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Animal Save Italia e la sua lotta per un mondo migliore e antispecista – seconda parte

In quest’intervista divisa in due parti, il movimento Animal Save Italia ci spiega le cause principali del cambiamento climatico, guidandoci in un’analisi dettagliata dei molteplici danni degli allevamenti intensivi sull’ambiente.

Una dieta vegetariana non è sufficiente per ridurre l’impatto ambientale? Perché essere vegani e, appunto, non vegetariani oppure flexitariani? 

«Il vegetarianismo comprende il consumo di uova e prodotti dell’industria lattiero casearia. Per produrre uova e latte, banalmente, bisogna allevare animali. Quindi no, non è sufficiente. 

Essere flexitariani o vegetariani è sicuramente un buon punto di partenza o una fase di transizione apprezzabile, ma non è abbastanza per modificare la rotta del cambiamento climatico. Cito sempre questo grafico dell’IPCC che analizza il potenziale di mitigazione dei gas ad effetto serra in riferimento a diverse tipologie di alimentazione: un’alimentazione 100% vegetale è al primo posto.» 

Quali benefici apporterebbe soprattutto all’ambiente una dieta vegana? 

«La possibilità di migliorare gli scenari angoscianti che ti ho raccontato finora.

Sfortunatamente qualche settimana fa, l’ultimo report dell’IPCC ci ha confermato che è ormai troppo tardi per contenere il surriscaldamento globale, nei prossimi due o tre decenni, all’interno del limite degli 1,5 gradi centigradi stabilito dagli accordi di Parigi. L’unica cosa che le nazioni del mondo possono fare è impedire che l’aumento sia ancora più drastico — fino a 4 gradi centigradi in più rispetto all’era preindustriale. 

Ovviamente governi, istituzioni e tutti i soggetti produttivi in campo hanno la responsabilità maggiore che è quella di rispondere prontamente a questo allarme con politiche di cambiamento radicale, ma a livello individuale non possiamo e non dobbiamo de-responsabilizzarci.» 

Quanto pensi sia realmente fattibile arrivare a “condizionare” le masse e persuaderle ad una dieta vegana? Qual è il più grande ostacolo? 

«Più che persuadere si tratta di trasformare

C’è una rivoluzione culturale da fare, per destrutturare un intero sistema di credenze fondato su una gerarchia di valore morale fra vite diverse e individui di specie diverse. 

Siamo abituati ed abituate a parlare di “animalismo” come qualcosa di marginale e settoriale: con Animal Save Italia invece, quello che cerchiamo di fare ogni giorno è portare il tema dell’anti specismo all’attenzione di un pubblico sempre più ampio e intrecciare il nostro percorso di attivismo e liberazione con quello di altri movimenti, e di altre lotte per una giustizia multi specie. Tutto è connesso e l’idea che alcune vite valgano più di altre è alla base di tutte le forme di oppressione. 

Specismo e Carnismo sono sistemi che si fondano su un solido apparato di credenze, abitudini, tradizioni, linguaggi e leggi sedimentate nel tempo, che possono e devono essere destrutturate. Non incontriamo gli altri animali se non come prodotti, come pezzi o forme. Non siamo abituatə ad incontrarli, conoscerli e riconoscerli come individui. 

Il nostro attivismo si serve della testimonianza diretta proprio per cercare di creare un corto circuito in questa tradizione e in questa percezione profondamente antropocentrica. Credo che la situazione di crisi che abbiamo attraversato nell’ultimo anno e mezzo sia un buon punto di partenza per interrogarci su che impatto vogliamo avere su questo pianeta e sugli altri esseri viventi. 

Non stiamo vivendo solo una crisi sanitaria, ma anche una crisi sociale, economica, ecologica e climatica. Queste crisi, che conosciamo così bene nelle loro spietate manifestazioni, sono a ben vedere strettamente interconnesse.»

Quale dovrebbe essere il ruolo dei governi in una tale situazione? Si potrebbero sensibilizzare le persone ad abbandonare il consumo di carne e derivati animali tramite dei provvedimenti? 

«Dal punto di vista climatico, serve un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni e delle campagne pubbliche di informazione. Una politica seria di transizione che passi per l’eliminazione dei sussidi agli allevamenti e alla pesca e l’incentivazione di produzioni veramente etiche e sostenibili, a base 100% vegetale.

Per questo il 31 agosto Animal Save Movement ha lanciato ufficialmente la campagna Plant Based Treaty, che mette in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici la trasformazione dell’attuale sistema di produzione alimentare. 

L’obiettivo della campagna è fare pressione su governi ed istituzioni per negoziare un trattato fondato su 3 richieste fondamentali:

abbandonare: no ad ulteriori cambi di utilizzo delle terre, distruzione degli ecosistemi e deforestazione ai fini dell’industria zootecnica e della pesca;

ridirezionare: transizione attiva dai sistemi di produzione alimentare basati sull’uso di animali a sistemi di produzione alimentari a base vegetale;

ripristinare: ripristino degli ecosistemi e riforestazione della Terra.

Per esercitare una pressione efficace abbiamo bisogno di un’adesione massiva da parte di scienziati e scienziate, personaggi pubblici, giornalisti e giornaliste, associazioni, organizzazioni della società civile, aziende, politici e politiche, ma anche singoli individui ed individue. Dal 31 agosto, all’indirizzo https://plantbasedtreaty.org/ è possibile firmare in prima persona e sostenere la campagna. 

Vi invitiamo a seguire le pagine Facebook ed Instagram di Animal Save Italia per restare aggiornati ed aggiornate sullo stato della campagna e perché no…passare all’azione insieme a noi!» 

Il consumo di carne, nella nostra società, è associato anche ad attività e occasioni sociali (ad esempio: braciate e grigliate in compagnia). Entrare in un’ottica vegana implica l’eliminazione totale di queste occasioni? Come potrebbero essere sostituite? 

«Chi ha detto di eliminare queste occasioni? Vegani e vegane non si tirano certo indietro quando c’è da far festa, mangiare e cucinare. La scelta è vastissima. A partire da infinite tipologie di verdure, cereali e legumi che costituiscono la base di una sana alimentazione 100% vegetale fino ad arrivare a centinaia di prodotti che imitano le forme cui siamo tradizionalmente abituati ed abituate, utilizzando ovviamente ingredienti di origine non animale. Provare per credere

Per i più pigri e le più pigre: basta fare qualche semplice ricerca su Google e scoprirete una serie interessantissima di ricettari messi a disposizione da diverse organizzazioni che promuovono un’alimentazione vegetale creativa e gustosa! Detto questo, domandiamoci come prima cosa se vogliamo festeggiare la sofferenza altrui e la devastazione ambientale oppure la possibilità di un futuro diverso per noi e per tutte le altre specie viventi ospiti insieme a noi su questo pianeta. La risposta su cosa mettere in tavola verrà da sé.»

Anna Illiano

Vedi anche: Animal Save Italia e la sua lotta per un mondo migliore e antispecista – prima parte

Anna Illiano

Anna Illiano (Napoli, 1998) è laureata in Lingue e Letterature euroamericane e si sta specializzando in editoria e giornalismo presso La Sapienza di Roma. Ha un blog personale “Il Giornale Libero” ed è articolista per il magazine La Testata. Dal 2021 collabora occasionalmente col giornale “il Post Scriptum”

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