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Riusciremo a fermarci?  

Dal momento storico che stiamo vivendo capiremo tante cose, ad esempio che alla fine di questo periodo dovremmo obbligatoriamente cambiare le nostre abitudini (se abbiamo cara la pelle).

Dopo decenni in cui la società dei consumi l’ha fatta da padrone, adesso stiamo pagando lo scotto di un sistema che si basa sull’avere il più possibile la pancia piena.

Con questa pandemia sono finalmente emersi i nostri limiti.

Ma la cosa che più mi preoccupa è che si tende a cercare un “ritorno alla normalità”, ma di che normalità stiamo parlando?

Quella che ci vuole a spendere anche quando non ci serve qualcosa?

Quella che ci fa ingozzare fino allo sfinimento, lasciando a bocca asciutta gli altri?

Quella che pensa a mandare avanti le industrie, invece di capire come fermare il cambiamento climatico?

Ecco, io non voglio un ritorno alla normalità, io non voglio crescere in un mondo dove i soldi sono più importanti della mia stessa vita.

Ma probabilmente non andremo da nessuna parte, perché se non impareremo a collaborare, a comprendere che facciamo tutti quanti parte della stessa razza, un giorno l’umanità non si sveglierà più.

Questo è il secolo cruciale, la nostra ultima chance.

Foto di Roberto Filippini

Vedi anche: Squarcio

Roberto Filippini

Ciao a tutti! Sono Roberto Filippini, nato a Napoli il 14/11/1996. Laureato in Lettere moderne presso la Federico II, attualmente studio fotografia tramite un privato. In passato ho fatto tanti lavori diversi, che mi hanno portato a conoscere tantissime persone, ma soprattutto tante realtà diverse della nostra società. È difficile elencare quali sono i miei interessi, ma forse l’aggettivo che mi descrive di più è “eclettico”. Spazio dalla letteratura alla scienza, dalla filosofia alla fisica e chi più ne ha più ne metta. Sono tremendamente affascinato dal mondo che mi circonda, al punto che cerco sempre di comprendere le persone e le cose intorno a me. In tempi non pandemici non è difficile trovarmi per strada a scattare o conoscere nuove persone. Si dice che è sempre meglio chiudere con una citazione, quindi vi saluto con questa frase. “Il pensiero come l'oceano Non lo puoi bloccare Non lo puoi recintare”
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