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Boys will be boys or… not? Rileggendo la mascolinità tossica – Chiara Di Mauro

“Boys will be boys” è un modo di dire americano vecchio come il cucco.
Un po’ come il concetto che esprime.


Sostanzialmente, con la scusa che “l’uomo è uomo” ed è dunque fatto in un certo modo, settato biologicamente, si sono giustificati per secoli atti di sessismo, razzismo, abuso, violenza, bullismo.

Da parte dell’uomo, chiaramente.

I trend setter della psicologia e della sociologia hanno definito questo fenomeno “mascolinità tossica”.

Non bisogna pensare che tutta la mascolinità sia tossica, o che ci sia qualcosa di endemicamente sbagliato nella virilità, anzi, bisogna rifondare il concetto ripartendo dall’inclusione delle parti migliori di ciò che è tradizionalmente affidato all’uomo, ovvero il provvedere al prossimo, proteggere, ordinare, regolare, la chiamata all’eroismo e riuscire ad allargare il raggio d’azione della mascolinità a tutti i sentimenti umani, alle paure, alle tenerezze, al poter avere più bisogno d’amore della propria partner.

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Vedi anche: Colorati di orgoglio Pride

Chiara Di Mauro

Nata a Napoli il 31 ottobre 2001 e diplomata al Liceo Artistico Statale di Napoli. Studia attualmente fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Lavora come libera professionista, oltre che per La Testata, per privati e artisti.

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