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Lingua originale o parla come mangi?

È nato prima l’uovo o la gallina? Meglio un giorno da leone o cento da pecora? Tra queste millenarie dispute, rientra a pieno diritto anche questa: film e serie vanno viste in lingua originale o doppiate?

È un problema ancestrale che si pone fin dal 1927, data ufficiale della nascita del sonoro con il film Il cantante di jazz.

Fino ad allora, il cinema muto aveva permesso alle pellicole di avere una circolazione pressoché mondiale, senza alcun aggiustamento particolare. L’aggiunta del suono, insomma, portò non pochi grattacapi, anche se aveva il vantaggio di aumentare l’esperienza immersiva.

Non fu un’acquisizione immediata: inizialmente i film erano solo in parte sonorizzati (part-talking) a causa dei costi eccessivi e dei macchinari ingombranti. Pensate che a Parigi, negli studios a Joinville, per evitare il doppiaggio in postproduzione, la Paramount faceva rigirare scene intere dei film in altre lingue (anche da attori diversi!).

Fu a partire dal 1930 che il doppiaggio cominciò a stabilizzarsi. In particolare, in Italia, il primo stabilimento fu aperto nel 1932.

 Oggi, questo settore ha compiuto passi da gigante, permettendo a noi stessi, attraverso tv private e streaming, di poter scegliere persino in che lingua vedere un determinato prodotto e se accompagnarlo o meno da sottotitoli.

E voi, come preferite porvi davanti allo schermo?

La Redazione

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