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Ceci n’est pas un blasphème: riparte l’avventura e lo annuncia un talk-show intitolato “Spendi Spandi e/offendi”

Ceci n’est pas un blasphème, il Festival delle Arti per la libertà d’espressione e contro la censura religiosa, si prepara alla sua seconda edizione nel 2023.

La prima edizione  si è svolta dal 17 al 30 settembre 2021 con esposizioni artistiche al Pan di Napoli ed eventi dal vivo in altre sedi della città tra strenui sostenitori della causa, curiosi visitatori e polemici oppositori, la prima edizione di Ceci n’est pas un blasphème è stata un vero successo

Il Festival ha catturato l’attenzione di tutta Italia, inaugurando un moto di risveglio delle coscienze che non può essere arrestato.

Per questo, si sta portando avanti quella che era già l’idea originaria: rendere il Festival una kermesse biennale e far sì che il capoluogo partenopeo diventi il centro nevralgico della riflessione sulla censura e baluardo della libertà d’espressione

La seconda edizione sarà organizzata dall’associazione di promozione sociale Falsi Magri(tte), in collaborazione con Ciurma Pastafariana, WannaBeBuddha, supporter internazionali come MicroMega e One Law for All e sarà curata dalla direttrice artistica Emanuela Marmo

Gli organizzatori sono all’opera per il secondo round di Ceci n’est pas un blasphème. Siamo certi che non deluderà le alte aspettative, anzi, ce lo immaginiamo ancora più audace, accurato e iconoclasta, con numerosi ospiti d’eccezione e un programma altrettanto eterogeneo e stimolante. 

Abbiamo avuto un piccolo assaggio di quello che ci attende l’anno prossimo durante il talk-show che ha avuto luogo venerdì 30 Settembre 2022 alle ore 18:30 presso la libreria The Spark Creative Hub di Napoli.

L’evento, intitolato “Spendi, spandi e/offendi” – evidente richiamo al brano di Rino Gaetano – si è svolto in piena linea con lo spirito originale ed eclettico che il Festival ha mostrato di possedere nella prima edizione.   

“Spendi, spandi e/offendi” non è stato solo un talk-show, ma anche un quiz a tema, un comedy-show che ha fatto divulgazione  (per citare la stessa descrizione che ne hanno dato gli organizzatori). Dopo l’appuntamento del 9 Aprile 2022 a Latina, l’evento è tornato nella città che ha dato i natali al Festival.

La scelta del 30 Settembre non è stata casuale: in questa data ricorre annualmente la Giornata internazionale della Blasfemia, istituita nel 2009 dal Center for Inquiry per contrastare i fascismi religiosi e proteggere la libertà di espressione in ogni parte del mondo.

“Spendi, spandi e/offendi” è stata dunque un’occasione per celebrare la ricorrenza, ma è stato anche un evento-staffetta per ricordare l’edizione passata di Ceci n’est pas un blapshème e lanciare la prossima e la raccolta fondi che dovrà sostenerla. 

Il talk show è stato presentato dalla direttrice artistica del progetto Emanuela Marmo e dalla giornalista Rosaria Carifano e si è articolato in quattro momenti principali.

“Spendi, spandi e/offendi” si è aperto con la proiezione del cortometraggio Kazzotti in pancia, realizzato dai subvertiser Ceffon e Illustre Feccia. Si tratta di un video satirico che ironizza sulla polemica esplosa intorno ai manifesti anticlericali affissi dai due artisti in giro per la città partenopea. A riprese che inquadrano i manifesti “incriminati” e le rimostranze dei fedeli (spesso accese e colorite), si alternano spezzoni tratti dai TG, dalla Tv e da film e serie comici, tra cui i censurati Griffin.  

