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Copy of a copy: da Fight Club ai Nine Inch Nails

Nel 1996 esce Fight Club l’iconico e distruttivo romanzo di Chuck Palahniuk che ci ha preso (letteralmente) a cazzotti in quanto sognatori inebetiti di questo sistema di cose che sembra ripetersi uguale.

Nel 2013 esce l’album Hesitation Marks dei Nine Inch Nails che con una traccia in particolare sembra ricollegarsi formalmente al famoso romanzo. 

“Perdi un’ora, guadagni un’ora. Questa è la tua vita e sta finendo un minuto alla volta” 

La traccia in questione è Copy of a (https://youtu.be/pVB_DI4ajKA) un vero e proprio inno alla ripetitività della vita e dei giorni tutti uguali, un continuo ideale e tematico del brano Every day is exactly the same appartenente a una fase anteriore che è quella dell’album With Teeth del 2005. Anche qui a caratterizzare il pezzo c’è il tema della ripetizione dei giorni tutti uguali e monotoni che si susseguono instancabilmente annientando l’istinto vitale.  

Copy of a, con il tuo testo e la cadenza febbrile della musica, sembra proiettare l’immagine di un enorme fascicolo di fotocopie che si susseguono quando qualcuno decide di sfogliarle velocemente con la mano. Questa è la nostra vita, e non ci sono colori a fare la differenza perché anche quelli, in quest’epoca di massima riproducibilità, possono essere ripubblicati alla stessa maniera, uguali e insignificanti, ristampabili schemi della nostra percezione e di ciò che accade quando teniamo gli occhi aperti. 

E se non fossimo svegli?

Se fosse tutto un sogno e qualcuno vivesse al posto nostro lasciandoci solo i frammenti ripetitivi e singhiozzanti della giornata? Ecco che entra in scena il protagonista del romanzo, anonimo come la sua vita, come il suo nome inesistente e mai pronunciato, a rappresentare le masse grigie di uomini e donne che si svegliano perché così gli è stato detto di fare. Si svegliano ma dormono e non sognano perché quello che vedono è la loro vita che gira su se stessa. Questa meccanizzazione dell’uomo produce il suo sdoppiamento laddove non è possibile la convivenza con l’istinto vitale e primordiale. Entrambi sono distruttivi, sbagliati e solo l’imperfetta e intricata somma delle due parti potrebbe riuscire a funzionare. Forse. 

 
Come Fight Club, il pezzo dei NIN ci parla dell’oppressione di questo sistema e delle regole sociali a cui siamo sottomessi, perché la durata del nostro tempo è stampata sui bigliettoni che dobbiamo guadagnare per far parte della giostra globalizzata. Ci sembra di muoverci in avanti, sempre più in là, proiettati verso un futuro che non ci appartiene ma la verità è che siamo imprigionati nella ripetizione stagnante di questa enorme festa in maschera e cravatte. Gli individui sono tessere, ingranaggi funzionali per la macchina del mondo che continua a muoversi dettando leggi e regole. 

Multinazionali sparse ovunque ci suggeriscono cosa dobbiamo odiare e cosa leccare avidamente rendendoci tutti omopensanti illusi di partorire pensieri originali e diversi. Bombardati da pubblicità e programmi stereotipanti facciamo del tempo un accumulo di dati che non si aggrappano ad alcun ricordo. Se la fotocopiatrice è rotta e produce una macchia sui fogli, il primo sembrerà originale ma gli altri saranno i suoi discendenti omologati. Non c’è scampo, siamo troppo immessi in questo flusso mortale d’ufficio. 

«I am just a copy of a copy of a copy 
Everything I say has come before» 

Nine Inch Nails, Copy of a

Al mondo non esiste niente di nuovo, le cose che vi ho detto le avrete già sentite, saranno state già promulgate da un una voce del passato che non risuona più nella vostra testa ma di cui sentirete di nuovo l’eco dopo aver letto questo articolo. Tutto ciò che guardiamo è già stato visto, tutto ciò che viviamo è stato già vissuto. Qualcuno ha pensato per noi e ci ha fatto credere che la nostra stessa esistenza sia qualcosa di originale. Ma adesso sappiamo che tutto è copia di una copia di una copia.

Siamo il de-javu di una campagna pubblicitaria o di Dio?  

Con l’insonnia nulla è reale. Tutto è una copia, di una copia, di una copia” 

Leggi anche: Anarchia: un ideale mai studiato

Mariacristiana Grimaldi

Maria Cristiana Grimaldi, classe ‘92, laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, scrive per “La Testata” e il collettivo letterario “Gruppo 9”. Docente di italiano e storia, è stata rapita dagli alieni e ha dato alla luce due gemelli eterozigoti, un maschio e una femmina, che presto domineranno il mondo.

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