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Cosa intendiamo quando parliamo di rumori bianchi?

Tante volte desideriamo di tener lontana la nostra mente dalle preoccupazioni, alleggerendola grazie alla compagnia di un posto tranquillo che ci regali la sensazione confortante di ascoltare il rumore di una cascata o della pioggia che batte.


Questi suoni emessi dalla natura vengono chiamati “suoni bianchi” o “white noise”.

I rumori bianchi possono essere riprodotti sia dalla natura, sia dall’uomo in modo del tutto artificiale e si conquistano il posto di miglior alleato per coloro che scelgono di rilassarsi dopo aver trascorso una giornata particolarmente turbante oppure per concentrarsi durante un’intensa sessione di studio o un’attività lavorativa da svolgere a causa della sensazione che rilasciano a chi l’ascolta.

I suoni bianchi hanno la funzione di soffocare, attutire i rumori fastidiosi che talvolta ci circondano – disturbando la nostra quiete – configurandosi come uno spettro di mascheramento.
In sé, il rumore bianco contiene tutte le frequenze dello spettro del suono udibile in egual modo, così da essere chiamato anche “rumore statico”.

Vi è una maggioranza che ne sostiene la veridicità in merito al fatto che il rumore bianco seriamente rilasci la sensazione di rilassamento, favorendo addirittura il sonno; l’altra parte – difatti – appoggia una tesi opposta, sostenendo la mancata presenza di prove valide che attestino la sua funzionalità…anzi, alcuni di loro sono convinti che “i rumori bianchi” potrebbero recare dei danni.
“A cosa?”: al cervello e al sistema uditivo. Come riporta un recente studio dell’università della Pennsylvania, se ascoltati durante tutta la notte non permettono né all’uno né all’altro di riposare durante il sonno, provocando talvolta problemi anche all’udito dei neonati se riprodotti a lungo per 70 decibel; anche se, negli anni ’70, ’80 e ’90 i ricercatori hanno condotto degli studi, alla fine dei quali sono giunti alla conclusione positiva dei benefici che comporta ascoltare i rumori bianchi.

In base ad alcuni dati riportati dal NYC Health nel 2018, hanno dedotto che il 64% della popolazione (residente in zone rumorose di New York) si addormentavano più velocemente e con maggiore facilità erano tentati da dormitine durante l’arco della giornata.

Per confermare questa tesi servono delle ricerche, pronte ad indagare sulla possibile esistenza di una caratteristica intrinseca del rumore bianco che attraverso la sincronizzazione di onde cerebrali migliori effettivamente la condizione del sonno come testimoniato da diverse persone, specie se sono ansiose o soffrono d’insonnia.

Quando ascoltiamo determinati suoni o rumori, vengono percepiti dal nostro sistema uditivo come dei segnali nervosi che vengono interpretati, poi, dal cervello.
Si sa che quest’ultimo, essendo una macchina continuamente attiva, coglie ed analizza continuamente questi segnali, persistenti per tutta la notte.

Non sappiamo se il proseguimento di questo suono, ascoltato attivamente durante l’intera notte privi al cervello di riposare o il ronzio costante allievi l’attività cerebrale non comportando alcun ostacolo per il lavoro da svolgere.

Dunque, nonostante la possibilità di rischiare alcuni effetti collaterali, i “rumori bianchi” hanno raggiunto una fama tale da essere una fonte di reddito per diverse aziende, tant’è che esistono e vengono vendute macchine che riproducono questo tipo di suono in loop.
E se non avessimo lo strumento adatto, non ci sarebbe alcun problema perché Spotify con le sue playlist da circa tre milioni di ore di ascolto al giorno, potrà accompagnare i momenti in cui, sentendoci sopraffatti da pensieri ed impegni, non ricerchiamo altro che un po’ di pace interiore.

Alessandra Lima

Leggi anche: White Noise, tu cosa fai per non sentire la paura?

Alessandra Lima

Sono Alessandra, classe 2001 e studentessa di lettere moderne all’Università di Napoli “Federico II”. Mi interessano la letteratura, l’arte e la fotografia, da cui quasi sempre traggo ispirazione per la scrittura che è, a sua volta, una mia passione. Rendo la penna un tramite per lasciare a chi mi legge la possibilità di comunicare col mio mondo interiore e i miei interessi.
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