinterpretava audio di classici o opere letterarie popolari. Con la sua trasmissione radiofonica La guerra dei mondi, il 30 ottobre dello stesso anno, scatenò il panico tra la popolazione statunitense, facendo credere di essere sotto attacco da parte dei marziani, sfruttando le frequenze radiofoniche della vicina NBC.

Nell’agosto del 1939, la casa cinematografica RKO Pictures vide in lui e nel suo insolito esordio un grande talento e gli concesse l’assoluta libertà artistica, permettendogli realizzare quella che ancora oggi è considerata una delle maggiori opere della storia del cinema, Quarto potere (Citizen Kane). Questo film rappresenta il primo soggetto originale scritto da Welles, che venne ispirato dalla figura di William Randolph Hearst, un magnate della stampa.

Citizen Kane è la storia di un’inchiesta fatta da un giornalista di nome Thompson, intento a scoprire quale mistero si cela dietro le ultime parole di Charles Foster Kane, un potente uomo del settore della stampa giornalistica. Solo il pubblico alla fine del film riuscirà a scoprire il significato dietro la vita dell’enigmatico pezzo grosso, lo spettatore è l’unica persona che riuscirà davvero a giudicare e capire la figura di Kane, poiché la storia della vita dell’uomo va a modificarsi di bocca in bocca, senza riuscire a delineare una figura completa. Il film copre tutte le fasi dell’esistenza di Kane, dalla prima giovinezza, all’apice del suo carisma nella mezza età, fino alla vecchiaia, in cui l’amore per l’editoria e per il suo giornale lo hanno completamente assorbito.

Welles fonde elementi teatrali a quelli di un cinema “nuovo”, fatto di nuove regole, di un uso sapiente della luce, del simbolismo intrinseco alle immagini e del montaggio, attraverso la costruzione di inquadrature virtuose, mai viste prima. Punti di vista inediti, flashback a incastro e dissolvenze di luce frenetiche, arricchiscono una narrazione complicata, che si dirama e sviluppa collegamenti man mano che viene ricostruita la vita del giovane Kane.

L’aspetto più innovativo del film è quello del deep focus (la profondità di campo), studiata dal direttore della fotografia Gregg Toland attraverso speciali lenti che gli permettevano di variare la profondità di campo mentre la macchina da presa era in funzione.

Nel 1941, il capolavoro di Welles riceve 9 candidature agli Oscar, vincendo solo quella per migliore sceneggiatura originale insieme a Herman J. Mankievicz. Quarto potere rappresenta una delle colonne portanti del cinema americano classico, un vero e proprio spartiacque che scardina i canoni dell’industria dell’epoca attraverso una rifondazione delle tecniche cinematografiche.

Successivamente, Welles progetta di girare altri film per la RKO, tra cui L’orgoglio degli Amberson (The Magnificent Ambersons) del 1942, tuttavia, in un periodo di incertezza economica e con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, i successivi film non videro la luce, provocando il successivo licenziamento del regista.

Welles tornò al cinema come attore in La porta proibita (Jane Eyre) del 1943 e come regista nel 1948 con La signora di Shanghai, un film che mescola il cinema noir anni ‘40 al dramma americano, in cui recitò anche come protagonista. Anche La signora di Shanghai rappresenta oggi un classico della storia del cinema, che contiene alcune scene diventate cult, come il corteggiamento nell’acquario e la scena dell’agonia di Elsa, composta tutta di primissimi piani.

La sua versione cinematografica di Macbeth del 1948 segna l’addio alla fase hollywoodiana della sua carriera, prima di trasferirsi in Europa e lavorare ad altre trasposizioni di drammi e romanzi, come Otello e Il principe delle volpi. Il suo rapporto con Hollywood fu altalenante durante tutto il corso della propria carriera, dati alcuni brevi ritorni grazie alla casa di produzione Universal Pictures per L’infernale Quinlan. Gli ultimi anni di Welles sono segnati da un premio alla carriera nel 1971 consegnatogli dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, “per la superlativa capacità artistica e la versatilità dimostrata nella creazione di opere cinematografiche”.

I problemi cardiaci portarono alla scomparsa del cineasta all’età di 70 anni. Oggi di Orson Welles ricordiamo l’immensa eredità artistica e una visione dell’arte come atto radicale e profondamente politico, riflettendo su temi come la costruzione mediatica della realtà e la fragilità della giustizia.

Ilaria Perris

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Ilaria Perris

Classe 2003, cinefila, sognatrice e napoletana. Studentessa di cinema e audiovisivo all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Appassionata di letteratura, arte, critica cinematografica e musica. Credo fortemente nel potere e nella libertà della scrittura e della corretta informazione.
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