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WandaVision: l’amore li farà a pezzi di nuovo

WandaVision, prima serie dell’MCU, è un esperimento seriale che passa per The Dick Van Dyke Show, Vita da strega, La famiglia Brady, Malcolm, The Office e Modern Family, per riapprodare nel mondo dei cinecomics e nella lenta detonazione dei drammi e del potere di Wanda Maximoff, pronta a giocare con le nostre menti.

Esperimento seriale e metanarrazione

Un quartiere residenziale tranquillo, apparentemente estraneo alle tragedie del mondo. Un microcosmo di biscotti profumati e vicini disposti sempre ad aiutarti.
Chi sogna tutto questo?
Qualcuno che vive in un contesto decisamente opposto, assiste costantemente ai drammi del mondo, ma ha conosciuto l’amore e non vuole rinunciarci, a qualunque costo.
Che cos’è Westview?

Quando ero piccola guardavo I Robinson per sentirmi a casa. Sentivo il bisogno del calore proveniente da quel nucleo familiare, adoravo quel senso di appartenenza propagato dalla tv fino alle mie sinapsi. Del resto, la magia televisiva è sempre stata quella di trasmettere una realtà altra, immergervi lo spettatore e oscurare quella dietro le sue spalle.
Nelle vecchie sitcom americane non c’era spazio per malumori, drammi e psicosi. Era un mondo perfetto di madri sostanzialmente impeccabili, a volte magiche, e di padri, lavoratori instancabili.

Col passare degli anni e con l’avvento del caos dei colori, sono aumentate anche le sfaccettature emotive e le problematiche affrontate, quasi al passo con i cambiamenti sociali, di cui si è cominciato a prendere atto. Dal proibizionismo sentimentale si è passati al libero sfogo dei propri impulsi emotivi, all’ostentazione dell’imperfezione, la stessa che si cercava di nascondere sotto il tappeto decenni prima. Man mano si è sgretolato quel mondo perfetto e le casalinghe sono diventate donne vere con problemi, stanche del peso della maternità e dei doveri coniugali, così come gli uomini. I personaggi, squarciando la quarta parete, hanno cominciato a rivolgersi alle telecamere, specchi usati per confrontarsi col resto del mondo, per allargare quell’appartenenza fino all’estremo, parlando direttamente col pubblico come in una terapia di gruppo.

Man mano che la serie fittizia creata dalla strega va avanti, subisce lo stesso tipo di evoluzione, e più mutano gli scenari più si prende consapevolezza di ciò che c’è dietro le quinte. Tutta Westview e lo show risultano un’enorme elaborazione del lutto, dalla negazione alla frantumazione fino alla presa di coscienza e all’accettazione che comporterà un sacrificio enorme, ancora una volta segnato dalle mancanze.


Caccia alla Strega attraverso tre topoi di Umberto Eco

«Tu sei Scarlet Witch!»
Quando Agatha Harkness riconosce la Strega Scarlatta e la segnala a tutti gli spettatori siamo di fronte a un’agnizione. Fino a quel momento la vera identità di Wanda non era ancora stata svelata e la vecchia fattucchiera, nonostante i propositi malvagi, aiuta suo malgrado a sciogliere l’incantesimo. Allo stesso modo non era stato riconosciuto il potere che le permette di maneggiare il Darkhold, una sorta di Necronomicon del mondo Marvel, creato dall’entità Chton, che metterà in serio pericolo la stabilità della posizione umana.

La rivelazione invece ha a che fare con lo scioglimento dell’illusione creata dalla strega, grazie alla quale si apprende che suo marito e i gemelli (i futuri Wiccan e Speed) sono stati partoriti unicamente dalla sua mente e sono indisponibili nello spazio del reale. Lo smascheramento riguarda la scoperta della vera identità della strega Agatha Harkness e del suo sottoposto, il finto Pietro. Le tre forme vanno sotto la categoria di riconoscimento che a sua volta può essere artefatto o reale. Nel nostro caso, il riconoscimento è a metà tra queste due categorie, tra la consapevolezza di Wanda per ciò che sta facendo e la sua effettiva presa di coscienza. Questa ambiguità pone le basi per lo sviluppo successivo del personaggio che ha già smesso di propendere integralmente per la giustizia. La Maximoff, che prende atto della sua vera natura, non è più un personaggio burattino. Ella ha creato la propria realtà così come le tre streghe in Macbeth muovono la trama e forniscono il principale invito all’azione della storia.

