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Il bacio della morte

La presenza del Satana russo in questa letteratura, lo possiamo vedere nel personaggio iconico di Woland nel romanzo di Bulgakov, il maestro e Margherita, e ancora, nel breve racconto di Gogol, la notte prima di Natale.

Qui, in questo poema del poeta Lermontov, il Demone, la figura del diavolo, si potrebbe dire che non rappresenta i canoni Occidentali come quelli del Milton o del Goethe, tutt’altro, si inserisce appieno nella letteratura russa.

Il poema che ha avuto una turbolenta revisione e redazione, ovvero ne esistono otto, di cui la settima non ci è pervenuta, ha preso avvio nel 1829 quando Michail aveva 16 anni, terminato poi nel 1841 con la sua morte.

Questo breve e intenso poema narra la storia d’amore sui monti del Caucaso tra un Demone e una fanciulla di nome Tamara.

I monti del Caucaso presente nella storia fa da sfondo, si immette come scenografia, questo luogo diventa spettatore del sentimento amoroso che nasce nel demone.

In un giorno di festa l’errante e nostalgico Lucifero, l’angelo caduto, vola sui monti della Georgia, e qui, rimane rapito da questa promessa sposa Tamara che danza in quel suo ‹‹ultimo ballo della vita›› prima di sposarsi.

Secondo i costumi georgiani le donne una volta sposate non poteva più danzare, inizia per queste ragazze una nuova vita, è come se fosse il passaggio dall’infanzia alla vita adulta.

La danza di Tamara è la danza che fa soccombere il demone nel sentimento amoroso, è preso da ‹‹un’emozione inspiegabile››.

[…] Ed eccola: con una mano gira Il tamburello sopra la sua testa,

E più lieve di un uccello ora vola,

Ora si ferma e guarda ed il suo sguardo

Ecco che umido scintilla,

Dietro le belle, invidiose ciglia;

Ora d’un tratto si china lievemente,

E scivola sul tappeto, e vola.

[…]Nell’oscillante umidità dell’ombra

Non può paragonarsi a quel sorriso

Vivo come la gioventù e la vita.

Lermontov, il demone, p. 49

La presenza del demone ormai pazzo e folle d’amore per Tamara, permette al promesso sposo della fanciulla di farlo uccidere dagli Osseti briganti. Qui, il poema, prende avvio dal momento in cui Tamara sparge le lacrime per l’amato perduto che non aveva mai visto, perché l’innamorato demone parla con la ragazza, che la seduce attraverso le parole, le dice di non spargere ‹‹vane lacrime››.

Il canto seduttore del demone tormenta la fanciulla, che nei sogni inizia a percepire attorno a se una presenza oscura e ciononostante lei ne rimane folgorata, è attratta da lui.

Tamara cerca in tutti i modi di scacciare questa presenza fino a rinchiudersi nel convento, il demone però non si arrende alla forza dell’amore.

L’amore del demone precipita nel baratro della morte, si consuma quel binomio di Eros e Thanatos.

La bella e sensuale Tamara, cede all’amore del demone, e qui, avviene quel bacio, il bacio che invece di suggellare, a seguito del giuramento del demone, l’amore, viene suggellato il bacio della morte.

Il bacio del demone si tramuta in veleno.

E lievemente con le sue ardenti labbra sfiorò la bocca,

Della fanciulla le tremanti labbra;

Con le parole seduttrici il Demone

Alle preghiere di lei rispondeva.

Profondamente la guardò negli occhi!

E la bruciò. Nel buio della notte

Su di lei la sua luce risplendeva.

Irresistibile: come un pugnale.

Lo spirito maligno trionfava!

p, 111

Il Demone incarna pienamente la figura dell’angelo caduto, quel Lucifero, che non può rientrare nel suo nostalgico passato, è il demone che trova nell’amore il riscatto, la possibilità di redimersi, ma non ci riesce, è Tamara che con la sua morte suggella la possibilità di accedere al Paradiso.

È un demone seduttore che con le sue fatali e seduttrici parole, si insidia in quella virginale fanciulla, lui rappresenta un Satana romantico, che si incontra con la Terra, seppure la sua natura di non-mortale.

L’ultimo grido di libertà per Tamara è stato quando ha danzato, è in quell’istante che il Demone se ne innamora.

Il bacio rappresenta lo Sehnsucht, per dirla alla maniera tedesca, lo struggimento di un dono che non può possedere, il dono per il demone di poter accedere al Paradiso.

Emilia Pietropaolo

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La Redazione

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