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Collateral beauty: la bellezza collaterale è nella vita quotidiana

Vivere non è semplice, e nessuno ha mai sostenuto il contrario. Siamo spesso travolti da sfide, problemi, crisi e momenti di difficoltà che mettono in ombra la nostra capacità di vedere il famoso “lato positivo”.

Ma esiste un concetto affascinante, seducente e profondamente umano, chiamato bellezza collaterale.

La bellezza collaterale è un concetto così umanamente denso che nel 2016 gli è stato dedicato l’omonimo film, «Collater beauty», diretto da David Frankel. Per bellezza collaterale si intende la capacità di trovare elementi di bellezza, positività e significato anche nelle situazioni più complesse, difficili e dolorose. È un aspetto psicologico di centrale importanza, che consente di migliorare il benessere mentale e la qualità di vita anche nei momenti più bui.

La bellezza collaterale emerge inaspettatamente: stiamo vivendo una situazione critica e, di punto in bianco, il dolore e la sofferenza si trasformano in qualcosa di prezioso e significativo. Da quella sofferenza nasce la consapevolezza che c’è qualcosa da imparare, c’è un’occasione di crescita.

Non è la banalizzazione del dolore, tantomeno la sua negazione, ma è la capacità di riconoscere che, anche nelle situazioni più avverse, possono esserci dei momenti positivi che ci connettono con noi stessi e con gli altri, ma che, soprattutto, ci donano delle lezioni di vita uniche e preziose.

Uno degli aspetti fondamentali della bellezza collaterale è la resilienza, la capacità di adattarsi e di affrontare le avversità, uscendone più forti. Grazie a questa abilità si trova un senso anche alle situazioni più difficili: vedendo il lato positivo e trovando bellezza nel dolore, si riducono stress e ansia, l’umore migliora e si genera un senso di gratitudine e apprezzamento per la vita.

Degli esempi di bellezza collaterale possono essere:

  • La presenza di una malattia può favorire l’esplorazione delle profondità dei propri legami affettivi, delle proprie relazioni e dei propri cari, portare a un maggiore apprezzamento per la vita quotidiana o una nuova direzione della propria vita professionale;
  • Il lutto può essere il promotore della bellezza collaterale: perdere una persona cara o il proprio animale può essere un momento di grande dolore ma anche di grande bellezza nei ricordi condivisi, negli insegnamenti appresi e nell’amore che continua a danzare nel cuore di chi resta;
  • Anche le crisi finanziarie e le difficoltà economiche possono essere momenti di bellezza collaterale, dato che possono emergere momenti di solidarietà, di vicinanza emotiva e di creatività nella riscoperta di ciò che conta davvero nella vita.

Ma non tutti sono portati naturalmente nel trovare la bellezza collaterale delle cose: si sa, ci sono persone più pessimiste che vedono generalmente, per carattere, “tutto nero”. Allora, per sviluppare questa modalità di pensiero positivo, è possibile praticare la gratitudine (magari attraverso un diario o delle lettere), la mindfulness, oppure riflettere attivamente sulle proprie esperienze, cercando il lato positivo con uno sforzo di ragionamento. È importante anche creare delle connessioni sociali dove condividere le proprie esperienze per comprendere a fondo quanto la vicinanza sia salutare.

Il pensiero orientato alla bellezza collaterale ci spinge a guardare oltre la superficie delle esperienze e a trovare un significato positivo anche nelle difficoltà. Questa prospettiva ha la capacità di trasformare il nostro modo di vivere e di affrontare le difficoltà promuovendo una maggiore resilienza, gratitudine e apprezzamento per la vita. Imparare a riconoscere e apprezzare la bellezza secondaria al dolore è un passo importante verso una vita più sana e soddisfacente.

Elisabetta Carbone

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Elisabetta Carbone

Elisabetta Carbone è psicologa clinica e sessuologa con orientamento sistemico-relazionale. Si occupa di relazioni, identità, narrazioni individuali e familiari, con uno sguardo attento alle dinamiche culturali e sociali che attraversano la psiche. Fondatrice dello studio Oikos, scrive di salute mentale con un linguaggio accessibile ma rigoroso, costruendo ponti tra psicologia e società. Vegetariana convinta, non fa un passo senza Teo, il suo inseparabile compagno a quattro zampe.
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