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zzz.crew: l’arte riparte dai social, per tutti

La zzz.crew è un progetto nato su Instagram con l’ammirevole obiettivo di rendere l’arte divertente, ironica, alla portata di tutti.

Come?

Reinventando l’arte, diventando arte.

Nella nuova collaborazione con La Testata – Testa l’informazione, la zzz.crew si è occupata delle opere del complesso monumentale Sant’Anna dei Lombardi.

Quando e com’è nata la vostra idea?

«La nostra idea è nata tra i banchi di scuola circa due anni fa; inizialmente il profilo non aveva uno scopo preciso ma l’intento era quello di mostrarci “senza filtri” in modo ironico. Cercavamo di produrre delle immagini che ci facessero ridere utilizzando ciò che avevamo a disposizione. Questo settembre, dopo qualche mese di stand-by, con il ritorno a scuola abbiamo deciso di riprendere in mano con più criterio la nostra page: ecco che allora è sorta spontaneamente l’idea di proporre dei contenuti simpatici, che unissero l’arte all’ironia».

Dalle date dei vostri post su Instagram si evince che il progetto è partito ad inizio 2020. Di lì a poco è entrata in vigore la DAD, con conseguente chiusura delle scuole: come vi siete organizzat* durante la pandemia? In che modo ha influito sul vostro lavoro?

«Ammettiamo che all’inizio la DAD abbia stravolto i nostri piani, ma studiando storia dell’arte abbiamo potuto continuare, sulla base del nostro gusto personale, a riprodurre le opere che ci sembravano più divertenti e immediate alla comprensione di tutti. Purtroppo, questa situazione non ci ha permesso di trovarci tutte insieme e ci è sembrato “furbo” scegliere opere con soggetti singoli o al massimo in coppia. Abbiamo scoperto che arrangiarsi con ciò che ognuno ha a disposizione a casa sarebbe diventato un escamotage curioso e alternativo. Abbiamo ingaggiato fratelli, mamme e qualsiasi membro della famiglia per le foto, mentre alcune di noi, più abili, si sono cimentate nell’autoscatto. Vestiti e oggetti dei quali prima ignoravamo l’esistenza sono invece diventati parti integranti dell’opera da ricreare».

Quale pensate che sia il valore artistico dei tableaux vivants? È un’arte vera e propria, fine a se stessa, o solo un modo per divulgare?

«Pensiamo che i tableaux vivants siano un modo originale e innovativo per esprimere l’arte rendendola alla portata di tutti. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che l’arte non è solamente quello che si studia a scuola ma è anche passione, creatività, una via di comunicazione ma anche un’esigenza per esprimerci a modo nostro. Ci piacerebbe che questo tipo di arte acquisisse visibilità, in modo da far conoscere questo mondo anche ai meno interessati con lo scopo di appassionare. Secondo noi ne vale la pena».

Cosa ne pensate del Complesso Monumentale S. Anna dei Lombardi? Quali sono state le sensazioni nel riprodurre opere del Vasari?

«Per noi è stata una piacevole sorpresa scoprire che c’è chi, come noi, ambisce a diffondere questo messaggio, pertanto ci fa veramente molto piacere sostenerci a vicenda. Ecco perché siamo state particolarmente attratte da questa proposta di collaborazione. Ancora una volta, ognuna di noi è riuscita ad immedesimarsi in un’opera appartenente alla Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, una struttura che ancora oggi conserva perfettamente il suo fascino e la sua monumentale eleganza. Questo progetto ci ha permesso di arricchire il nostro bagaglio culturale approfondendo il Vasari, artista oggetto dei nostri studi. Inoltre, proprio perché non avevamo mai realizzato prima d’ora opere appartenenti ad un luogo sacro, è stata un’esperienza nuova, coinvolgente e alternativa. Quindi, se ci sarà data la possibilità, saremmo grate di continuare questa collaborazione».

Sarà una collaborazione produttiva e istruttiva, la nostra redazione è entusiasta di ogni opera che avete riprodotto. Qual è stata la vostra preferita?

«Nello specifico non ci sono opere predilette. Avendo riprodotto un’opera a testa, ognuna di noi si è affezionata alla propria, apprezzando particolarmente l’effetto finale dell’insieme».

Siete un esempio di come i social possano promuovere l’arte: pensate che siano il futuro della conservazione dei beni artistici?

«Sì, è un concetto che sentiamo fortemente, specialmente in questo periodo in cui visitare mostre, musei, gallerie d’arte e chiese di persona è piuttosto improbabile. Oltretutto proporre questo tipo di soluzione in un social che permette una diffusione e uno scambio, a parere nostro intelligente, di contenuti che sono allo stesso tempo divertenti e costruttivi, ci permette di sperare in un coinvolgimento duraturo».

Maria Ascolese

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Maria Ascolese

Maria Ascolese è nata nel 1999 a Napoli. Le piace tutto e non ama niente: nonostante sia una perfezionista e una lavoratrice infaticabile, il suo sogno nel cassetto prevede solo una spiaggia assolata e tanti margarita.
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