Arte & CulturaPrimo Piano

Muse ispiratrici e destini crudeli, il dolore dell’arte

Se gli artisti della nostra storia sono stati per lo più uomini, è anche vero che i loro capolavori sono nati da un’ispirazione tutta al femminile.

Tante sono le donne che si nascondono dietro le più straordinarie opere artistiche e i loro padri.

Figlie di Zeus e Mnemosine, le Muse sono la personificazione mitica dell’arte in ogni sua forma. Fin dall’alba dei secoli, gli artisti le hanno invocate affinché ispirassero le loro menti a grandi cose.

Dalla Venere di Botticelli, alla Gioconda di Leonardo, fino alla Pop-Marylin Monroe di Warhol: le donne sono sempre state oggetto di rappresentazione, colte nelle pose più stravaganti, apprezzate in tutti i loro difetti, esaltate come figure angeliche e divine. 

Le muse ispiratrici sono state amiche, amanti, mogli capaci di penetrare nell’animo più profondo dei geni dell’arte, diventando le forme migliori del loro talento. Ma non è tutto oro quello che luccica: le protagoniste nascoste dell’arte sono state anche al centro di storie amare e difficili

Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne

Quando Jeanne Hébuterne, appena ventenne, si innamorò di Amedeo Modigliani, non poteva immaginare il triste destino che la vita le avrebbe di lì a poco consegnato. 

“Modì” era un artista smodato, dall’animo inquieto, dipendente da alcol e droghe: aveva una reputazione terrificante e inaccettabile per la famiglia rigorosamente cattolica a cui Jeanne apparteneva. La giovane fu, infatti, ripudiata e allontanata dai genitori, abbandonata ad una relazione instabile e dannosa.

Nei suoi capolavori, Modigliani riusciva a rappresentare la sua musa in una dimensione celeste, lasciando emergere l’anima pura che lo aveva incantato. Un rapporto ideale che l’artista non seppe far rientrare nella vita reale: Jeanne rimase incinta di una bambina che suo il suo padre maledetto bohèmien non riconobbe mai. Ma questo fu solo l’inizio della tragedia. 

Amedeo era stato di salute cagionevole fin dall’infanzia, debolezza che lo condusse alla tubercolosi che gli causò la morte a soli 35 anni. Poco prima di morire, la sua devota compagna gli aveva rivelato di aspettare un altro figlio, un bambino che non sarebbe mai nato: delirante per la scomparsa dell’uomo che aveva amato incondizionatamente, Jeanne si gettò da un balcone, uccidendo se stessa e il feto che portava in grembo.

Gauguin e le adolescenti

Donne ed eros sono sempre stati al centro delle opere di Paul Gaugin. Nonna Flora e mamma Aline furono le figure più significative della sua infanzia, per sempre impresse nella sua memoria come motivo di amore e dolore, per la loro assenza.

Gauguin, in preda al desiderio di allontanarsi dalla rigida vita borghese che solo gabbie poteva offrire all’estro artistico, partì per Panama e poi per la Martinica, dove trovò il suo paradiso terrestre, la libertà che cercava.

Proprio il modo in cui visse questa esperienza è oggetto di critiche severe: sull’isola caraibica Gauguin dipinse giovani ragazzine quattordicenni, con le quali ebbe rapporti sessuali. Furono anche loro piccole inconsapevoli muse.

Da quell’ambiente idilliaco e privo di ogni norma civile e sociale, nacquero opere e l’artista esplose nelle sue migliori capacità. Resta, tuttavia, il segno di un’attività di pedofilia mista al sentimento di supremazia colonialistica che, per quanto inserita nel suo contesto storico culturale, forse non può essere giustificata in nome dell’arte e dei suoi privilegi.

Pablo Picasso e Dora Maar

Dora Maar era una fotografa, modella, poetessa e artista completa quando si innamorò follemente di Pablo Picasso, l’uomo che avrebbe poi definito “una malattia”. 

Picasso dichiarò il suo amore a tante donne e tante erano coloro che credettero alle sue parole, ma gli artisti, si sa, sono lunatici e fedifraghi, perfino verso se stessi. I due si incontrarono per caso, in un caffè di Parigi, nel 1935 e da qui iniziarono anni turbolenti, di passione e contrasti. 

Pablo fece di Dora il suo soggetto preferito, raffigurandola anche nel massimo capolavoro Guernica. Eppure, pare che godesse nell’umiliarla, nel farla ingelosire con altre donne. Dora Maar cercava la fama e il successo, ma dall’artista spagnolo non ottenne che dolore e sofferenza: dopo nove anni di relazione, fu costretta a ricoverarsi in una clinica psichiatrica.

Era stata una delle tante, una delle tante vittime dell’arte…

Maria Paola Buonomo 

Maria Paola Buonomo

Laureata in Lettere Moderne, filologa in fieri, scrivo per sperimentare e accrescere il mio ego. Tra un esame e l’altro, mi cimento ai fornelli come piano b per il futuro (ma qual è il piano a?!). Sono una fastidiosissima ritardataria cronica, ma non è certo un difetto, anzi, è il mio punto forte: vivo con calma… Nel sangue mi scorre indecisione mista ad incoerenza. Il caos è il mio spirito guida. Rispetto la natura e ogni forma di vita, tranne gli esseri umani. Condivido il cuore con il mio cane.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button