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La metamorfosi di Rkomi da rapper in apnea a tassista pop

Rkomi, anagramma di Mirko Manuele Martorana, è uno dei rapper cantautori più in voga nelle playlist della Generazione Z.

L’estate scorsa ero in auto con i finestrini abbassati, il vento che mi scompigliava i capelli, il torpore del sole che mi accarezzava il viso, il mare sullo sfondo e le canzoni a palla dalla radio come colonna sonora.

Ad un tratto, parte un brivido di freddo ad agosto «Brr brr» che mi sottrae dai pensieri e cattura la mia attenzione monopolizzandola. È un brano orecchiabile che esprime in beat la sensazione di leggerezza che sto provando. Sa di estate, è «strana e particolare» come colui che poi scoprirò esserne l’autore la definisce. Quello è stato il momento preciso in cui ho fatto la conoscenza di Rkomi e, incuriosita, ho iniziato ad ascoltare anche i suoi altri brani fino alla totale ossessione per l’ultimo album.

Biografia

Mirko nasce nel 1994 nel quartiere popolare milanese di Calvairate. Frequenta l’istituto alberghiero fino a 17 anni, età in cui abbandona la scuola per dedicarsi alla sua passione musicale. Infatti già dai 14 anni, osservando e ammirando il cugino freestyler, aveva compreso quale fosse la sua strada. Compie la scalata musicale grazie all’incontro con Tedua – altro rapper del momento – con il quale collabora al suo primo progetto musicale e stringe una forte amicizia (i due sono stati anche coinquilini).

Per il resto, il rapper è molto riservato, per cui rilascia difficilmente indiscrezioni sulla sua vita privata. Da alcune interviste sappiamo che è cresciuto senza padre; che all’età di 21 anni ha lavorato come barista e lavapiatti; che ha aperto una palestra dove, tra le altre cose, pratica lui stesso muay thai e che prima dei concerti è solito concedersi qualche goccetto per superare la timidezza e l’ansia da prestazione. Per quanto riguarda la sfera amorosa, ha rivelato di aver intrattenuto diverse frequentazioni negli ultimi due anni – nessuna ufficiale –  che lo hanno segnato, fornendogli materiale per il terzo album.

Discografia

Il suo esordio avviene nel 2014 con la pubblicazione della raccolta amatoriale scritta a sei mani con Tedua e Izi, Cailvairate Mixtape, contenente sette brani nei quali si racconta la vita della periferia milanese.

Il giovane esordiente ritorna nel 2016 con l’EP Daisen Sollen. Il titolo, già utilizzato in un brano in precedenza uscito su YouTube, riprende il concetto heideggeriano di daisen (esistenza).

L’EP conquista pubblico e critica e diventa disco d’oro. Un brano in particolare, Aereoplanini di carta,viene premiato con il disco di platino. La sua carriera è ormai lanciata, il suo talento è palese agli occhi di tutti e il mondo del rap gli apre le porte. Entra a far parte di Roccia Musica, l’etichetta specializzata in musica rap fondata da Marracash e Shablo.

In seguito all’uscita di alcuni singoli (Solo, Apnea, Mai più), pubblica con l’etichetta Universal il primo album Io in terra, nel settembre del 2017. Un grande successo che scala le classifiche FMI ottenendo un altro disco d’oro. L’album contiene quattordici brani realizzati di proprio pugno che dimostrano le capacità di scrittura di Rkomi, più intimistico e personale rispetto alla solita solfa del genere. Ad arricchire il valore del disco contribuiscono la direzione artistica di Marracash, il quale compare nel brano Milano bachata, la collaborazione di Noyz Narcos e di Alberto Paone (batterista di Calcutta) e la produzione di Marco Zangirolami, Carl Brave, Fritz da Cat.

