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Masterpiece: lo spot di Coca-Cola è un viaggio nell’arte contemporanea

Il brand Coca-cola per il suo nuovo spot internazionale ha voluto omaggiare l’arte contemporanea.

Masterpiece è uno spot interamente girato in un museo, con all’interno alcuni dei capolavori più conosciuti nel mondo dell’arte.

Coca-Cola, una delle più grandi aziende industriali e distributrici di bevande analcoliche, ha ideato Masterpiece ispirandosi al mondo dell’arte. Si tratta di uno spot internazionale che presenta degli studenti d’arte al museo, intenti a illustrare le opere già esposte, ma c’è uno studente che invece è privo d’ispirazione.

Per aiutare il protagonista, prendono vita i quadri presenti e le statue, in modo tale da fornirgli la giusta spinta, e così come se fosse un passaggio di testimone allo studente viene consegnata lei: Coca-Cola.

Il brand americano ha voluto in questo modo rendere omaggio alle meraviglie dell’arte globale, costruendo una storia dove la rinomata bottiglietta rossa viaggia nelle opere.

Nello specifico, il video parte da un quadro cubista Divine Idyll (2022) di Aket, il personaggio raffigurato fa fuoriuscire un braccio dalla cornice ed afferra la bottiglia di Coca cola, ritratta nel celebre quadro Coca-Cola(3) per l’appunto, opera dipinta da Andy Warhol nel lontano 1962.

La bottiglia viene poi lanciata ne il naufragio di Turner e da qui schizza fuori, uscendone intatta, e venendo nuovamente proiettata in un nuovo quadro: L’urlo di Munch. In questo modo, Coca Cola non ha solo voluto omaggiare i quadri più famosi ma ha inserito anche elementi d’arte emergenti, ed è infatti dopo L’urlo di Munch che la Coca-cola viene afferrata dal protagonista del quadro You can’t curse me di Worderbuhle (2022).

A seguire godiamo del quadro Camera da letto ad Arles (1889) di Van Gogh, per poi vedere la bottiglia rossa terminare il suo viaggio culturale con La ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer del 1665; la protagonista del quadro offre così al ragazzo la bottiglietta di Coca-Cola, ormai carica di stimoli culturali e dunque dopo un breve sorso il ragazzo viene travolto da essi, portando così a termine il suo lavoro creativo.

Masterpiece non fa onore solo ed unicamente alle opere d’arte, ma anche alla cinematografia: si nota appunto qualche movimento nella danza creatasi tra un quadro e l’altro, come ispirato al film iconico Matrix, o ancora la reference del far muovere oggetti inanimati all’interno di un museo, elemento tipico del film Una notte al museo.

In sostanza l’insieme di questi elementi culturali hanno permesso la produzione di un tale capolavoro comunicativo e pubblicitario come Masterpiece, che nella traduzione italiana è appunto capolavoro. Un vero e proprio prodotto comunicativo globale quello ideato e creato da uno dei più grandi brand come Coca-Cola.

In queste occasioni in cui viene inclusa l’arte in ogni sua forma, non mancano certo le critiche proprio perché un prodotto così commerciale come Coca-Cola non può esser messo al pari di capolavori come quelli di Andy Warhol o Van Gogh, secondo alcuni.

Altri invece pensando che questo sia stato creato per il semplice motivo di associare sostanze zuccherine e erosive a dipinti di grande portata, come un messaggio subliminale. Quello che c’è sicuramente da riconoscere all’azienda Coca-Cola è che con la sua fama ha permesso la conoscenza di artisti africani emergenti, inserendoli appunto nel suo spot.

Ciò a differenza di quanti la pensano diversamente, è sicuramente un messaggio positivo, si tratta di un qualcosa simile ad un abbraccio culturale, l’unione tra il passato e il presente, la celebrità e l’ignoto, l’arte classica e quella contemporanea, con opere provenienti da tutto il mondo: America Latina, India, Francia, Medio Oriente, Olanda tutti sullo stesso piano e con lo stesso livello di importanza.

La regia del prodotto visivo Masterpiece è di Henry Scholfield e per ora è stato lanciato in America Latina, entro fine anno sarà presente in tutti i mercati mondiali.

Arianna D’Angelo

Vedi anche: Tra un cubetto di ghiaccio ed un bicchiere, la storia della Coca-Cola

Arianna D’Angelo

Arianna, classe ‘98. Mi piacciono le arti visive e musicali. Per me scrivere è esternare il mio mondo interno raccontando ciò che mi appassiona. L’Arianna del mito greco liberò Minosse con il suo filo e io con la mia scrittura libero il mio mondo e ve lo racconto.
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