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Lam-entati pure…ci sono io

C’era un americano, un italiano e un lama…

Sembra l’inizio di una barzelletta, ma non lo è, anzi, è realtà: un’università dell’Oregon, negli Stati Uniti, il Cla – College liberal arts – ha iscritto tra i suoi studenti Caesar, un lama, per ridurre lo stress degli studenti. 

“L’obiettivo è quello di diventare un esempio e un punto di riferimento nazionale per l’inclusione dei camelidi nell’istruzione superiore. Caesar non sarà l’unico: nei prossimi mesi annunceremo infatti ben 25 borse di studio che permetteranno ad altri lama di entrare nelle nostre sedi entro il 2029”, ha dichiarato il rettore dell’università.

L’idea di portare un lama nelle aule universitarie è nata a seguito della sempre maggiore presa di coscienza delle difficoltà che molti studenti affrontano durante il loro percorso accademico: pressione, ansia e stress.

Sulla falsariga della pet therapy già presente negli ospedali, nelle RSA e durante le sedute di yoga e fisioterapia, l’università ha accettato una collaborazione con la fattoria Mystic Llama farm e ha quindi introdotto un lama tra i banchi: risulta effettivamente iscritto come studente e al termine del suo percorso universitario verrà a lui assegnata e consegnata una laurea. 

Esperienza diversa dal solito, in quanto siamo abituati a vedere animali di piccola taglia come cani e gatti – il camelide ha un obiettivo molto importante: migliorare il benessere psicologico degli studenti. Sempre più sono gli enti privati e pubblici che si avvalgono della presenza di animali per ridurre lo stress: negli aeroporti di Berlino e Istanbul è già attivo l’impiego degli animali anti-stress contro l’ansia da volo (uno dei primi casi di cani anti-stress è stato registrato all’aeroporto di San Francisco, il quale ha introdotto questa pratica ben 10 anni fa). 

“I benefici della pet therapy sono riscontrabili in più ambiti, quali ad esempio a livello fisico, cognitivo, psicosociale e psicomotorio. Il contatto fisico con un animale (accarezzarlo, spazzolarlo), o anche solo la sua presenza in situazioni percepite come stressanti, abbassa i livelli d’ansia, con una conseguente diminuzione della pressione sanguigna e del battito cardiaco. Evidenze dimostrano che questi benefici possono prolungarsi nel tempo fino a diventare fattori protettivi nel rischio di sviluppare malattie cardiovascolari”. (Cirulli F., 2013).

“Interagire con un animale abbassa i livelli di cortisolo (detto anche “ormone dello stress”) sia nell’animale che nell’uomo ed aumenta i livelli di alcuni tipi di ormoni e neurotrasmettitori collegati al benessere umano (endorfine e dopamina) ed al miglioramento delle relazioni (rilascio di ossitocina, un neuropeptide che oltre a migliorare l’umore, ridurre l’ansia e lo stress, stimola le interazioni sociali e migliora il senso di fiducia negli altri)”. (Cirulli F., 2013)

“Riduce anche la depressione, la paura e la solitudine”. (Pergolini L. & Reginella R., 2009)

Una decisione degna di lode, ma simbolica. La salute mentale ancora oggi nel 2023 rimane un tabù e i medici e gli studiosi restano degli stregoni: arrancano facendo prove su prove, senza avere effettiva contezza. Trovare una soluzione e non lavorare alla base del problema è uno dei mali della nostra società; risulta molto più facile privare un animale del proprio ambiente, cane o gatto che sia poco importa, piuttosto che ascoltare i problemi del prossimo, indagare più nel profondo e stanziare fondi sulla prevenzione. La salute mentale, esattamente come la salute fisica, ha bisogno di essere analizzata e considerata: introdurre un animale aiuta indubbiamente ad abbassare l’ormone dello stress, ma quando nel mondo – quello reale, quello dove attorno non ci sono le quattro mura di un’università – ci si troverà di fronte ad un motivo di stress, come si reagirà? Bisogna far capire a chi ha il potere di decidere che una mens sana ha lo stesso valore di un corpo sano e che, così come per evitare l’obesità si segue un regime alimentare corretto, allo stesso modo c’è bisogno che ognuno di noi trovi il proprio regime “spirituale”. (dalla tesi “L’effetto della pet therapy sui pazienti geriatrici residenti in case di riposo: una revisione della letteratura” di Michela Lucchini)

Mi chiedi qual è stato il mio più grande progresso? Ho cominciato a essere amico di me stesso

Lucio Anneo Seneca

Antonietta Della Femina 

Leggi anche: Tu sei la mia medicina: la Pet Therapy come cura

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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