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Toss a coin to The Witcher, una seconda stagione coi fiocchi

Accattivante e movimentata, la seconda stagione di The Witcher ci regala diverse emozioni e sensazioni, nuove rispetto alla prima stagione, pur senza perdere quel filo conduttore tra il prima e il dopo. 

Geralt of Rivia non smette di affascinarci, ma stavolta con lui c’è anche Ciri, intrepida, coraggiosa e… con una nuova famiglia.

Inutile girarci intorno, questa seconda stagione non ha deluso e, anzi, ha dato tutti i presupposti giusti per considerarla un perfezionamento di una prima stagione che ci ha lasciati con qualche perplessità. Cercherò di non fare troppi spoiler, ma è giusto sottolineare i punti forti – e quelli più deboli – di una seconda stagione che ci introduce in un’epica diversa, dal ritmo più avvincente e lineare. 

Il tema centrale di questa stagione, come si evince benissimo fin dal primissimo episodio, è quello della genitorialità. Abbiamo a che fare con un Geralt (Henry Cavill) disposto a fare di tutto pur di difendere la principessa Cirilla (Freya Allan), che aveva giurato di proteggere ad ogni costo. Dal primo all’ultimo episodio sono rarissimi i momenti in cui li vediamo separati. Torneranno sempre insieme, più forti e uniti di prima. 

Com’era stato accennato vagamente durante la prima stagione, i due sono l’una il destino dell’altro e – come afferma Geralt alla fine – al destino non si sfugge (“né si dovrebbe”, aggiunge Yennefer). È proprio questo il secondo tema, quello del destino e, insieme ad esso, quello della speranza, filo conduttore di quasi tutti i personaggi di questa seconda stagione. Ognuno per motivi diversi, tutti hanno speranza in qualcosa. 

Ma qui la vera sorpresa è proprio lei, Ciri, principessa scappata e miracolosamente sopravvissuta alla strage di Cintra. Lo sviluppo di questo personaggio è strabiliante e passa dall’essere una ragazzina spaventata e smarrita nella prima stagione, all’essere una donna forte, coraggiosa, determinata a scoprire di più sul suo complesso passato. 

È lo sviluppo di un personaggio che si rende conto di essere la chiave di volta a tutti i problemi: Ciri se ne rende conto e accetta di portare sulle spalle un tale fardello. Era quello che ci aspettavamo. Dopo la prima stagione in cui, ahimè, aveva forse una caratterizzazione troppo debole, non potevamo non aspettarci – e pretendere, forse – che in questa nuova stagione colei che rappresenta il destino del Witcher avesse un’importanza centrale. 

Ed è così: tutto in questa seconda stagione si svolge intorno alla figura di questa ragazzina che sembra essere la soluzione ai problemi di witcher, elfi e uomini tutti. 

Ma un’altra cosa ci lascia positivamente colpiti da questa seconda stagione: l’introduzione di personaggi nuovi, che danno quel tocco in più, quell’articolazione maggiore e più profonda che la prima stagione poco mostrava. Uno tra questi personaggi è sicuramente Vesemir, mentore di Geralt e “padre” dei Witcher. Il suo è un personaggio costruito in maniera magistrale e in soli otto episodi emerge tutta la sua complessità. 

Quello di Yennefer, invece, in questa seconda stagione è un personaggio controverso, che ci fa suscitare sentimenti contrastanti. Nonostante non abbia uno specifico ruolo come nella prima stagione – dalla quale, peraltro, esce come eroina – Yennefer è comunque in grado di farci sentire fin dentro le ossa tutta la drammaticità del suo personaggio. 

Stavolta non combatte nessuna battaglia esterna. È dentro di lei che avviene il duello più sanguinoso, è con lei stessa che deve combattere per rimarginare “delle ferite che non ne vogliono sapere di guarire”. In questo la stagione è stata impeccabile: è stata in grado di farci immergere appieno nella sua psiche rotta e, insieme a lei, abbiamo cercato qualsiasi spiegazione, qualsiasi rimedio possibile al suo grosso problema. 

Ancora una volta la chiave di tutto qual è? Ciri, ovviamente. E il modo in cui questa stagione si conclude ci fa già pensare che il suo ruolo sarà ulteriormente maggiore nella stagione successiva. Anche da questo punto di vista questa stagione ha tutt’altro che fallito: il finale è aperto e ci lascia abbastanza materiale a disposizione per fantasticare e cercare di immaginare quali saranno i risvolti della serie nella prossima stagione. 

Insomma, avete input a sufficienza per correre a vedere questa stagione perché vi assicuro che non vi deluderà. 

Toss a coin to your witcher… and to Ciri

Anna Illiano

Fonte copertina: Netflix via Taxidrivers.it

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Anna Illiano

Anna Illiano (Napoli, 1998) è laureata in Lingue e Letterature euroamericane e si sta specializzando in editoria e giornalismo presso La Sapienza di Roma. Ha un blog personale “Il Giornale Libero” ed è articolista per il magazine La Testata. Dal 2021 collabora occasionalmente col giornale “il Post Scriptum”
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