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I borghi fantasma della Campania: Roscigno Vecchia

Continua il nostro tour in giro per la Campania alla (ri)scoperta dei borghi abbandonati.

È la volta di Roscigno (da russignuolo, termine dialettale che significa “usignolo”) Vecchia della Comunità montana Alburni, del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni in provincia di Salerno.


Roscigno Vecchia, il centro storico dell’attuale Roscigno, è una frazione completamente disabitata o quasi: i primi “abbandoni” risalgono all’anno 1902 a causa di due ordinanze del genio civile (la legge speciale n. 301 del 7 luglio 1902 e la legge n. 445 del 9 luglio 1908) che obbligarono la popolazione al trasferimento.


Divenuto patrimonio UNESCO nel 1998 viene chiamato “il paese che cammina” a causa delle continue frane e dei continui smottamenti o “la Pompei del Novecento”, così la definì nel 1982 Onorato Volzone, giornalista de Il Mattino, a celebrazione della sua bellezza immutata come la cittadina ai piedi del Vesuvio.


In Roscigno Vecchia attualmente risiede un solo “abitante” (l’ultima vera abitante del paese è stata Teodora Lorenzi): Giuseppe Spagnuolo, che ama definirsi “unico, libero, abusivo, speciale”.

E proprio come Giuseppe il borgo ostinato prova a sopravvivere: ogni anno sono 20mila i visitatori.


La proloco e le tante associazioni locali organizzano incontri, attività, eventi: le case sette-ottocentesche, la fontana in piazza e i platani fungono da sfondo a sagre, rimpatriate di ex abitanti, mercatini agro-alimentari, premiazioni, tornei. “Ogni occasione è buona” per far rivivere quelle stradine troppo silenziose.


Cosa vedere a Roscigno: https://www.cilentopark.it/cosa-vedere/roscigno.htm
Una gallery: http://roscignovecchia.com/photo-gallery/.


Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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