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Quando Charlie Chaplin fu il grande dittatore

Dal muto Charlot ad uno dei discorsi più poetici del mondo del cinema nel quale Chaplin, nei panni della
versione satirica di uno dei dittatori più famosi del mondo, ricordava al mondo che siamo tutti uguali e senza riserve.

Chi non ha mai visto almeno uno delle scene del personaggio più importante interpretato da Charlie Chaplin, ovvero Charlot, anche involontariamente, facendo zapping con il telecomando della televisione, su un volantino, in una pubblicità?

Ma tutti dovremmo vedere anche solo una volta “Il grande dittatore” la pellicola scritta, diretta, musicata e prodotta da Charlie Chaplin stesso.

Questo fu il film che fece toccare l’apice della vetta artistica di Chaplin e sempre magistralmente elaborare e rappresentare il linguaggio satirico senza ‘cadere’ nel cattivo gusto e addirittura ad insegnare qualcosa di importante e ad aprire gli occhi su quello che stava succedendo al mondo.

Travestito da baffetti e da una divisa militare interpretò la versione satirica di Hitler, il dittatore austriaco che governò la paura tra la seconda metà degli anni trenta e la prima
metà degli anni quaranta, dando vita alla seconda guerra mondiale.

Chaplin diede alla luce il personaggio del dittatore enfatizzando le caratteristiche più infantili e rabbiosi che rendevano quel uomo e molti altri, l’essere spregevole che conosciamo, infatti Chaplin rappresenterà il dittatore mentre gioca con il mappamondo come un bambino.

Una delle scene più rappresentative del grande dittatore è la scena del discorso finale, nella quale il povero barbiere ebreo che prende il posto del dittatore si ritrova a dover far un discorso e invece di pronunciare parole d’odio, Chaplin farà uno dei discorsi più commoventi mai ascoltati prima. Potremmo infatti dire che Chaplin sembra dare parola all’animo di Charlot tramite il personaggio di Hynkel volendo inondare il mondo con l’animo buono del vagabondo che per tani anni ha interpretato lo stesso Chaplin e al quale ha dovuto dire addio una volta arrivato il sonoro nelle sale cinematografiche.

Il film diretto negli U.S.A. nel 1940 (nel 1941 vede 5 candidature ai premi Oscar) nei quali Chaplin è dovuto fuggire durante il periodo della guerra, in Italia verrà proiettato solo nel 1946, una volta terminata la guerra, perché nel film viene rappresentato tutto lo scenario drammatico della seconda guerra mondiale non tralasciando neppure un dettaglio e non lasciando nessun personaggio indietro.
Chaplin darà un nuovo punto di vista sfidando quelli che erano i grandi potenti dell’ epoca, costringendolo alla fuga e lui non avrà paura, ma continuerà e vincerà.

Didascalia e Illustrazione di Sonia Giampaolo

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La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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