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You stagione 4: ed è subito capolavoro, signori! 

Dal 9 marzo è disponibile su Netflix l’intera quarta stagione di You

Le serie tv hanno di solito una sorta di peccato originale, una forza che è fisiologica e che le rende di stagione in stagione sempre più fiacche, sempre meno coinvolgenti.

Questa forza tanto più agisce quanto più ci si accanisce nel portare avanti storie, personaggi, dinamiche e trame. C’è chi, come gli autori di Fleabag, ha temuto a tal punto questa forza da tagliare una serie stupenda alla seconda stagione e chi, come Shonda Rhimes, non ha avuto alcun timore nello spremere le vicende del Seattle Grace Hospital fino all’ultima goccia. 

Eppure questa forza non sembra ancora essersi abbattuta su You, serie crime fortunata e ben scritta (Sera Gamble, Greg Berlanti, Caroline Kepnes, April Blair, Neil Reynolds) uscita sugli schermi Netflix nel 2018 e arrivata ormai alla quarta stagione. La quarta stagione, uscita tra febbraio/marzo del 2023, è infatti un piccolo capolavoro, non solo per la qualità della trama, la bravura degli interpreti, la bellezza degli intrecci, ma anche e soprattutto per la capacità degli autori di far evolvere la storia e il personaggio principale, facendoli virare verso scenari che lo spettatore non può neanche immaginare. 

Cercherò di non fare spoiler, di dirvi solo lo stretto necessario per farvi comprendere quanto questa quarta stagione di You sia un capolavoro. Joe Goldberg (Penn Badgley), il sociopatico, psicopatico stalker che aveva già seminato morti, feriti e cuori infranti in America, ha simulato la sua morte nel rogo che ha avvolto la sua casa e sua moglie Love e si è spostato in Europa, sulle tracce dell’ennesimo suo amore, Marienne. Questo era lo scenario con cui si era conclusa la terza stagione.

Nella quarta stagione Joe non è più Joe, bensì Jonathan Moore, professore americano insegnante di letteratura in un’università londinese. Ben presto, per un intreccio del caso, si trova invischiato in un torbido giro di omicidi che colpiscono un gruppo di ricchi, viziati e privilegiati giovani londinesi. Ad introdurlo nell’upper class londinese è Malcom, suo collega universitario nonché la prima delle numerose vittime di omicidio. Da qui in poi Joe/ Jonathan ci trascina in un thriller denso di colpi di scena e sangue che sembrerà sciogliersi solo sul finire della prima parte, che corrisponde alle prime 5 puntate delle dieci che compongono la quarta stagione. 

Il 9 marzo Netflix ha messo in onda la seconda parte della quarta stagione di You: 5 puntate che sembrano inizialmente proseguire un discorso cominciato nella prima parte e che invece presentano ben presto un plot twist del tutto inaspettato, un fulmine a ciel sereno che stravolge completamente la trama e la considerazione stessa che lo spettatore si era fatto dei personaggi e del protagonista. 

Senza entrare troppo nei dettagli, lo spettatore viene introdotto nel torbido e malsano mondo interiore di Joe, un mondo che ha preso un sopravvento tale da assumere aspetto, forma, materia. La dimensione interiore, malata e corrotta, ha il pieno controllo di Joe e lo trascina sempre più a fondo, negli abissi più profondi della malattia mentale. La seconda parte della quarta stagione segna quindi una brusca virata, un’inversione di marcia che spazza via le speranze che lo spettatore e lo stesso Joe pensavano di aver a fatica costruito nella prima parte. 

Questa quarta stagione, costruita a dittico, risulta quindi un upgrade importante nella serie: gli autori mescolano le carte, scavano sempre più a fondo nel personaggio, creano scenari nuovi per poi sconvolgerli a tempo debito. La quarta stagione risulta quindi una ventata d’aria torbida e densa, ma comunque una ventata. 

Non voglio dire altro, nel timore di dire troppo, di togliere ai lettori/spettatori il gusto di vedere la quarta stagione di You. Se non lo avete ancora fatto, mollate tutto e fiondatevi su Netflix

Valentina Siano 

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Valentina Siano

Valentina Siano, classe ’88, professoressa per amore, filologa per caso. Amo la scrittura come si amano quelle cose che ti riescono al primo colpo, non sapresti dire bene come. Scrivo di cultura e spettacolo perché amo il cotone verde del mio divano e il velluto rosso dei sediolini dei teatri. Leggo classici, divoro serie, colleziono sottobicchieri. Sono solo all’inizio della mia scalata alla rubrica gossip di Vanity Fair.
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