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Episodi finali degli anime in TV: Leggenda o realtà?

Sin da quando il tubo catodico ci attraeva irresistibilmente con le sue lusinghe, i cartoni animati provenienti dal mondo nipponico hanno costituito una parte importantissima per la nostra infanzia.

Ma la compagnia che ci offrivano celava purtroppo un lato oscuro, ovvero la programmazione televisiva molto scadente.

Quanti poveri bambini hanno guardato i loro cartoni preferiti aspettando col cuore in gola quel fantomatico ultimo episodio senza però vederlo mai?

E quella terribile frustrazione nel vedere cartoni anche molto lunghi ricominciare dall’inizio all’improvviso? Son cose che minano la fiducia nel mondo.

Non vi preoccupate, ci siamo passati tutti e oggi renderemo giustizia a tutte le vittime dell’insensibilità televisiva.

Siete pronti?

HEIDI

Iniziamo con un anime denso di colpi di scena.

Heidi è una piccola orfanella che va a vivere sulle Alpi assieme al suo scorbutico nonnino. State ricominciando a sentire il pathos di questo cartone?

Chi infatti non ricorda le avventure della piccola pastorella fra i monti, tutti quei trepidanti episodi in cui lei ed il nonno affrontavano le dure prove della vita montanara, come la produzione di un buon formaggio?

In effetti Heidi ha la peculiarità rispetto agli altri cartoni di aver fatto fiorire delle vere e proprie leggende sul suo finale, non perché questo fosse occultato da una programmazione insoddisfacente, ma proprio perché nessuno arrivava all’ultimo episodio, o almeno nessuno ci arrivava sveglio.

Ma dunque, come finisce Heidi? Sono vere le leggende metropolitane del web che tratteggiano un finale a tinte oscure con la morte dell’amica in sedia a rotelle, la piccola Clara? O forse sono vere quelle che parlano della morte del nonno misantropo dopo aver finalmente aperto il suo cuore e averla invitata ad affrontare i suoi timori e vivere in città?

Ovviamente no.

Alla fine della serie Heidi, dopo un breve soggiorno a Francoforte, ritorna fra i monti. E niente, il finale è praticamente l’inizio della serie. Però la piccola Clara riprende a camminare, dopo aver penato tanto.

Almeno qualcuno qui è felice.

L’UOMO TIGRE

Ah, i giapponesi e la loro mania per l’esagerazione.

Questo cartone ha praticamente insegnato un numero infinito di valori ai bambini, ad esempio, come non si lotta nel wrestling.

Infatti il protagonista, Naoto Date, più che lottare mascherato da tigre, doveva difendersi da psicopatici che provavano ad attentare alla sua vita in ogni episodio. Ma lui era l’Uomo Tigre, quindi doveva combattere nel modo giusto, ovvero prendendo un sacco di legnate senza poter chiedere aiuto all’arbitro.

Insomma, avreste per caso voluto che gli orfani difesi dall’Uomo Tigre lo avessero visto in difficoltà? Non sia mai che i bambini avessero imparato la richiesta d’aiuto per legittima difesa, no. Bisognava capire che legnare era il modo migliore per risolvere qualunque cosa.

Ma la conseguenza paradossale era che L’uomo Tigre, nella sua infinita megalomania, nella violenza, nei comportamenti assurdi dei cattivi e dei giudici delle gare, finiva per affascinare e per farti chiedere: ma come sarebbe potuto finire un cartone così assurdo e divertente?

Ebbene, nell’episodio finale l’Uomo Tigre, dopo l’ennesimo incontro in cui sta per essere ucciso, perde la maschera, rivelando a tutti la sua identità. Ma a quanto pare oltre la maschera perde anche le staffe e uccide il suo avversario.

I presupposti ci sono tutti, identità violata, omicidio e incertezza: quale sarà il violentissimo epilogo della serie?

Naoto Date decide di andare via.

Ma come? D’accordo che la sua identità è stata svelata, ma ci sarà sicuramente qualche sviluppo ulteriore per gli orfani e per il personaggio, no?

In effetti c’è un sequel dell’Uomo Tigre.

Il problema è che questo sequel inizia dicendogli che il viaggio di Naoto Date è stato di sola andata, perché è morto, investito da un auto.

Forse non era esattamente una cattiva idea fermarsi prima dell’ultimo episodio.

Gabriel Santomartino

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Gabriel Santomartino

Classe 97, aspetto di laurearmi in lettere moderne e nel mentre mi nutro di romanzi, racconti e miti come ci si potrebbe nutrire solo di ambrosia. O di una pasta al forno, volete mettere? Appassionato in maniera megalomane di letteratura, fumetti e film col segreto proposito di conoscere un giorno una formula per leggere le emozioni all’interno dell’anima. E di diventare scrittore, ovviamente. Quando le idee sono troppe mi rifugio nella natura, magari con una cioccolata calda.
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