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Queen Elizabeth, il più triste dei suoi compleanni

Oggi, 21 aprile 2021, la regina Elisabetta festeggia forse il più triste dei suoi 95 compleanni: il primo, da 73 anni a questa parte, senza il suo Filippo.

Elizabeth Alexandra Mary, figlia del re Giorgio VI, divenuta inaspettatamente erede al trono nel ’36, a soli 10 anni, e regina nel ’53 a 25 anni, compie oggi, dopo una vita di traguardi e record, 95 anni.

Regina del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth, oltre che governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra e comandante in capo delle forze armate, Elisabetta II ha attraversato 70 anni di storia, di eventi, guerre, scandali, crisi, cadute e riprese, con quella compostezza quasi gelida che più di ogni altra cosa è stata la sua cifra, la sua caratteristica, il suo marchio.

Il suo regno, lungo 69 anni, è il più longevo che la Gran Bretagna abbia mai avuto e al quarto posto tra i regni più lunghi della storia. Elisabetta a 95 anni è la più longeva dei monarchi inglesi, nonché in assoluto il Capo di stato in carica da più tempo.

Circa 143 milioni i suoi sudditi, 14 i primi ministri che hanno varcato la soglia di Buckingham, 7 i papi che si sono avvicendati sul soglio pontificio durante il suo regno, 4 figli, Carlo, Anna, Edoardo, Andrea, qualche presunta e dubbia relazione extraconiugale, un solo marito, l’amato e compianto Philip Mountbatten, duca di Edimburgo e prima ancora principe di Grecia e Danimarca.

Questi in sintesi i numeri della regina. Ma oltre le cifre, oltre l’arida precisione di date e numeri, innumerevoli sono gli alti e bassi che inevitabilmente hanno contrassegnato la sua vita pubblica e privata.

Elisabetta II, da donna giovane, inesperta e francamente anche poco istruita, è stata in grado di apprendere, non senza difficoltà e non senza la guida di persone di riferimento, come il primo ministro Churchill o il suo segretario privato Tommy Lascelles, la nobile e complessa arte del regnare.

Regnare che in una monarchia parlamentare quale è il Regno Unito, non è governare, bensì fare da collante tra popoli diversi e non sempre felicemente coniugati; assistere, super partes, da una posizione distaccata eppure interessata, le sorti di un paese, del proprio paese; collaborare, dialogare, trovare una via di comunicazione con qualunque parte politica il paese decida di eleggere al governo.

Elisabetta lo ha fatto con eleganza, con riservatezza, con sempre maggiore padronanza, con sapiente rispetto dei ruoli, con sentita preoccupazione per le sorti del suo paese.

Il regno di Elisabetta II non è stato esattamente quello di Carlo I Stuart durante la rivoluzione inglese, eppure anche la sovrana ha dovuto affrontare momenti politicamente e storicamente complessi. La Seconda guerra mondiale sotto il regno del padre Giorgio VI, lo sfaldamento del Commonwealth e la decolonizzazione di Africa e Caraibi, la guerra nelle isole Falkland sotto il governo della Tatcher, l’attentato dell’IRA a Lord Mountbatten, la Guerra del golfo.

Dal punto di vista della vita privata non si può dire che questa sia stata più semplice. Il matrimonio con Filippo è stato sicuramente un matrimonio d’amore, nato in età tenerissima e rafforzato ulteriormente da un’iniziale ostilità della famiglia reale per le condizioni economiche non proprio rosee del principe di Grecia. Eppure, anche questa unione, un po’ come tutte le unioni della famiglia Windsor, ha sofferto il peso del tempo, dei ruoli e delle responsabilità reali.

Più di una scappatella si è concesso il Principe Filippo, e non è così assurdo credere che anche la rigorosissima regina si sia concessa qualche strappo alla regola coniugale nei 73 anni di matrimonio. Ampi e variegati strappi alla vita coniugale si sono concessi i figli della regina: tutti sposati e quasi tutti divorziati nel ’92, l’annus horribilis.

Più volte il ruolo della regina è stato messo in discussione, più volte nel Regno Unito ha soffiato un pericoloso vento repubblicano, più volte la popolarità della regina è calata vertiginosamente.

Come quando nel ’97, dopo la morte tragica e improvvisa di Diana, la regina preferì rimanere nella quiete e nella riservatezza di Balmoral piuttosto che esporre la famiglia reale all’assalto dei paparazzi e rifiutò, inoltre, di calare la bandiera a mezz’asta in segno di lutto. Travolta dalla bufera dell’indignazione generale, Elisabetta II seppe riconquistare l’approvazione dei suoi sudditi attraverso un messaggio televisivo rivolto alla nazione.

Non poche sono state le volte in cui il suo ruolo ha interferito con la sua vita familiare, in cui è stata costretta a subordinare i legami familiari alle esigenze della monarchia; non poche sono state le delusioni e gli imbarazzi che proprio dalla sua famiglia sono emersi. In ordine di tempo: le rumorosissime scappatelle del marito Filippo, coinvolto negli anni ’60 addirittura nello scandalo sessuale Profumo; il burrascoso matrimonio tra l’erede al trono Carlo e Diana Spencer e il fiume di interviste che da esso hanno avuto origine.

Il rapporto non proprio cristallino tra il fisco e sua nuora, Sarah Ferguson; l’allontanamento dalla vita di pubblica del figlio Andrea, coinvolto nello scandalo Epstein; la Megxit e la guerra fredda scoppiata tra i Sussex e la famiglia reale.

Lo scandalo che ha travolto il principe Andrew

La vita di Elisabetta II ha messo a dura prova persino Wikipedia che ha dovuto dividere la sua biografia in un numero impressionate di corposissimi capitoli. Eppure noi sappiamo che sono ancora tanti e ricchi i capitoli che la regina inossidabile ha intenzione di regalarci. E noi non possiamo far altro che augurare lunga vita alla regina!

Valentina Siano

Vedi anche: The crown: lunga vita alla regina 

Valentina Siano

Valentina Siano, classe ’88, professoressa per amore, filologa per caso. Amo la scrittura come si amano quelle cose che ti riescono al primo colpo, non sapresti dire bene come. Scrivo di cultura e spettacolo perché amo il cotone verde del mio divano e il velluto rosso dei sediolini dei teatri. Leggo classici, divoro serie, colleziono sottobicchieri. Sono solo all’inizio della mia scalata alla rubrica gossip di Vanity Fair.

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