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Il progetto Montauk, la teoria del complotto che ha ispirato i creatori di Stranger Things

Chi non conosce Stranger Things? La famosissima serie TV Netflix, prodotta dai fratelli Duffer ha tratto ispirazione da alcuni dei progetti più inquietanti che, forse, si sono tenuti negli USA.

Tra le fonti di ispirazione della serie vi è il progetto Montauk, intrinsecamente collegato all’esperimento di Philadelphia, anch’esso ritenuto per lo più una leggenda. Ma, come molte leggende, anche quelle che circolano sul progetto e l’esperimento conservano il loro fascino.

Era il 1943, nel pieno della Seconda guerra mondiale, e i sommergibili tedeschi riuscivano ad affondare non poche navi da guerra statunitensi. Allora, gli americani ritennero necessario correre ai ripari, cercando di fare qualcosa che scientificamente dovrebbe essere impossibile: rendere otticamente invisibili le navi. In realtà, molti racconti riguardo a questo esperimento citavano la demagnetizzazione delle navi in acciaio, per non renderle tracciabili ai nemici.

Al di là della questione “scientifica”, ciò che ha alimentato la leggenda metropolitana riguarda altro. Il 28 ottobre 1943, diversi testimoni oculari hanno rivelato che alle ore 17:15 una nave da guerra, il cacciatorpediniere USS Eldridge, fosse scomparso dai pressi del molo di Philadelphia, per ricomparire dopo poco in Virginia, precisamente a Norfolk, per poi tornare dopo pochi minuti dal luogo in cui era scomparsa a Philadelphia.

Già a metà degli anni ’50 due figure alimentarono il sospetto della veridicità dell’esperimento. Nel 1955, Morris K. Jessup, astronomo (anche se non conseguì gli studi fino al dottorato) e scrittore statunitense, ricevette una lettera da un certo Carlos Miguel Allende. Quest’ultimo, nella lettera, dichiarava di essere stato a bordo della SS Andrew Furuseth, e di aver visto coi suoi occhi la scomparsa temporanea della USS Eldridge. Jessup chiese poi ad Allende se avesse delle prove, ma Carlos si limitò a scrivere, nella lettera di rimando (firmata, stavolta, con Carl M. Allen) che se Jessup avesse praticato l’ipnosi alle persone coinvolte nell’esperimento, avrebbe ottenuto le prove richieste.

Trascorrono due anni, Jessup interruppe la corrispondenza con Allende/Allen, ma ecco che accade un’altra stranezza. L’astronomo e scrittore venne contattato dall’Office of Naval Research di Washington D.C. L’ufficio aveva ricevuto (secondo quanto disse Jessup) una copia del suo libro The case for the UFO, ma con annotazioni di tre persone diverse. Una di queste, all’esame della calligrafia, risultò essere indubbiamente Allende/Allen, il quale aveva scritto nelle note dell’esperimento di Philadelphia.

Venne poi pubblicata l’edizione con il testo annotato. Trascorrono altri due anni: è il 1959 e Jessup viene trovato morto. Il giorno successivo alla sua morte, Jessup avrebbe dovuto trattare, in un incontro, proprio di alcune prove sull’esperimento di Philadelphia.

Le voci cominciarono ad espandersi sempre di più durante gli anni ’80, non a caso uscì nel 1984 il film The Philadelphia experiment. Tra gli spettatori del film vi fu Al Bielek, il quale raccontò di aver avuto delle visioni fortissime, dei veri e propri dejavù. Bielek affermò di aver poi scelto di sottoporsi all’ipnosi, la quale fa emergere altro: Bielek avrebbe fatto parte del progetto Montauk e in realtà si chiamava Eduard Cameron.

Assieme a suo fratello, Cameron/Bielek sarebbe stato uno dei membri dell’equipaggio della Eldridge. Secondo l’uomo, il governo americano decise di rimuovere i ricordi dell’equipaggio, e che Nikola Tesla avrebbe gestito ed ideato l’esperimento. Bielek afferma addirittura che la nave non solo sarebbe scomparsa, ma che avrebbe viaggiato nel tempo, facendo viaggiare i fratelli Bielek/Cameron fino al 12 agosto 1983, proprio nella Montauk Air Force Station (Long Island).

E arriviamo al progetto Montauk. Si vocifera che il progetto fosse un’estensione o continuazione dell’esperimento di Philadelphia, applicando le distorsioni del campo magnetico alla… mente umana. Il fine era quello di sgretolare la mente di bambini e riprogrammarla. Ci sono state varie testimonianze, sebbene la storia sembri incredibile.

Durante gli anni ottanta, Preston B. Nichols pubblicò diversi libri, dichiarando che gli Stati Uniti lo avessero incaricato, in qualità di ingegnere, di lavorare proprio al progetto Montauk. Nichols affermò che lo studio verteva su come influenzare la mente umana mediante elettromagneti, e comprendere se i viaggi nel tempo fossero possibili. Oltre a ciò, Nichols ammette che il governo autorizzò il rapimento e la modifica mentale e fisica dei bambini coinvolti nell’esperimento.

Oltre ai fratelli Bielek/Camerone Nichols, emerse anche la testimonianza di Joe Loffreno, il quale fu intervistato da Dana Kennedy, del New York Post. Loffreno affermò che i bambini fossero 50, tutti rapiti, e che alcuni poi furono uccisi. Addirittura, Loffreno afferma che Duncan Cameron (fratello di Eduard) avrebbe fatto emergere un mostro, proveniente da una distorsione spazio tempo (vi ricorda qualcosa? Undici fece lo stesso).

I fratelli Duffer, infatti, hanno apertamente affermato di essersi ispirati proprio alla leggenda del progetto Montauk, e a tutti quegli orribili esperimenti tenutisi durante la guerra fredda, come il Progetto MKUltra.

Ad alimentare l’esistenza storica del progetto vi è il ritrovamento, nel 23 luglio 2008, da parte dell’autoctona Jenna Hewitt, di uno strano animale, la cui carcassa risiedeva proprio sulla spiaggia di Montauk. Tuttora non è ben chiaro cosa sia stata quella carcassa, in vita. Lo stesso William Wise, direttore del Living Marine Resources Institute, ha concluso che si tratti di un falso, perché la carcassa non corrisponde a nessuno degli animali teorizzati (procione, testuggine, cane, tartaruga marina, ovino).

I racconti di Nichols sono supportati da molte persone, soprattutto da quelle affascinate dal paranormale e dalla possibilità dei viaggi nel tempo.

Le teorie del complotto spesso lasciano il tempo che trovano, poco supportate da fatti e basate più sull’emotività di chi contribuisce alla loro proliferazione. Però, il progetto Montauk è davvero interessante.

Chissà se è davvero avvenuto, ma, magari, tutte le voci su di esso hanno “solo” un fondo di verità, ricamandoci poi sopra non poco. Resta comunque significativo che una serie a noi contemporanea, come Stranger Things, risulti ancora (in parte) frutto di una leggenda metropolitana così inquietante.

Aurora Scarnera

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Aurora Scarnera

Classe 1998, frequenta il primo anno di Filologia Moderna presso l’Università di Napoli Federico II. Giornalista pubblicista dal 2020 e cantante occasionale, scrive articoli dai tempi del liceo. Curiosa del mondo, crede fermamente nel valore dell’informazione e nella forza del suo veicolo trasmissivo.
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