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Point of view: la Statua della Libertà

Il simbolo della libertà e di una nuova vita.

Se dovessimo pensare ad una rappresentazione della libertà sono certa che una buona parte di voi penserà all’inestimabile statua della libertà, una donna alta 93 metri, una donna piena di sogni e di color verde speranza.

Al contrario di quanto tutti credono, la statua della libertà non è stata creata dagli americani per gli americani e collocata così nell’Upper New York Bay a Liberty Isalnd, isola a sud Ellis Island ( ma sì il luogo è dove verrà poi collocata) ma fu creata dal francese Auguste Bartholdi, artista creatore anche della statua di Cristoforo Colombo che qualche tempo fa fu ‘vittima’ di una protesta civile contro personaggi che hanno contribuito al colonialismo nella quale venne imbrattata.

Quindi la statua della libertà è un’opera francese destinata all’America, ma perché? Perché la statua della libertà venne donata dalla Francia agli stati uniti in occasione dei festeggiamenti per i cento anni della dichiarazione di indipendenza per sancire il patto di alleanza, e quale occasione più propizia di un esposizione internazionale con precisione la Centenial International Exhibition che si tenne a Philadelphia nel 1876.

Durante l’americana esposizione centenaria dell’indipendenza vennero mostrate 325 sculture italiane che rappresentarono quasi la metà della mostra e vennero generalmente apprezzate per le tematiche ( con qualche polemica sulle rappresentazioni di nudo) e per l’esecuzione tecnica, ma il fatto più notevole di attenzione della mostra resta la rappresentazione della statua della libertà di Bartholdi, diventata nella successiva e permanente collocazione newyorkese, come già detto prima un’icona assoluta e difficilmente giudicabile di tutti i significati della quale si era fatta carico la monumentale e luminosa statua, emblema della libertà per chi arrivava a New York, anche da emigrante,  ma anche simbolo dell’imperialismo americano secondo molti.

La vision dell’artista Bartholdi era quella di rappresentare “la Libertà che illumina il gioco”, ispirata alla figura della Libertas, la dea romana della libertà quella che l’America conquista con l’indipendenza siglata il famoso 4 luglio del 1776 e per questo la statua della libertà tiene nella sua mano destra una torcia che rappresenta la luce della libertà e invece nella sua mano sinistra stringe un libro con su la scritta “July IV MDCCLXXVI” (appunto il 4 luglio 1776) inoltre ha una corona con sette punte che stanno a rappresentare   i 7 mari e i 7 continenti del mondo, così ad indicare il concetto universale di libertà.

La statua della libertà verrà inaugurata solo 10 anni dopo la sua presentazione durante l’esposizione internazionale , il 28 ottobre 1886 montata su un piedistallo di 27 metri per lei predisposto sull’isola di Ellis Island a New York, ma perché la statua della libertà diventa un simbolo così importante per gli immigrati? Ebbene la statua diventa simbolo dell’America, paese delle nuove opportunità, dopo la sua dichiarazione d’indipendenza è  simbolo di libertà, ma soprattutto è la prima cosa che vedono dalla nave quando si avvicinano alla terra ferma, inoltre bisogna tener presente che la statua si trova a sud di Ellis Island , isola dove gli immigrati nel 1894, provenienti soprattutto dall’Europa meridionale e orientale, venivano sottoposti alle procedure di sicurezza e controlli prima di poter entrare in quella che sarà la loro nuova patria. Quindi la statua della libertà rappresenterà le veci dell’America stessa e sarà l’ospite perfetta per accogliere le persone nella propria casa. 

Volete un paio di  piccole curiosità? Nel 1983, David Copperfield, il noto illusionista, riuscì a far scomparire la statua della libertà. E verrà poi riprodotta in altezza originale dall’artista Dan Voh per simboleggiare la libertà ritrovata dagli emigrati, cosa che lui stesso era che fece girare i pezzi singolarmente in giro per il mondo in varie mostre così da diventare parte del mondo e perché no un po’ emigrata anche lei per poi essere ricomposta alla mostra finale nelle sue reali dimensioni. 

Illustrazione e didascalia di Sonia Giampaolo

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Sonia Giampaolo

Sonia Giampaolo nasce e cresce a Napoli, dove studia, prima, Grafica d’arte presso l’accademia di belle arti di Napoli, poi, Illustrazione presso la scuola italiana di comix assecondando, così, il sogno di una vita quello di diventare un’illustratrice. Lavora come illustratrice al video musicale di Scapestro “essere luce”, per “Futura” la newsletter del corriere della sera e “la testata-testa l’informazione”, viene selezionata per varie mostre/concorsi tra cui due volte per i concorsi indetti dal collettivo de “le vanvere” e due volte per il concorso “emoticon”, inoltre viene selezionata alla mostra street art di “CHEAP festival”. Nel 2023 pubblica con Armando Curcio Editore e Giannini Editore. Sogna di illustrare storie per bambini e libri che parlano di cinema. Parla solo tramite citazioni dei film e si trasferisce a Roma per amore.
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