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Psycho: 63 anni dall’uscita del capolavoro di Alfred Hitchcock

Il 24 novembre 1960 il film Psycho di Alfred Hitchcock – detto anche il maestro della suspense – arrivava nelle sale italiane, riscrivendo le regole del genere horror.

Psycho di Hitchcock è una vera e propria perla del genere slasher: esso ha come elemento principale un assassino, il quale perseguita le proprie vittime cercando di ucciderle.

Nel 1998, Psycho è stato inserito dall’American Film Institute al 18° posto dei migliori film degli USA di sempre, non a caso questo film portò al culmine non solo il genere horror-slasher, ma anche il suo elemento imprescindibile: la suspense.

Conosciamo ormai tutti la storia – basata sulle vicende reali del killer Ed Gein – dell’inquietante Norman Bates e del suo Motel da brivido, in cui la mal capitata Marion Crane troverà la sua sciagurata fine, dopo essere fuggita dalla sua città con una grossa somma di denaro.

Prendendo in esame il denaro, parliamo di un elemento comune nella filmografia di Hitchcock: il MacGuffin.

Il MacGuffin è un oggetto o un evento, che viene utilizzato come espediente narrativo, anche se irrilevante, per far procedere la narrazione. Nel caso di Psycho infatti, il denaro che Marion ruba all’inizio, non è altro che un elemento che la porterà a scappare fuori città per non essere scoperta.

Insomma, se la protagonista non avesse mai rubato il denaro, tutto il resto della storia non sarebbe mai accaduto.

Questa “scappatoia” – come la definisce lo stesso Hitchcock – la ritroviamo anche in altre pellicole come Intrigo internazionale (1959) e La finestra sul cortile (1954).

Psycho è anche – e soprattutto – un grande esempio di tecnica cinematografica.

La celebre scena della doccia in cui Marion viene uccisa da Norman, è diventata ormai di culto per gli amanti del cinema, ma non tutti sanno che questa scena è stata costruita in modo davvero articolato.

Per questa scena sono state realizzate ben 78 inquadrature e 52 tagli di montaggio, ma, nonostante questa complessità, le ferite sul corpo della protagonista non vengono mai mostrate in modo esplicito.

E allora come mai questa scena riesce ancora oggi ad impressionarci? Semplicemente per il fatto che il montaggio è reso in modo frenetico e vorticoso, a tal punto da riuscire ad inquietare a dovere lo spettatore.

Grazie quindi alla grande mente di Hitchcock e alle sue scelte geniali, questo film resterà per sempre un’icona nell’immaginario comune, così come il suo creatore.

Ilaria Perris

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Ilaria Perris

Classe 2003, cinefila, sognatrice e napoletana. Studentessa di cinema e audiovisivo all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Appassionata di letteratura, arte, critica cinematografica e musica. Credo fortemente nel potere e nella libertà della scrittura e della corretta informazione.
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