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Una spada sulla testa: il mito di Damocle

Quante volte abbiamo sentito l’espressione “Spada di Damocle”?

Tranquilli, non morirà nessuno. 

Nel linguaggio comune indica una minaccia incombente o un pericolo al quale si è esposti.

Il suo significato si riferisce anche al fatto che non è giusto giudicare le situazioni degli altri, poiché ognuno di noi è soggetto a circostanze sia positive che negative.

Ma cosa significa e chi era Damocle?

Scopriamolo insieme.

Il suo uso risale al XIX secolo, ma le origini del mito sono antichissime.

Cicerone racconta di Damocle, cortigiano di Dionigi I, tiranno di Siracusa. 

Il giovane sosteneva che il sovrano era estremamente fortunato in quanto aveva potere, lusso e grande autorità sul popolo. Per far capire la precarietà della potenza di un regnante, il tiranno invitò il cortigiano a prendere il proprio posto per un giorno e godere di tale fortuna

Fece apparecchiare la tavola splendidamente e Damocle si accomodò al posto del tiranno, assaporando ogni bene materiale che si trovava attorno a lui. Il cortigiano notò che dal soffitto pendeva sulla propria testa una spada che, però, era sostenuta solo da un crine di cavallo.

A questo punto Damocle fece una cosa che avremmo fatto tutti noi, ovvero decise di andare via.

Dionigi intendeva far capire al cortigiano le minacce e i pericoli che incombono continuamente sul proprio potere. Damocle intese che, in realtà, il tiranno non era poi così fortunato e tornò alla sua vita umile.

Questa leggenda appartiene alla mitologia greca e se ne trova traccia per la prima volta in Storia di Sicilia, opera dello storico Timeo di Tauromenio.

È giunta fino a noi tramite Cicerone, nel testo Tusculanae disputationes, dove l’autore voleva divulgare a Roma la filosofia stoica e il testo fu composto nella sua villa di Tusculum.

Successivamente fu ripreso anche da Orazio, Persio e Boezio, fino ad arrivare a noi.

Nella cultura di massa, infatti, l’espressione “Spada di Damocle” è molto diffusa soprattutto in libri, film, canzoni o videogiochi. Rappresenta proprio un pericolo imminente che sembra sospeso, e del quale non si sa nulla, neanche quando possa verificarsi.

Infine, esiste addirittura una sindrome legata a questa espressione. La sua manifestazione arriva dopo un avvenimento importante che genera una paura molto intensa, addirittura invalidante per il soggetto.

Insomma, Dionigi cercava di far comprendere a Damocle che avere potere comporta, molto spesso, diversi rischi. La sua morale è giunta fino a noi sotto forma di metafora per farci capire quanto sia difficile essere potenti.

È proprio il caso di dire “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.

Martina Maiorano 

Leggi anche: How to get away with Cicerone

Immagine di Canva 

Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
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