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challenge accepted e womensupportingwomen : cosa sono i nuovi trend di Instagram

Da qualche giorno, chiunque di noi si trovi a seguire le proprie star preferite sui social, in particolare Instagram, si sarà accorto della diffusione a macchia d’olio di un nuovo # : parliamo del fenomeno #challenge accepted, spesso accompagnato da #womensupportingwomen

Cosa significa e da dove è nato questo movimento? Cosa vuole comunicare?

Troviamo questi # – già visti in altri contesti – sotto le foto in bianco e nero di attrici, influencer, modelle, cantanti, autrici, danzatrici. Spesso , questi scatti sono accompagnati da una breve didascalia in cui si ringraziano le altre donne responsabili di un precedente tag. Una vera e propria catena in cui ogni donna trascina l’altra, rendendola un anello ulteriore in una lunga costruzione che si chiama solidarietà, o anche, presa di coscienza. Ogni donna che viene coinvolta nella catena, oltre a pubblicare una propria foto in bianco e nero e ad usare gli #, dovrà a sua volta scegliere -taggandola – una donna da connettere alla rete.

Nel coinvolgimento reciproco, queste celebrites innescano un meccanismo importante, un messaggio immediato e semplice: il supporto reciproco, la gratitudine , la voglia di fare branco e – nel chiamare le altre all’azione – la necessità di avvalorarsi vicendevolmente. Ogni donna trascinata nel movimento, ha il diritto ed il dovere di fare sentire la propria voce e di esprimere pubblicamente la sua stima nei confronti di un’altra donna.

Finora, la challenge ha avuto una diffusione fortissima, segno visibile di un grande legame che sembra unire lo star system al femminile, ma che spera di partire dall’alto per giungere ovunque, in ogni intercapedine del tessuto sociale.

Il grembo materno di #womensupportingwomen sembra essere stato l’incidente diplomatico tra la deputata democratica Alexandria Oscasio-Cortez ed il deputato repubblicano della Florida, Ted Yoho. Il gentiluomo appena nominato, la scorsa settimana, si era rivolto alla collega affibbiandole la forbita etichetta di “fottuta puttana”, insultandola pubblicamente. La Oscasio – Cortez, essendo la donna che è, ha successivamente rifiutato altrettanto pubblicamente le pavide scuse di Yoho, mettendo in discussione la sua integrità di essere umano in un discorso diventato virale. Nel suo tentativo di fare ammenda, Yoho aveva definito la faccenda un semplice fraintendimento, un triste equivoco, aggrappandosi mestamente al fatto di essere un marito e padre di due donne. La Oscasio-Cortez ha preso la voce e la parte di tutte le donne del mondo quando ha definito le sue scuse inaccettabili e ridicole.

Le parole della deputata sono state : “…avere una moglie e delle figlie non rende un uomo decente, trattare le persone con dignità e rispetto ti rende un uomo decente. E quando un uomo decente fa un errore, come del resto tutti noi, prova a fare del suo meglio per chiedere scusa. Non per salvarsi la faccia o per ottenere voti. Le sue scuse saranno oneste e genuine per cercare di riparare e prendere coscienza del danno fatto, così da poter andare tutti avanti”. Il discorso, di cui ho citato solo la parte più esemplificativa, è diventato un nuovo manifesto del potere femminile, l’affermazione del rifiuto più assoluto di abbassare la testa e accettare, ubbidire, perdonare. Non tutto è perdonabile , niente di ciò accettabile, o comprensibile. Tante donne sono intervenute a denunciare il trattamento sessista e aggressivo di molti loro colleghi, creando il presupposto per la rete di salvataggio al femminile.

I social, nella loro manifestazione più positiva e propositiva, si sono dimostrati un’arma definitiva per l’imposizione di un terreno sociale basato su diversi assiomi.

Niente, tuttavia, di quello che è visibile e seguibile da tutti, può restare immune da critiche, intonso e positivo. C’è già chi critica pubblicamente il challenge, definendolo l’ennesima trovata di marketing delle star per potersi mostrare o – agli occhi dei critici più severi – un puro atto di narcisismo, dovuto alla voglia matta di pubblicare un proprio scatto patinato e raffinato.

I detrattori del movimento, indubbiamente con motivazioni convincenti, discutono sull’utilità di pubblicare bellissime foto di se stessi, così palesemente studiate, editate e piene di filtri, per mostrare solidarietà nei confronti delle donne. Sì critica la mancanza di sincerità e di autenticità, il restare sempre e comunque ancorati ad un sistema di valori capitalista ed esteta, incapace di parlare al largo pubblico.

Io credo, in ogni caso, che un movimento – per quanto imperfetto e viziato dall’ego – sia comunque migliore del silenzio. Non possiamo aspettarci che donne la cui carriera si è basata per anni sulla bellezza e sull’eleganza siano improvvisamente disposte ad azzerare il glamour che le avvolge , uno dei motivi principali che ce le rende così affascinanti.

Il movimento sussiste, l’apprezzamento e il reciproco riconoscimento non è minacciato minimamente dalla bellezza o dalla ricchezza, il cuore c’è e batte, in ogni donna per tutte le altre.

E quindi nulla, #challengeaccepted e #womensupportingwomen.

Sveva Di Palma

Sveva Di Palma

Sveva. Un nome strano per una ragazza strana. 32 anni, ossessionata dalla scrittura, dal cibo e dal vino, credo fermamente che vincerò un Pulitzer. Scrivo troppo perché la scrittura mi salva dal mio eterno, improbabile sognare. È la cura. La mia, almeno.

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