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Santi dubbi, Gandhi era davvero contro la violenza?

Gandhi non è di certo un Santo, ma è comunque un uomo passato alla storia per aver messo la propria vita al servizio del prossimo.  

Infatti, è stato uno dei pionieri e teorici del satyagraha, cioè la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa, fondata sulla verità e sulla nonviolenza, che ha portato l’India all’indipendenza. 

In India, Gandhi è stato riconosciuto come “Padre della nazione” e il giorno della sua nascita, il 2 ottobre, è stato dichiarato “Giornata internazionale della nonviolenza” dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. 

Tuttavia, pare che anche lui abbia qualche scheletro nascosto nell’armadio. 

Innanzitutto, le sue battaglie per i diritti civili erano esclusivamente per il popolo indiano. Infatti, pare avesse un’immensa repulsione nei confronti dei neri d’America che contemporaneamente stavano combattendo per i loro diritti.

Si rifiutò sempre di incontrare i loro leader e, durante una delle sue campagne, disse: «Potevamo capire di non essere giudicati come bianchi, ma essere messi allo stesso livello dei nativi sembrava troppo da sopportare. I kaffir, (termine offensivo per riferirsi alle persone nere), sono di regola incivili, e i detenuti lo sono ancora di più. Sono fastidiosi, molto sporchi e vivono come animali».

Inoltre, pur avendo fondato la sua filosofia e le sue battaglie civili sulla nonviolenza, pare avesse la mano pesante nei confronti di sua moglie e dei suoi figli. Tra l’altro, sembra che tra il 1908 e il 1910 abbia lasciato sua moglie per iniziare una relazione omosessuale con l’architetto tedesco ed ebreo, Hermann Kallenbach. 

Proprio sua moglie ha raccontato che Gandhi era così disgustato dai rapporti eterosessuali che, quando ne avevano, cadeva malato. 

Non che l’omosessualità sia qualcosa di deplorevole, ma la notizia desta quantomeno sorpresa se si pensa al fatto che proprio Gandhi, negli anni ’30, si era esposto pubblicamente contro l’omosessualità, tentando di cancellare le tracce della tradizione omoerotica indiana dai templi. 

Insomma, di certo non è stato un marito modello, se si pensa anche al fatto che ha lasciato morire sua moglie, negandole la penicillina quando si è ammalata di polmonite, perché giudicava sbagliato assumere sostanze aliene al corpo. Eppure, quando anni dopo si ammalò di malaria, non esitò a curarsi con del chinino. 

Insomma, Gandhi era razzista, sessista, omofobo e, qualcuno afferma, persino pedofilo. 

Secondo la filosofia indù, il Nirvana può essere raggiunto solo con la completa separazione dai desideri e dai bisogni del mondo fisico, tra i quali anche gli istinti sessuali. Più che astenersi dal sesso, Gandhi credeva di dover esercitare la negazione fino a non provare più alcun desiderio e, per farlo, si dice si sia steso nudo in mezzo a un gruppo di bambini. 

Ma, esattamente, perché aveva bisogno di esercitarsi in questo modo? E siamo proprio sicuri che sia riuscito a tenere a freno i propri istinti e desideri? 

Non possiamo esserne certi, ma almeno in questo speriamo di sì. 

Nadia Rosato 

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Nadia Rosato

Nadia Rosato, napoletana di nascita e di residenza. Laureata in Filologia Moderna. Ho la luna in gemelli. Il modo migliore per farmi fare una cosa è dirmi che non posso farla.
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