Addio a Papa Francesco: il Pontefice della misericordia

La sala stampa vaticana ha annunciato la morte del Santo Padre
Papa Francesco è morto: in una nota della sala stampa vaticana è stato annunciato il decesso del pontefice avvenuto alle 7:35 di questa mattina, 21 aprile 2025.
“Questa mattina alle 7.35 il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre”, ha detto il cardinale Kevin Farrell
Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”.
Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, è morto il 21 aprile 2025 all’età di 88 anni, lasciando un segno indelebile nella storia della Chiesa e della società moderna. Primo Papa gesuita e sudamericano, ha incarnato un pontificato all’insegna dell’umiltà, della vicinanza ai poveri e dell’impegno per l’ambiente e la pace.
Papa Francesco, eletto il 13 marzo 2013, ha succeduto Papa Benedetto XVI dopo la sua rinuncia storica. Con uno stile semplice e diretto ha rivoluzionato la comunicazione della chiesa cristiana, rifiutando molti dei simboli del potere pontificio: emblematica è stata la sua scelta di vivere nella residenza di Casa Santa Marta anziché nell’appartamento papale.
Il pontefice, che negli ultimi mesi aveva affrontato gravi problemi di salute, è deceduto alle ore 7:35 di lunedì 21 aprile a causa di un ictus cerebrale fulminante che gli ha provocato un coma e un collasso cardiocircolatorio, così come è stato confermato dal dottore Andrea Arcangeli, Direttore della Sanità vaticana. I funerali si terranno sabato 26 aprile alle ore 10:00 a San Pietro e saranno presieduti dal cardinale Giovanni Battista re – attualmente la salma è esposta nella Cappella privata di Santa Marta.
Insieme ripercorriamo alcuni dei traguardi del pontificato di Papa Francesco: caratterizzato da una profonda tensione tra tradizione e rinnovamento Francesco ha cercato di riportare la chiesa cristiana verso la misericordia, l’umiltà e la giustizia sociale; spesso criticato dai più conservatori della chiesa, sotto la sua guida il cristianesimo si è mostrato più umano e accogliente.
Nell’enciclica Laudato si’ del 2015 Papa Francesco, traendo il titolo dal Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi, dedica l’intero testo alla questione ecologica: vengono descritti i gravi danni ambientali causati dall’attività umana e la terra viene presentata come “nostra casa comune”; è la prima enciclica interamente dedicata all’ecologia e al bisogno di una conversione ecologica globale.
Il concetto chiave di questa enciclica è la connessione tra ambiente, giustizia sociale, economia e spiritualità: non si può proteggere la natura senza difendere anche i più poveri e i più vulnerabili. La questione ecologica è anche una questione di giustizia sociale perché sono proprio i più poveri a pagare il prezzo più alto della crisi ambientale, pur essendo i meno responsabili – l’enciclica ha avuto un enorme risonanza anche al di fuori del mondo cattolico ed è stata accolta con favore da economisti, scienziati, ambientalisti e leader politici e ha ispirato molti movimenti giovanili, come Fridays for future.
“Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. (…) La sua reazione era molto più che un apprezzamento intellettuale o un calcolo economico, perché per lui qualsiasi creatura era una sorella, unita a lui con vincoli di affetto. Per questo si sentiva chiamato a prendersi cura di tutto ciò che esiste”.
Altro tassello importante del suo pontificato è stato il suo impegno per una chiesa più inclusiva: con l’esortazione apostolica Amoris Laetitia del 2016, Papa Francesco ha introdotto una maggiore apertura pastorale verso i divorziati risposati – ha chiesto e invitato la chiesa a non giudicare, bensì ad accompagnare -; inoltre, anche se la dottrina ufficiale non è stata cambiata, Papa Francesco ha mutato, o quantomeno ha spianato la strada, l’atteggiamento nei confronti delle persone omosessuali – ha sostenuto che le persone LGBTQ+ devono essere accolte con rispetto e ha aperto nel 2023 la possibilità di benedizioni per coppie dello stesso sesso, purché qui queste ultime non siano confuse con il matrimonio sacramentale.
“Chi sono io per giudicare?”, celebre la sua frase del 2013 riferendosi a un sacerdote omosessuale.
Si è schierato anche dalla parte delle donne, pur non aprendo al sacerdozio femminile nominando diverse donne in ruoli chiave nella cura romana e istituendo commissioni di studio sul diaconato femminile. Con il Cammino sinodale avviato nel 2021, Papa Francesco ha promosso una chiesa più partecipativa, ascoltante, inclusiva di tutte le voci.
L’ inclusività di Papa Francesco non è stata tanto una rivoluzione dottrinale, quanto una rivoluzione del cuore: il pontefice ha spinto la Chiesa a guardare prima le persone e alla loro dignità e poi alle norme da applicare promuovendo diverse iniziative per offrire assistenza ai poveri trasformando la stessa Piazza in un luogo di accoglienza e cura offrendo screening e prevenzione e fornendo cure gratuite ai senzatetto e alle persone vulnerabili. Queste azioni, seppur piccole, riflettono l’impegno e la dedizione del Papa per una chiesa degli ultimi.
Papa Francesco, pur essendo ammirato a livello globale e amato per il suo impegno pastorale e sociale, ha ricevuto numerose critiche, sia all’interno della Chiesa che nel panorama politico. Le critiche si sono concentrate su diversi ambiti del suo pontificato: alcuni teologi e cardinali hanno accusato Francesco di ambiguità dottrinale in particolare sull’apertura alla comunione per i divorziati risposati e lo hanno accusato di relativismo morale, per aver messo l’individuo prima delle regole.
Accusato di eresia, per posizioni eccessivamente progressiste, di lentezza per il trattamento della crisi degli abusi sessuali, sembra essere a oggi la figura che più riflette le tensioni tra la Chiesa e il resto del mondo: che se ne dica Papa Francesco è a oggi uno dei pochi pastori che ha traghettato la chiesa verso la verità e il futuro, nonostante i tanti – a tratti troppi – ancora punti interrogativi.
Antonietta Della Femina
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