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Oscar 2022: è il Will Smith show, tra vittorie (e risse) ecco i vincitori delle 94esima edizione

Oscar 2022: anche quest’anno – nonostante il mondo stia chiaramente finendo – tutto si è fermato per la Notte del Cinema.

I 94esimi Academy Award hanno fermato (momanteneamente) l’Apocalisse per essere celebrati al Dolby Theatre di Los Angeles.

I famosi “attimi di dimenticanza” di cui parlava Totò alla signora Adriana Fallaci servono a recuperare la dimensione leggera ed umana dell’esistenza.

“Andatelo a dire a Will Smith” replicherebbero coloro che hanno seguito la cerimonia degli Oscar 2022 in live streaming su Sky nella notte tra domenica e lunedì 28 marzo.

Perché se una star dello show c’è stata si tratta proprio dell’amatissimo Principe di Bel-Air. Un alterco tra il vincitore dell’Oscar come Miglior Attore Protagonista per King Richard (Smith) e il comico Chris Rock, infatti, darà da parlare a tutti per il prossimo mese. Sempre che il Presidente Russo, Vladimir Putin, non si sentisse lasciato da parte e decidesse di puntare nuovamente i riflettori su di sé.

Ma cosa è successo esattamente tra Will Smith e Chris Rock?

Rock era sul palco a parlare di documentari premiati e premiabili, quando ha deciso di fare una battuta infelice sulla moglie di Will, Jada Pinkett Smith. Rock ha chiamato la signora Smith, da anni costretta a rasarsi la testa a causa dell’alopecia, come il personaggio interpretato da Demi Moore in Soldato Jane. Sì, non il suo momento migliore. Ma Will – con un sorrisone stampato sul volto fino a pochi secondi prima – ha dato dimostrazione delle sue doti attoriali quando si è alzato di scatto e ha piantato un ceffone in pieno volto a Rock, intimandolo di “non parlare mai più di sua moglie”. Per di più, ad altissima voce.

Sì, Will, sei in diretta streaming con il mondo intero, ti abbiamo sentito tutti. 

Denzel Washington, star del cuore e di Hollywood, ha riappacificato gli animi (o ha offerto un drink bello pesante a Will) e al momento della vittoria Smith ha chiesto pubblicamente scusa. “Sono protettivo nei confronti della mia famiglia come il mio personaggio, Richard. L’amore fa fare gesti folli” ha affermato Smith. Sì, Will, d’accordo, ma non tutti mandano la gente in ospedale per una battuta infelice. 

Will Smith show a parte, i vincitori sono stati piuttosto chiari sin dall’inizio. Nessun Oscar per Miglior Film Internazionale a Paolo Sorrentino, vince Drive My Car del regista giapponese Ryûsuke Hamaguchi. 

Il Miglior Film è I segni del cuore (CODA).

Ecco la lista completa dei vincitori:

  • Miglior attore protagonista: Will Smith – King Richard
  • Miglior attrice protagonista: Jessica Chastain – Gli occhi di Tammy Faye (The Eyes of Tammy Faye)
  • Miglior regia: Jane Campion – Il potere del can e (The Power of the Dog)
  • Miglior attore non protagonista: Troy Kotsur – I segni del cuore (Coda)
  • Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose – West Side Story
  • Miglior sceneggiatura originale: Kenneth Brangh – Belfast
  • Miglior sceneggiatura non originale: Sian Heder – I segni del cuore (CODA)
  • Miglior film internazionale: Drive my car (Doraibu mai kā), regia di Ryūsuke Hamaguchi (Giappone)
  • Miglior trucco: Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh – Gli occhi di Tammy Faye (The Eyes of Tammy Faye)
  • Migliori costumi: Jenny Beavan – Crudelia (Cruella)
  • Miglior sonoro: Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill, Ron Bartlett – Dune (Dune: Part One)
  • Miglior film d’animazione: Encanto, regia di Byron Howard e Jared Bush
  • Miglior documentario: Summer of Soul (…Or, When the Revolution Could Not Be Televised), regia di Questlove, Joseph Patel, Robert Fyvolent e David Dinerstein
  • Migliori effetti speciali: Paul Lambert, Tristen Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer – Dune (Dune: Part One)
  • Miglior scenografia: Patrice Vermette – Dune (Dune: Part One)
  • Miglior fotografia: Greig Fraser – Dune (Dune: Part One)
  • Miglior montaggio: Joe Walker – Dune (Dune: Part One)
  • Miglior colonna sonora: Hans Zimmer – Dune (Dune: Part One)

Sveva Di Palma

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Sveva Di Palma

Sveva. Un nome strano per una ragazza strana. 32 anni, ossessionata dalla scrittura, dal cibo e dal vino, credo fermamente che vincerò un Pulitzer. Scrivo troppo perché la scrittura mi salva dal mio eterno, improbabile sognare. È la cura. La mia, almeno.
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