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Giuseppe Garibaldi, Giuseppina Raimondi e un matrimonio durato solo un’ora

No, in quest’articolo non parleremo del Garibaldi che, chi più e chi meno, conosciamo tutti. 

Quello di cui parleremo qui è una vicenda curiosa, divertente o forse no, che coinvolge uno dei più abili condottieri militari della storia.

Già, perché mentre sono note a tutti le vicende militari, le gesta e il carattere di grande combattente di Garibaldi, quello che forse sanno in pochi è che l’uomo era abile e aveva successo anche in fatto di donne.

Numerose, infatti, erano state le sue conquiste, tant’è che era comunemente noto come tombeur de femmes, ovvero grande conquistatore, dongiovanni, playboy. 

Insomma, potremmo dire che il mondo delle donne era per lui paragonabile al campo di battaglia che ben conosceva: tante le vittorie, ma cocente la sconfitta. In questo caso la sconfitta è proprio quella subita con Giuseppina Raimondi, diventata sua moglie nel 1860… ma solo per un’ora.

Ma andiamo con ordine. 

Prima della Raimondi, numerose furono le relazioni di Garibaldi. La più celebre è sicuramente quella con Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, detta anche Anita. I due si conobbero nel 1839, quando Garibaldi aveva trentadue anni e lei solamente diciotto. 

Si racconta che l’incontro tra i due avvenne tramite un cannocchiale. Sì, perché Garibaldi l’avrebbe vista attraverso un cannocchiale e avrebbe detto: «Deve essere mia».

E così fu. Il loro matrimonio durò per ben dieci anni, fino al 4 agosto del 1849, quando la donna morì a Ravenna. Da questo matrimonio nacquero quattro figli. 

In seguito a questo primo matrimonio saranno tante le relazioni del condottiero con altre donne, tutte scelte dalla nobiltà e dall’alta borghesia… chiaramente. 

In questo vortice di successi, relazioni, matrimoni e altrettante rotture, la prima sconfitta Garibaldi la subirà proprio da Giuseppina Raimondi, figlia illegittima del marchese Giorgio Raimondi Mantica Odescalchi

La Raimondi aveva un carattere decisamente risoluto, forte, che non passava certo inosservato. Seguì il padre nel suo esilio in Svizzera e successivamente partecipò alle lotte per l’indipendenza italiana.

Ma non è tutto. Giuseppina Raimondi vantava anche un notevole stuolo di amanti, tra i quali si muoveva con agilità e fascino. 

Eppure, inizialmente, con Garibaldi non c’era verso di uscire. Numerosi furono i rifiuti che collezionò l’abile condottiero e, più ne collezionava, più lui la desiderava. A Garibaldi non restava altro che farle una corte serratissima e attendere che la donna finalmente accettasse di sposarlo.

Cosa che, improvvisamente, successe per davvero, dopo un anno di rifiuti, nel 1860. Il matrimonio si celebrò il 24 gennaio nella villa di Fino Mornasco. A questo punto, dopo un anno intero trascorso a sudare e lottare per averla, avremmo potuto finalmente dire “e vissero felici e contenti”, ma invece…

Poco dopo la cerimonia si presentò il maggiore Rovelli, allora uno dei tanti amanti della Raimondi, per mostrare a Garibaldi le prove ufficiali delle tante relazioni extraconiugali intrattenute dalla donna, tutte in contemporanea. 

Garibaldi, a questo punto, convocò anche la neo – e subito ex – sposa, per chiedere conferma della questione. La Raimondi, con nonchalance e anche un pizzico di indifferenza, confermò tutto.

E fu così che la loro vita coniugale finì, dopo soli sessanta minuti. 

A questo punto, le loro strade si divisero definitivamente e i due non si rividero mai più: nel 1880 – anno in cui la loro unione venne ufficialmente dichiarata nulla – Garibaldi si sposò per l’ultima volta con un’altra donna. 

Giuseppina Raimondi, invece, per un primo periodo continuò la sua felice vita poliamorosa, fino a quando non convolò anche lei a nozze con l’avvocato Lodovico Mancini da cui ebbe la sua unica figlia, Nina

Anna Illiano

Copertina: collage da gq-magazine.co.uk

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Anna Illiano

Anna Illiano (Napoli, 1998) è laureata in Lingue e Letterature euroamericane e si sta specializzando in editoria e giornalismo presso La Sapienza di Roma. Ha un blog personale “Il Giornale Libero” ed è articolista per il magazine La Testata. Dal 2021 collabora occasionalmente col giornale “il Post Scriptum”
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