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Come fare il compost

In un’epoca in cui l’Italia detiene il record di nazione europea con più auto considerando i suoi abitanti, in cui l’Italia effettua una raccolta differenziata pari al 64% a fronte del 502 kg di rifiuti pro capite prodotta da ogni cittadino nel 2021, in cui in Italia sono ben 29 su 95 le città che presentano valori di PM10 superiori ai limiti consentiti giornalmente è sempre più sentito il bisogno di “ritornare alle origini”, di ricominciare a respirare aria pulita, di riprendere le abitudini dei propri genitori e nonni. 

Mia nonna, ad esempio, ha vissuto la Seconda guerra mondiale e mi ha spesso raccontato che durante la guerra in cucina bisognava arrangiarsi e tutto ciò che non si dava agli animali, era destinato al consumo umano: bucce di frutta, foglie di verdure, scarti del cibo “dei signori”; i residui organici invece, insieme alle raccolte del pozzo nero venivano usati per concimare gli alberi da frutto o i campi. 

Ed è in soldoni questo che ci chiede di fare la società: ritornare a “riciclare” tutto ciò che è possibile riciclare, senza però trascurare – contrariamente al passato – alcune norme in materia ambientale. 

Il primo passo verso una vera rivoluzione ecologista è l’utilizzo di una compostiera! Ci sono comuni, come quello di Trieste, che accorda la riduzione del 20% della TARI (la tassa sui rifiuti) ai cittadini che dimostrino di aver avviato l’auto-compostaggio domestico dei rifiuti organici e il loro utilizzo in sito. 

Ma cos’è il compost? 

Il compost o hummus è il nome di un fertilizzante naturale ottenibile previa decomposizione di rifiuti organici idonei. So già cosa vi state chiedendo, ma no, non tutti i rifiuti organici possono essere utilizzati. 

Esistono vari sistemi per ottenere un buon compost a livello domestico: ciò che non può mancare è una compostiera, acquistata o auto-costruita, nella quale vanno riversati specifici strati di scarto ai quali addizionare organismi e starter biologici (sia animali invertebrati come lombrichi, sia alcuni microrganismi come batteri e funghi) che velocizzano e ottimizzano il processo.

Quattro sono gli ingredienti importanti: carbonio, azoto, ossigeno ed acqua. I primi due sono elementi che ritroviamo rispettivamente in materiali organici di colore marrone ed asciutti; in materiali verdi ed umidi tra i quali anche frutta e verdura. 

La ricetta:

Proprio come per il nostro organismo, maggiore è la qualità del cibo, migliore sarà la funzionalità del nostro compost. 

Gli ingredienti migliori sono:

  • sfalci, erba e foglie cadute, paglia, trucioli di legno, rami, tronchi, aghi di pino, segatura e cenere di legno 
  • bucce e altre parti della frutta, foglie di ortaggi, bucce di legumi etc
  • altri materiali organici come carta e piatti compostabili ad esempio. 

Ottimi sono anche urina, letame di erbivori (bovini, equini in particolar modo), polvere, alghe, scarti della produzione di birra domestica, erbe e spezie scadute, tovaglioli etc. 

Cosa non mettere nel compost:

Così come determinati elementi favoriscono la decomposizione, ve ne sono altri che non dovrebbero essere compostati: scarti della carne e del pesce, inclusi ossa, pelle, lische, visceri e grasso, latticini e olio, piante e legno trattati chimicamente, piante malate o infestata da insetti, feci di gatti e cani (le feci degli animali carnivori possono contenere parassiti anche molto pericolosi, come il Toxoplasma potenzialmente letale per il feto nella donna gravida). 

Ma quanto costa? 

L’acquisto è sempre consigliato, per l’ambiente in primis e per la tasca del cittadino in secundis in quanto sempre più sono i comuni a favorire la riduzione della tassa TARI a coloro i quali acquistano una compostiera. I prezzi variano in base alla dimensione, l’ubicazione, i litri di compostaggio che si vogliono lavorare, il materiale di composizione. Per le imprese invece, con provvedimento del 21 marzo 2023, l’Agenzia delle Entrate ha definito i termini di presentazione della comunicazione per la fruizione del credito d’imposta riconosciuto per le spese sostenute per l’installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari presenti in Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. 

Piccoli passi per una concreta rivoluzione a favore dell’ambiente. In attesa di passi anche verso i cittadini, vi lasciamo questo video di Orto Da Coltivare:

Antonietta Della Femina 

Leggi anche: Raccolta differenziata e il riciclo: due modi per preservare l’ambiente

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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