Sociale

“Non entreremo più nei jeans” e altri timori: come la quarantena ha messo alla prova la nostra paura di ingrassare

In un mese e mezzo di quarantena, ne abbiamo sentite di tutti i colori e adesso che la fase 2 si avvicina (si spera!) fioccano i meme e le battute sul peso: “Non ce la faremo comunque a uscire dalla porta di casa”, “Quest’anno salta la prova costume” e chi più ne ha più ne metta.

Ma è giusto fare dello spirito su un argomento del genere?

L’ironia è una preziosa alleata quando si presenta una situazione sgradevole, aiuta a smorzare la tensione e ad alleggerire il carico di preoccupazioni. Io stessa ricorro all’ironia e al sarcasmo quando non so bene come reagire e ho riso, lo ammetto, nel vedere alcuni dei meme più creativi sul web.

Eppure, dietro le risate, pare celarsi una vera e propria fobia per il grasso e la forma fisica, come suggeriscono gli innumerevoli video pubblicati sui social in cui si spiega come restare in forma durante la quarantena, come bruciare il grasso tra le quattro mura di casa.

Vi sento già protestare, indignati: «L’attività fisica fa bene alla salute e allo spirito!». Su questo non ci piove. Chi era abituato ad allenarsi costantemente si è visto portare via qualcosa di prezioso – basti pensare ai professionisti e agli atleti che col corpo ci lavorano – ed è giusto che non voglia perdere la forma fisica né il giovamento che una sana attività motoria porta alla salute mentale. Fare sport aiuta a combattere lo stress, che nelle ultime settimane ha raggiunto livelli altissimi, a sentirsi più felici e impegnati in qualcosa di utile per se stessi.

Tutto giusto, ma non ho potuto fare a meno di percepire una sorta di insistenza, una pressione da parte del Web a restare attivi e produttivi, come se prendersi del tempo per poltrire, una volta ogni tanto, fosse la causa di tutti i mali. Come se la cosa più importante fosse restare magri e in forma, per essere pronti a tornare nella civiltà una volta finito questo incubo sotto forma di pandemia.

Ecco, lo vedete? Essere magri vuol dire essere civili e socialmente accettati. È questa la chiave del problema. Pensiamo di dovere avere un certo aspetto perché, quando l’isolamento sarà finito, le persone torneranno a guardarci, a giudicarci e, si teme, a disprezzarci.

Ma voi, persone bellissime dentro e fuori, non importa quale sia la vostra taglia o il vostro peso… voi, che cosa volete fare in questo periodo di emarginazione sociale? Volete davvero sprecare il vostro tempo ad avere paura dell’opinione altrui? A mangiare i biscotti che avete cucinato con tanto amore soffocati dai sensi di colpa per aver ceduto alla gola?

Il cibo non dev’essere un peccato, ma un piacere. Non c’è nulla di male nell’apprezzare la buona tavola, quando se ne ha voglia. L’ansia sociale che deriva dalla demonizzazione del cibo non fa che acuire la paura di non essere accettati e ciò porta, inevitabilmente, a innescare meccanismi poco salutari, sia che si parli di rifiuto del cibo e di over training, sia che si tratti di rifugiarsi nel comfort food e nell’inattività.

Lo sa bene chi ha sofferto, o soffre ancora, di disturbi dell’alimentazione e che in quarantena ha dovuto affrontare i suoi demoni interiori. È difficile spezzare il cerchio, smettere di vedere nel cibo un qualcosa di malvagio, una tentazione a cui cedono solo i deboli. È importante tenere a mente che il cibo è solo cibo e che, se avete messo qualche chilo in più, poco importa! Non sarete amati di meno con una forma fisica diversa e non sarete persone peggiori, se non avrete rispettato la legge del branco.

Ci sono stati e ci sono ancora pericoli peggiori da affrontare in questa pandemia. I decessi sono stati innumerevoli, si è sofferto molto. I chili presi si possono sempre perdere, ma le persone perse non possiamo riaverle più.

Prendiamo la quarantena come un’occasione per amarci di più, per apprezzare ciò che abbiamo perché siamo qui, vivi e in salute. E non importa forma, razza, sesso o età: siamo tutti bellissimi e degni di uscire di casa a testa alta.

Claudia Moschetti

Foto di copertina di Valeria Gentile

Claudia Moschetti

Claudia Moschetti (Napoli, 1991) è laureata in Filologia Moderna. Ha insegnato italiano a ragazzi stranieri e scritto per un sito universitario. È attualmente recensora presso il blog letterario Il Lettore Medio e redattrice per il magazine La Testata. Dal 2015 al 2021 ha collaborato alla fiera del libro gratuita Ricomincio dai libri, di cui è stata anche organizzatrice.

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