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La guerra anglo-zanzibariana: il nome è lungo ma la durata no

A scuola abbiamo tutti studiato le guerre più cruenti e logoranti mai accadute – tra le più celebri in Europa, la Guerra dei Cento anni e la Guerra dei Trecentotrentacinque anni – ma vi siete mai chiesti qual è stato il conflitto più breve della Storia?

La risposta coinvolge il Regno Unito e il fu Sultanato di Zanzibar, in Tanzania, che all’epoca dei fatti era protettorato britannico.

Correva l’anno 1896 quando morì il sultano Hamad bin Thuwayni, grande alleato delle forze britanniche. Suo nipote Khālid bin Barghash s’insediò nel palazzo reale di Stone Town nella speranza di essere riconosciuto come sovrano. 

La Corona Inglese preferiva però qualcuno più vicino agli interessi della madrepatria, dunque inviò un ultimatum, ricordandogli che, stando al trattato stipulato nel 1886, per poter ascendere al trono di Zanzibar era obbligatorio il benestare del console britannico. 

Barricatosi nella residenza insieme alla sua guardia personale e rifiutata qualsiasi trattativa, Khālid lasciò che l’ultimatum scadesse, alle ore 9.00 del 27 agosto 1869. 

Schierati circa 900 uomini al porto, e oltre il triplo nel palazzo reale tra guardie, civili e schiavi dell’harem, Khālid si trovò a fronteggiare alle 9.02 un massiccio bombardamento che neutralizzò qualsiasi difesa e distrusse il palazzo reale.

Nel frattempo, un piccolo scontro infuriò anche al porto, dove le cinque navi inglesi affondarono due barche e lo yacht reale. 

Ci vollero esattamente 38 minuti perché le difese di Khālid cadessero – furono 500 le vittime zanzibarine, tra gli inglesi fu ferito solo un marinaio – e il sultano fu costretto alla resa.

Sul trono di Zanzibar salì quel pomeriggio stesso Ḥamūd bin Muḥammed, l’uomo che la Corona inglese voleva fin dall’inizio e che segnò l’inizio di un governo fantoccio, non più indipendente ma fortemente influenzato dal Regno Unito. 

Khālid e i suoi più fedeli seguaci sopravvissuti furono ospitati dal consolato tedesco, che gli diede asilo, aiutandolo poi a fuggire nell’Africa Orientale Tedesca. I sostenitori di Khalid rimasti in patria dovettero invece risarcire al governo il costo dei proiettili e dei danni causati dal saccheggio avvenuto nei quartieri indiani, che si erano schierati con gli inglesi.

Khalid venne catturato dalle forze britanniche solo nel lontano 1916, durante la Campagna dell’Africa Orientale, per poi finire esiliato prima alle Seychelles, poi a Sant’Elena. Riuscì a ottenere il permesso per tornare in Africa molti anni dopo, morendo a Mombasa nel 1927. 

Claudia Moschetti

Vedi anche: Guerra Ucraina – Russia: facciamo il punto della situazione

Claudia Moschetti

Claudia Moschetti (Napoli, 1991) è laureata in Filologia Moderna. Ha insegnato italiano a ragazzi stranieri e scritto per un sito universitario. È attualmente recensora presso il blog letterario Il Lettore Medio e redattrice per il magazine La Testata. Dal 2015 al 2021 ha collaborato alla fiera del libro gratuita Ricomincio dai libri, di cui è stata anche organizzatrice.
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