A seguire è salito sul palco Luca Iavarone (Direttore creativo di Ciaopeople), che ha interpretato un monologo da lui scritto su San Gennaro, nel quale racconta l’esperienza vissuta con il Santo e i suoi fedeli durante le video-interviste realizzate per Fanpage ogni 19 settembre. Video che sono riusciti a catturare perfettamente e spontaneamente la duplice natura di Napoli sacra e profana: tra le richieste bizzarre dei fedeli, alla devozione della comunità italiana a New York (c’è chi addirittura sostiene che se San Gennaro fosse stato il patrono della Grande Mela, le Torri non sarebbero cadute), alla spiegazione antropologica di Roberto Saviano (San Gennaro è un santo che cerca l’umano nell’umano), al fenomeno del web “Ma io sono giapponese!”. 

Dopodiché, è stata la volta del quiz sulla Madonna: un gioco a premi in cui gli spettatori dovevano rispondere in modo corretto a una serie di domande sul culto mariano. Un siparietto che ha permesso di riflettere sulla maniera patriarcale in cui viene concepita la sua figura, rappresentata come un modello ineccepibile di donna e strumentalizzata per la compravendita. Argomento sul quale ha ironizzato provocatoriamente l’artista Alt nella sua opera censurata “Madonna con bottino”, in vendita per la raccolta fondi.

A concludere, lo stand-up commedian Davide DDL ha intrattenuto e divertito il pubblico con il suo esilarante monologo sulla contraddittorietà della Chiesa Cattolica: partendo dai messaggi minacciosi ricevuti in seguito all’affissione dei manifesti (nonostante lui non c’entrasse nulla); al patrimonio immobiliare della chiesa in Italia (il 20% sul totale nazionale); fino ad arrivare a Papa Francesco e al famoso episodio dello schiaffo. Infine, Davide DDL ha offerto un interessante spunto di riflessione: su cosa fonda il suo potere la Chiesa Cattolica? Su riti e parole che si ripetono.

Nella serata di “Spendi, spandi e/offendi” gli organizzatori hanno anche preparato una sorpresa speciale per i presenti. Questi hanno avuto la possibilità di provare uno dei pezzi più apprezzati nella mostra espositiva tenutasi al PAN durante la prima edizione e cioè la Blasphemy Box, una sorta di “confessionale portatile” da installare temporaneamente nei luoghi pubblici per soddisfare le proprie necessità blasfeme in tutta sicurezza, senza rischiare la sanzione ancora oggi in vigore per chi bestemmia in pubblico, che varia tra i 50 e i 310.

Ceci n’est pas un blasphème si inserisce nella campagna mondiale End Blasphemy Laws, che punta all’abolizione delle leggi contro la blasfemia.  

Come ha ribadito Emanuela Marmo al termine dell’incontro, Il Festival delle arti per la libertà d’espressione contro la censura religiosa non è un invito alla bestemmia gratuita, bensì si pone due obbiettivi seri e importanti:

  1. Dimostrare la qualità artistica e tecnica dell’arte anticlericale e antireligiosa, che ha il diritto di esprimersi liberamente (bisogna saper distinguere la satira dall’offesa);
  2. Rappresentare la blasfemia nel mondo e il modo in cui la religione viene asservita a fini politici per mettere a tacere pensieri scomodi e divergenti.

Ceci n’est pas un blasphème è interamente autofinanziato: se è stato possibile realizzarlo e se ciò accadrà ancora è anche grazie al prezioso aiuto finanziario di quanti hanno elargito un contributo a sostegno della battaglia.

Per donare clicca qui.

In alternativa, puoi acquistare una o più opere in vendita.

Giusy D’Elia 

Leggi anche: Falsi Magri(tte), la lotta a difesa dell’arte anticlericale non si ferma

Giusy D'Elia

Disordinata, ansiosa, testarda, logorroica… ma ho anche dei difetti. I pregi scoprili leggendo i miei articoli! Sono Giusy D’Elia, classe 1997. Studio Filologia moderna perché credo nel valore della cultura umanistica. Ho un mondo dentro che ha paura di uscire, ma La Testata mi sta aiutando a farlo esplodere! Sono la responsabile di Tiktok.
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