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Carlo Mazzone, un allenatore da record

Questa è la storia di un allenatore da record, il più influente, grande collezionista di presenze. 

Sor Magara, così chiamato per il suo caratteristico e spiccato accento romanesco, è stato amatissimo per la sua autenticità, per essere stato sempre alla mano.

La carriera di Carlo Mazzone inizia nelle giovanili della Roma, esordendo in Serie A il 31 maggio 1959 in Fiorentina-Roma (destinata a terminare con un pareggio di 1-1) e giocò l’ultima di campionato Roma-Talmone Torino.

L’anno seguente passò alla SPAL – Società Polisportiva Ars et Labor –, sempre in Serie A, e nello stesso campionato passò in Serie C rinforzando le fila del Siena.

Dal 1960 al 1969 giocò nella Del Duca Ascoli, nel quale collezionò 219 presenze, quasi tutte da capitano.

Nella stagione 1968-1969, ultima che avrebbe giocato, fu la sua prima come allenatore: il presidente Costantino Rozzi, mentre cercava un nuovo allenatore per l’Ascoli, gli affidò solo temporaneamente la conduzione.

Ma mazzone rimase all’Ascoli fino al 1975, periodo nel quale, con due promozioni in tre anni, portò la squadra con sede a Ferrara dalla Serie C alla massima serie.

Per tre anni prese le redini della Fiorentina, vincendo la Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1975 e classificandosi al terzo posto nel campionato 1976-1977.

Dopo una parentesi di due stagioni nel Catanzaro, che lo portò a due salvezze in massima serie, ritornò nel 1980 per altri cinque campionati all’Ascoli, guidandolo a un sesto posto nel campionato 1981-1982 e a quattro salvezze consecutive.

Dopo aver allenato il Bologna in Serie B, passò al Lecce subentrando a dieci giornate dal termine: fu il campionato più combattuto, con Pescara e Pisa promosse direttamente e tre squadre a un solo punto di distacco.

Lecce, Cesena e Cremonese si affronteranno in tre gare di spareggio, più una finale tra Cesena e Lecce che vide prevalere i bianconeri. Mazzone riuscì, l’anno successivo, a far passare il Lecce nella massima serie con il secondo posto a due punti dal Bologna.

Successivamente allenò il Pescara e il Cagliari (1991 – 1993), che gli valse la convocazione come allenatore della Roma, rimanendo con loro per tre anni.

Questi anni con i giallorossi furono caratterizzati da un settimo posto e due quinti posti, durante i quali lanciò Francesco Totti in prima squadra.

Negli anni successivi ha allenato anche il Perugia, il Brescia, per un brevissimo periodo anche nel Napoli, dal quale chiese le dimissioni dopo quattro partite di campionato, e tornò altre due volte nel Bologna.

Il 7 febbraio 2006 venne chiamato per allenare il Livorno, sesto in Serie A, per sostituire Roberto Donadoni: questa fu l’ultima esperienza come allenatore di Carlo Mazzoni.

In tutto, Mazzoni ha allenato per circa 38 anni senza mai fermarsi stabilendo il record di panchine nella storia del calcio italiano, con 1.278 panchine ufficiali.

Dopo due anni dal suo ritiro, nel 2008, partecipò ad un cameo interpretando sé stesso nel film L’allenatore nel pallone 2, nel quale dialoga a bordo di un treno con l’allenatore della Longobarda Oronzo Canà, interpretato da Lino Banfi.

È inoltre uscito su Prime Video, il 2 novembre 2022, un docufilm su Mazzone intitolato Come un padre in cui sono state incluse interviste a diversi giocatori come Roberto Baggio, Marco Materazzi, Francesco Totti, Andrea Pirlo e altri.

Alla morte di Mazzone non sono mancate le condoglianze da parte dei calciatori da lui allenati, venendo considerato come un “Padre, mister e maestro” (Totti), un “Amore per sempre” (AS Roma).

“Come diceva mio padre, me devono solo imparà a morì!” 

Carlo Mazzone

Irene Ippolito

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Immagine prodotta personalmente

Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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