Siamo noi a scrivere il destino o è tutto programmato? Macbeth plasma la propria storia a seconda delle previsioni fornite e il pubblico si domanda fino a che punto egli abbia il controllo di tutto. Wanda va oltre e cerca di scrivere interamente il suo programma, costringe le persone a prenderne parte, il pubblico non può fare domande e non può cambiare canale. Ecco quel senso d’inquietudine nascosto sotto le risate preregistrate, quelle che forzano la risata togliendo la possibilità di scegliere cosa sia divertente o meno, privando della libertà d’azione e pensiero, proprio come fa la burattinaia.

Anche un androide può piangere

Visione sdoppiato rappresenta l’uomo in drammatico conflitto tra Spirito e Materia. Come Tannhauser, il cavaliere costretto sul monte di Venere dalla malìa della Dea, così il Visione spirituale è bloccato nel sogno, costretto dalla sua amata. Il Visione bianco, materiale, come nei fumetti, ha i ricordi del primo ma non le emozioni, non sente alcun tipo di coinvolgimento emotivo con la strega. Mentre il primo può piangere e sognare pecore elettriche, il secondo sembra interessato solo alla sua vera natura, tra vibranio riciclato e ricordi innestati da una memoria esterna.

Un’esperienza illusoria

Ricordate la puntata “Fly” di Breaking Bad e l’ossessione di Walter White per il fastidioso insetto? Milioni di teorie, spiegazioni e analisi hanno tentato di spiegare quell’episodio che in realtà avrebbe dovuto rappresentare solo un escamotage narrativo per far fronte a una diminuzione di budget. Allo stesso modo, quando Wanda entra in casa di Agatha, a catturare la sua attenzione c’è un moscone col suo fastidioso ronzio. Quell’indizio, legato a un episodio fumettistico, ha lasciato presagire che si trattasse di Mephisto e ha alimentato altre teorie circa l’apparizione della presenza demoniaca che alla fine, però, non c’è stata. Queste allusioni, questi falsi indizi sottoforma di easter eggs hanno rappresentato una parte importante della serie e tutto ciò è stato possibile grazie alla cadenza settimanale di un solo episodio, che se da un lato ha infastidito gli avidi fruitori seriali, dall’altro ha lasciato spazio all’immaginazione, ai dibattiti e all’illusione di chi ha memoria fumettistica. Insomma, anche noi siamo stati soggiogati e ipnotizzati, l’allucinazione è stata collettiva e il gioco di prestigio è riuscito alla grande.

Wanda e Visione, in differenti storie, archi temporali e media, creano rispettivamente oscuri cul-de-sac rinchiudendovile propriefamiglie, secondo la propria natura, con la materia di cui dispongono. La strega crea allucinazioni alterando la realtà. Il sintezoide, invece, creerà una famiglia di circuiti sintetici e la piazzerà in una periferia residenziale di casette a schiera, poco lontana da Washington.
I fantasmi del passato torneranno a tormentare entrambi e tutte le illusioni, alla fine, cadranno trafitte dalla falce affilata della realtà. L’amore li farà a pezzi di nuovo.


Maria Cristiana Grimaldi

In copertina illustrazione di Sonia Giampaolo

Vedi anche: Final Destination: la predestinazione della Morte

Mariacristiana Grimaldi

Maria Cristiana Grimaldi, classe ‘92, laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, scrive per “La Testata” e il collettivo letterario “Gruppo 9”. Docente di italiano e storia, è stata rapita dagli alieni e ha dato alla luce due gemelli eterozigoti, un maschio e una femmina, che presto domineranno il mondo.

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