Cinema e Streaming

Michelle Obama in divenire: i volti della ex First Lady mostrati in Becoming su Netflix

Una delle donne più famose di sempre: Michelle Obama, la splendida ed elegantissima moglie del primo presidente afroamericano degli Stati Uniti, Barack Obama.

Così famosa da sembrarci quasi familiare, per quanto inarrivabile, lontanissima e perfetta. Eppure, la grandezza dei personaggi mitizzati dalla nostra quotidianità è sempre nel loro lato umano,  vicino e talvolta comune. Ed è esattamente così che ci risulta il quadro totale delle ex First Lady, dipinto dalla regista del documentario di Netflix Becoming, Nadia Hallgren

.Il documentario segue le tappe del tour di Michelle, il tour per presentare il suo libro, intitolato appunto Becoming. Immagini di repertorio – alcune anche di molti anni fa – alternate a riprese del tour, interviste e piccoli assaggi di backstage, ci delineano i contorni definiti e al contempo sfaccettati di una donna che prima di essere First Lady è stata una di noi, una avvocatessa brillante sedotta da un giovane  – per qualche tempo- collega dai grandi ideali e dal sorriso contagioso.

Michelle è una donna indipendente , ma anche dedita, presente e innamorata della propria famiglia. Alcune delle descrizioni e delle immagini più belle sono proprio quelle che si immergono in un passato ancora innocente, di semplicità quotidiana, in cui la Casa Bianca era solo un sogno lontano, un miraggio apparentemente irraggiungibile. L’empatia spontanea che nasce per Michelle è proprio legata al suo essere incredibilmente bella, elegante, composta ma anche sfacciatamente onesta, solida nel suo volersi mostrare come moglie e madre amorevole, fallibile, in difficoltà.

L’apertura che Michelle mostra nel suo parlare delle difficoltà che comporta il matrimonio, la delicatezza dell’equilibrio di coppia quando si è scelto come compagno un idealista, un uomo che vuole cambiare il mondo, il sentirsi talvolta invisibili. Sono tutti sentimenti che condividiamo e comprendiamo perfettamente.

Tuttavia, non si diventa un’icona di stile ma anche un simbolo ardito di riscatto e rivoluzione accettando una situazione di cieca subordinazione, relegando se stesse nel ruolo di moglie e madre, angelo custode del proprio compagno nella sua opera di grandezza. Michelle ha rifiutato di essere gestita, inquadrata, anche se appare evidente che le politiche presidenziali spesso le hanno impedito di esprimersi completamente. La sua creatività e la sua genuina umiltà, anche nel crescere le due eclettiche figlie, sono indomabili, fedeli a se stesse e alle loro origini modeste.

Non per questa sua feroce modestia però la ex First Lady si rifiuta di riconoscere l’importanza ed il potenziale del suo ruolo, di ciò che può rappresentare per l’altro e le altre, in particolare. Michelle è una donna amica delle donne, una compagna, una guerriera sofisticata ma devota alla guerra: non la guerra con le armi, quella che amano gli americani da secoli, ma la guerra per l’uguaglianza, per i pari diritti, quella contro il sessismo ed il razzismo. Lei è per la guerra attraverso l’unione, con la solidarietà e con la parola, la parola come strumento di diffusione della cultura.

Becoming, in inglese, significa letteralmente divenire. A 56 anni – finalmente libera di esprimere se stessa in tutte le sue sfumature e declinazioni – è così che ci appare Michelle, padrona della sua avventura e più che mai disposta ad iniziare un percorso di vita che la porterà ad esplorare gli altri ed esplorarsi. In perenne divenire, si resta sempre fluidi, vivi, intelligenti, attenti.

Così come è vivo ed intelligente il lavoro di regia e produzione dietro questo documentario profondo e divertente, emozionante ma mai trito o ridondante. I il documentario è incentrato sì sulla figura di Michelle, ma in grado di adottare anche le voci e i volti delle donne con le quali la First Lady interagisce, diventando infine un unico coro di canti femminili, tutti diversi ma ugualmente meravigliosi. Le interazioni tra donne aperte, consapevoli di sé e pronte al confronto sono pura magia, in un mondo che – per quanto si mostri ugualitario – cova in segreto il desiderio di vederci gelose ed invidiose, nemiche le une delle altre.

Noi – anche grazie all’esempio di idole assolute come Michelle – rispondiamo che no, non ci avrete mai come volete voi.

Sveva Di Palma

Sveva Di Palma

Sveva. Un nome strano per una ragazza strana. 32 anni, ossessionata dalla scrittura, dal cibo e dal vino, credo fermamente che vincerò un Pulitzer. Scrivo troppo perché la scrittura mi salva dal mio eterno, improbabile sognare. È la cura. La mia, almeno.

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