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The sinner 3, la serie che non ti delude

Il 9 dicembre è uscita su Netflix la terza stagione di The sinner e nel giro di un paio di giorni l’abbiamo divorata. 

Poi sono arrivate le feste di Natale, le tombolate, lo slalom tra i positivi, il valzer di tamponi e quindi solo adesso trovo il tempo e le ragioni valide per spiegarvi quanto The Sinner sia sempre una garanzia, fino a che punto valga sempre la pena seguirla, in che modo questa serie non sarà mai capace di deludervi.

Delle prime stagioni di The Sinner, serie antologica che ruota attorno alle investigazione del torvo e misterioso detective Harry Ambrose (Bill Pullman), abbiamo già ampiamente parlato qui.

La terza stagione ripropone lo stesso modello già visto nelle prime due: eppure la ripetitività della struttura narrativa per nulla intacca il fascino che la serie riesce ad esercitare

Ancora una volta, dunque, il detective Ambrose si ritrova ad indagare i sentieri più impraticati della psiche umana: quei traumi, quelle ferite, quelle forze torbide e oscure che la nostra mente reprime non sempre con successo. Ancora una volta il protagonista di The Sinner si ritrova a fare i conti con la parte più bestiale e incontrollabile di sé. 

Nella terza stagione di The Sinner a fare da protagonista è il fascino incontrastabile del male. Interpretato da un bellissimo e intensissimo Matt Bomer, Jamie Burns è un giovane insegnante di storia di una prestigiosa scuola femminile, dalla vita apparentemente perfetta: un matrimonio solido, un bel lavoro, un figlio in arrivo. 

A sconvolgere questo perfetto equilibrio esistenziale è l’arrivo di Nick Haas (Chris Messina), amico di Jamie dai tempi del college. Dopo una cena densa di un inspiegabile imbarazzo a casa di Jamie, Nick verrà ritrovato morto in un misterioso incidente d’auto, nel bel mezzo di un fitto bosco.

Compito di Ambrose sarà, non solo ricostruire le responsabilità e la dinamica della morte di Nick, ma anche indagare a fondo il rapporto torbido che c’è tra i due compagni di college. Da qui in poi nulla si può dire che non costituisca uno spoiler. 

Fin da subito ciò che catalizza l’attenzione dello spettatore sono i demoni che annebbiano la mente di Jamie, demoni che solo Nick è capace di far fuoriuscire e che  hanno le sembianze dell’Übermensch di Nietzsche, il superuomo, la forma più alta dell’essere umano, dotato di una propria morale in cui le coordinate del bene e del male non esistono. 

Ma in questa terza stagione le indagini del detective Ambrose prenderanno una piega inaspettata e pericolosa: un’attrazione quasi magnetica esercitano Jamie e le sue idee su Ambrose. Un’attrazione che lo porterà a spingersi ben oltre il lecito, ben oltre il consentito, ben oltre il moralmente giusto. 

Questa terza stagione è, dunque, non solo un thriller ma quasi un’analisi psicologica e antropologica su quel lato oscuro e brutale che risiede in ognuno di noi. Un lato sopito, addomesticato dalla civiltà e dalla morale eppure sempre pronto a prendere il sopravvento. 

Assodato, quindi, che la terza stagione è la riconferma che The Sinner è uno dei migliori prodotti presenti su Netflix, per i fan della serie sarà utile sapere che una quarta e ultima stagione è già andata in onda negli USA tra ottobre e dicembre. 

Non ci resta dunque che attendere l’arrivo della quarta stagione di The Sinner in Italia per dire addio al detective Ambrose.  

Valentina Siano

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Valentina Siano

Valentina Siano, classe ’88, professoressa per amore, filologa per caso. Amo la scrittura come si amano quelle cose che ti riescono al primo colpo, non sapresti dire bene come. Scrivo di cultura e spettacolo perché amo il cotone verde del mio divano e il velluto rosso dei sediolini dei teatri. Leggo classici, divoro serie, colleziono sottobicchieri. Sono solo all’inizio della mia scalata alla rubrica gossip di Vanity Fair.
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