Arte & CulturaPrimo Piano

Aspettando Bridgerton: ripassiamo qualche regola dell’etichetta Regency

La Stagione è alle porte. No, non mi riferisco all’estate, ma alla stagione sociale delle debuttanti di Bridgerton, lo show di Netflix che quest’anno torna a deliziarci dopo un attesa di ben due anni.

Protagonista femminile di questa stagione sarà Penelope Featherington, il brutto anatroccolo dal cuore gentile e la mente brillante, che diverrà finalmente cigno dopo anni di invisibilità agli occhi del ton.

Eroina regency dalla doppia vita, zitella di giorno, scrittrice di notte, Penelope racconta le regole e gli scandali dell’alta società inglese sotto lo pseudonimo di Lady Whistledown, scatenando con il suo pamphlet altamente sarcastico le ire dei Reali e della corte. Un’attività senza dubbio non adatta a una signorina della Reggenza, periodo storico particolarmente rigido, scandito da divisioni sociali e regole di comportamento che oggi, per fortuna, non appartengono più come una volta alla società inglese.

Ma cosa prevedeva l’etichetta dei primi dell’Ottocento per il ton che si apprestava ad affrontare una Stagione? Scopriamo insieme alcune delle sue regole.

Mai presentarsi da soli

Se oggigiorno ci rechiamo a un evento e non conosciamo nessuno, è perfettamente accettabile avvicinare persone sconosciute, presentarsi e fare due chiacchiere. In passato però le cose andavano diversamente. Era qualcuno di già noto al ton a dover introdurre un individuo in società, in maniera formale, per garantire in un certo senso la rispettabilità di quella persona. Se non si conosceva nessuno, c’era il Maestro di Cerimonie a fare da presentatore. Egli era infatti la figura responsabile degli eventi pubblici, dalla musica alla danza, fino alle interazioni tra gli ospiti.

Sesso e ceto innanzi tutto

I criteri per presentarsi non finivano certo qui. C’era da considerare anche il ceto sociale delle persone e il loro genere. Erano gli uomini a dover essere presentati alle donne, mai il contrario, e i membri di un ceto sociale inferiore andavano sempre introdotti a chi era di ceto superiore.

Uno è troppo poco, due sono tante

Il divertimento principale della Stagione erano senz’altro i balli. Le signorine speravano di trovare marito e speravano di riempire il loro carnet di ballo, ovvero il taccuino su cui appuntavano i nomi dei gentiluomini a cui avevano promesso di ballare. Un’operazione utile non soltanto a non dimenticare nessuno, ma anche a contare il numero delle volte in cui si aveva danzato con lo stesso uomo. Ballare più di due volte di seguito con lo stesso partner equivaleva a una dichiarazione pubblica di fidanzamento. Solo i promessi sposi, dunque, potevano concedersi molteplici balli senza suscitare scandalo.

Viva la modestia

Parlare di se stessi o dei propri successi era considerato estremamente volgare. Andava lasciato agli altri il compito di tessere le proprie lodi, per poi accettarle con cortesia e modestia. Una regola senz’altro utile a evitare noiosi monologhi autocelebrativi.

Io, mammeta e tu

Verginità e decoro erano alla base di qualsiasi interazione tra giovani scapoli e ragazze in età da marito, perciò non stupisce che uomini e donne non potessero mai restare soli senza la presenza di uno chaperone che preservasse la rispettabilità di entrambi. Madri, zie zitelle, fratelli e dame di compagnia avevano il compito di fare il terzo incomodo per impedire avvicinamenti disdicevoli e pettegolezzi succosi.

Cavalli e carrozze, roba da uomini

In pubblico, le signore non potevano guidare le proprie carrozze e carri, a meno che non fossero accompagnate da un uomo. E ovviamente era assolutamente proibito loro partecipare a una qualsivoglia competizione con i cavalli. Anche cavalcare in solitudine era reputato inaccettabile, salvo alcuni casi in cui a scortare una signorina c’era un membro della famiglia o un amico fidato.

Queste regole ovviamente non sono mai state rispettate pienamente in Bridgerton, serie che fin dall’inizio non ha mai preteso di essere realistica e storicamente accurata. Ma conoscere le leggi non scritte del ton può essere utile a divertirsi di più nel vedere le dame e i gentiluomini della serie gettare bellamente tutto al vento, soprattutto se in nome dell’amore e della passione.

Claudia Moschetti

Leggi anche: Bridgerton: una serie che puoi ascoltare

Claudia Moschetti

Claudia Moschetti (Napoli, 1991) è laureata in Filologia Moderna. Ha insegnato italiano a ragazzi stranieri e scritto per un sito universitario. È attualmente recensora presso il blog letterario Il Lettore Medio e redattrice per il magazine La Testata. Dal 2015 al 2021 ha collaborato alla fiera del libro gratuita Ricomincio dai libri, di cui è stata anche organizzatrice.
Back to top button