Dopo i passi da gigante compiuti, Rkomi sente il bisogno di voltarsi indietro per ripercorrere il cammino fatto dagli esordi fino a quel momento. Realizza così nel 2018 un progetto artistico multiforme, Ossigeno, che comprende un EP, un vinile e un libro autobiografico. Ossigeno, con un linguaggio semplice e schietto, racconta l’essenza di Mirko, le sue sensazioni prima dei tour («non mi stressare mi serve aria prima di un live» da Acqua calda e limone) e il percorso personale che lo porta alla composizione di una nuova canzone.

Alla fine dello stesso anno esce Non ho mai avuto la mia età che è un omaggio alla saga di Assasin’s Creed e nel contempo una canzone generazionale dedicata ai giovani che devono farsi valere di fronte agli adulti miscredenti nei loro confronti.

Il 22 marzo 2019, Rkomi pubblica il secondo album in studio sempre con Universal: Dove gli occhi non arrivano. La nuova uscita era stata annunciata dall’affissione di un curioso manifesto nella metropolitana di Milano. Questa volta la direzione e la produzione sono affidate a Charlie Charles. Nelle tredici tracce di cui è composto il disco, si infittiscono le collaborazioni con artisti importanti, tra i quali Elisa (Blu), Jovanotti (Canzone), Sfera Ebbasta (Mon Cheri) e Ghali (Boogie Nights). In questa nuova produzione, ennesimo disco d’oro, appare evidente una volontà di rinnovamento musicale. Al riguardo, la critica si è così espressa:«ha adeguato il rap alle regole del pop attraverso anche la mediazione delle sonorità del funk».

Taxi Driver

Veniamo all’ultimo album, fresco d’uscita il 30 aprile di quest’anno. La svolta pop già avviata in Dove gli occhi non arrivano giunge all’apice e si colora di nuove musicalità assumendo un’eclettica anima rock, indie-pop e blues.  

Molti fan sono rimasti spiazzati dalla metamorfosi, perciò Rkomi nelle sue storie IG ha replicato:«non voglio ripetermi, mi voglio divertire, crescere». Come per ogni artista, arriva un momento nella propria carriera in cui bisogna evolvere e sperimentare. Rkomi lo ha fatto e ha dimostrato di essere un musicista a tutto tondo oltre che un bravo rimatore. Non ha abbandonato il genere di partenza, al quale resta legato, ma ha voluto ampliare il suo range.

Il titolo e i videoclip sono un esplicito richiamo alla pellicola di Martin Scorsese. Come Robert De Niro, Rkomi guida un taxi giallo scarrozzando vari “personaggi” che altri non sono se non i cantanti con i quali duetta nei tredici brani, veri e propri coprotagonisti in dialogo con lui. Vediamo ad esempio un inedito Flavietto (Gazzelle) sfoderare una pistola e minacciare l’autista. Il taxi è un mezzo simbolico attraverso il quale affrontare un viaggio di riflessione sulla propria storia sentimentale e musicale.

L’eterogeneità del disco funziona, infatti già ha scalato le classifiche FMI. È un ascolto spumeggiante che può incontrare i gusti di tutti. Sicuramente sarà l’album dell’estate! Rkomi a bordo del suo taxi giallo accompagnerà tanti giovani nei loro viaggi estivi.

Personalmente, sto già in loop. Le mie preferite sono PARTIRE DA TE, ME O L MIE CANZONI?, DIECIMILAVOCI, SOPRA LE CANZONI.

E le vostre?

Giusy D’Elia

Vedi anche: (Non) si scherza con la letteratura: “i promessi sposi” come non li avete mai letti – Seconda parte

Giusy D'Elia

Disordinata, ansiosa, testarda, logorroica… ma ho anche dei difetti. I pregi scoprili leggendo i miei articoli! Sono Giusy D’Elia, classe 1997. Studio Filologia moderna perché credo nel valore della cultura umanistica. Ho un mondo dentro che ha paura di uscire, ma La Testata mi sta aiutando a farlo esplodere! Sono la responsabile di Tiktok.

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