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L’energia elettrica è l’alternativa ecologica ai combustibili fossili?

Abitando in montagna e vivendo la natura a 360 gradi, grazie ai miei genitori e ai miei nonni che hanno lasciato a noi un terreno da coltivare e da amare, ho avuto modo di avere un’infanzia ricca di verde e di genuinità.

Fin da piccola i miei genitori mi hanno spronato a credere che una seconda strada esiste e che se si ha coraggio prima o poi questa seconda strada può divenire la strada principale, quella da percorrere per il proprio bene sia fisico che mentale;

mi è stato insegnato che se qualcosa non va bene – o non ci va bene -, è giusto lottare per avere una nuova possibilità, un riscatto. All’ombra degli alberi, mi è stato insegnato che la natura è perfetta e che essa ha la soluzione a tutti i mali: ho imparato che per calmarmi mi basta camminare all’aria aperta, seppure sotto la pioggia; ho imparato che i cosiddetti “rimedi della nonna” a volte sono molto più efficaci di un farmaco; ho imparato che la meschinità dell’uomo molto spesso non ha limiti e che di fronte ad un guadagno economico non si guarda in faccia nemmeno ad un proprio simile. 

Ed è proprio a fronte di questi insegnamenti che soprattutto negli ultimi anni vivo una sensazione di grande disagio quando sono in pubblico, tra tante persone. La sola idea di essere la causa della “sofferenza” di qualcuno mi crea un profondo senso di malessere, ma nonostante lo scoraggiamento della società odierna ancora combatto le mie battaglie, a volte anche contro i mulini a vento come Don Chisciotte

Ultimo, ma non per importanza chiaramente, è stato un dibattito avuto con mio padre sul dubbio di acquistare o meno un’auto ibrida/auto elettrica

“Quanto cavolo sono ignorante” è stato ciò che ho pensato subito dopo. E come me chissà quante persone, spinte dalla “mania” del momento hanno acquistato un’elettrica!? 199.779 questa la quantità di auto elettriche da una stima di Motus e org. al 3 luglio 2023. I numeri son ben lontani dalle previsioni futuristiche di auto volanti immaginate dai designer del ‘900. 

Ma andiamo per step. Ad ottobre del 2022 la Comunità Europea ha varato la proibizione della vendita di auto a combustibili fossili a partire dal 2035, così come pochi mesi prima aveva già deciso la California. Da allora, la spinta verso l’acquisto di ibrido e/o elettrico è incessante; quotidianamente anche i social media ci propinano soluzioni “eco” – che, ahinoi, tanto eco non sono. 

Il MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha realizzato un prospetto riguardo l’inquinamento delle automobili prendendo in analisi 3 fattori: le emissioni durante la fase di costruzione dell’auto, la quantità di carburante consumata e la provenienza dell’energia elettrica che la alimenta. Considerando che in Italia più della metà dell’energia elettrica che utilizziamo è ottenuta da combustibili fossili (gas naturale, carbone e petrolio) a voi l’ardua sentenza. 

Non di minor importanza è il materiale di cui son composte le batterie che immagazzinano l’energia elettrica: litio e cobalto, che presentano dei costi di estrazione di non poco conto (attualmente è in corso una sperimentazione con il sodio). La soluzione è nelle auto a idrogeno? Potrebbe, ma “il sistema di gestione del combustibile, l’autonomia, la rete di distribuzione e la produzione di idrogeno che tuttora in alcune fasi va immagazzinato a 253°C sottozero allo stato liquido sono tuttora un ostacolo alla riuscita di questo ambizioso progetto.”

Probabilmente non siamo ancora pronti ad una vera rivoluzione ecologica, almeno non come dovrebbe esserci. I molteplici pro aiutano senz’altro, ma attualmente siamo ancora scevri delle giuste conoscenze in materia. Ciò che è indiscusso è che il nostro pianeta sta chiedendo aiuto, e troppi sono ancora indifferenti alle sue grida. La verità è che per troppi anni ci siamo girati dall’altra parte… Ora stiamo soltanto raccogliendo ciò che abbiamo seminato. C’è ancora possibilità di uscire di strada e di crearsi un nuovo percorso? Io dico di sì, e lo dico da profana; ma io credo che un mondo migliore, o semplicemente un mondo vivibile, sia – ancora – possibile.

Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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