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Scusa Madame, è vero che fai rap?

Niente paillettes, nessun rossetto color fragola e nemmeno l’ombra di artigli laccati. Solo una voce a graffiare, quella di Madame.

Dagli antichi e ormai sepolti Velvet con Soffro lo stress, dopo Super cafone di Piotta, il motivetto di Tieni il tempo degli 883 e l’intramontabile 50 special dei Lunapop, nel 2020 cosa succede se accendi la radio e ti accorgi che finalmente non hai ripreso a sudare freddo alle note dell’ennesimo tormentone estivo?

Non skippi su Radio Maria.

Non ti schianti volontariamente nella macchina che è davanti a te al semaforo.

Non affoghi la testa nella sabbia.

Non maledici il giorno in cui Maria De Filippi ha deciso di prendere una serie di persone a caso, probabilmente proprio quelle con l’urlo facile, e metterle tutte nella scuola di Amici/Nemici.

Continui a cantare.

Qualcosa non va.

Per chi come me crede nei colpi di fulmine, DeFuera è stato questo. Una scossa tra suoni tutti uguali, un rombo di tuono tra sussurri deboli, la nota malandrina per quest’estate malinconica.

DeFuera è l’ultimo singolo firmato Dardust, noto produttore e compositore di grandi successi (tra gli ultimi Dorado di Mahmood con Sfera Ebbasta e Feid).

Questa volta con lui la combo della scena presente e futura del rap italiano: Ghali, Marracash e Madame.

«Madame è la next big thing della nuova wave urban pop. Con la sua vocalità unica in Italia, ha reso il chorus del brano iconico» dice Dardust e noi gli diamo torto? Manco per niente.

Madame ha soli 18 anni, artigli che escono dal cuore e ricci ribelli come quelle parole che non smettono di scorrere. Questa giovane annata 2002 ha tutti gli strumenti per diventare non la rapper del momento tutta glam e scintille, ma un modello nuovo di rapper.

Francesca, il suo vero nome, è probabilmente l’anticonformista del ‘68, un po’ sopra le righe, con lo sguardo sempre un po’ più in là.

Semplice, genuina, si mostra per quella che è spogliandosi di tutti i formalismi, che piaccia o no. Avrebbe potuto giocare sporco, scrivere l’ennesima canzone contro gli uomini, atteggiarsi a bad girl da strada, e invece mira alla profondità, alla strada del successo pulito e sincero.

Tutto quello che colpisce di Madame è la sua immagine, fastidiosa perché troppo spoglia e in opposizione alla plastificazione e mercificazione delle barbie stereotipate di adesso. Ha una sua attitudine, che è controllata ma pronta ad esplodere.

Proprio nel singolo Sciccherie ha dimostrato come si possa puntare sull’eleganza e sui contenuti e riuscire comunque a rappresentare le nuove generazioni. Invita a spogliarsi appunto delle “sciccherie”, delle cose superflue, delle pressioni dell’apparire e di tutto il disagio dell’essere adolescenti. Cosa nuova, è l’uso che fa della fonetica. Mette il suono della parola al primo posto e poi il suo significato. Fa della scrittura un tipico uso poetico, che non è di certo nuovo nel mondo della musica, ma Madame lo arricchisce con una certa creatività linguistica che non è da tutti.

Questo pezzo non è mai più uscito dalle mie playlists.

Quello per cui merita 10, 10, 10, è la sua determinazione nel voler sfuggire alle attuali etichette di genere che vogliono “le rapper” in un determinato modo e con un determinato stile, e nonostante la sua voglia di controcorrente, il suo talento non passa inosservato.

Anzi fare colpo in una scena musicale fortemente generalizzata e generalizzante, è piuttosto complesso. In Italia non ci sono ancora artiste famose e affermate da essere ormai emancipate dall’idea di un “rap al femminile”. Madame però attira l’attenzione per le due ragioni che faranno sempre parlare: essere una ragazza ed essere giovane. Non è detto che qualsiasi cosa ci sia di nuovo sarà interessante sempre, ma è curioso notare come Madame riesca ad essere ragazza e donna della sua realtà e lo racconti senza bisogno di fare la trapper per qualcuno o qualcosa.

Non ci sono filtri né catene d’oro, non c’è trucco né twerk.

Madame è l’anti-eroina del momento, è l’artista che sceglie di non plasmarsi e che si scrolla di dosso l’eredità di un pensiero ancora troppo radicato: sei donna, non puoi farlo.

Sono gli anni ’90, illogica allegria va bene, ridatemi i Gazosa ma lasciatemi anche Madame.

Serena Palmese

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La Redazione

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