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Matrimonio riparatore: l’unica soluzione proposta per tutelare le giovani donne turche

La tutela delle donne è, in ogni parte del mondo, un obbligo dello Stato. Quando il governo di un Paese viene meno ad una delle sue funzioni più importanti, forse bisognerebbe partire dalla rivalutazione del concetto di politica e dei suoi compiti. Se nel nuovo millennio si parla di diritti in base ai generi sessuali e di uno Stato che crede di proteggere l’onore, c’ è bisogno di grande lavoro di ricostruzione sociale e culturale.

Siamo in Turchia, nella Turchia del 2020, in una nazione che ne ha passate tante e che dovrebbe guardare al futuro. Il presidente Erdogan prende le redini della nazione per far un passo indietro. È proprio quello che sta facendo: ripristinare una legge ormai abolita nel 1994, già allora in netto ritardo rispetto ad altre nazione. Si propone ancora il cosiddetto matrimonio riparatore, nonostante nel 2016 il disegno di legge è stato abolito.

Per chi? Per difendere le vittime dello stupro?

No, difendere chi compie il reato di stupro, questo si vuole per le donne che da vittime diventano colpevoli per aver portato disonore prima alla famiglia e poi a se stesse. La proposta presentata dal partito Libertà e Giustizia del presidente Recep Tayyip Erdogan vuole, per chi è accusato di violenza sessuale contro un minore, evitargli il carcere sposando la sua stessa vittima, se quest’ultima ha meno di 18 anni e se la differenza di età tra i due è inferiore ai 10 anni. Significa che chiunque liberamente può abusare di una donna perché legittimato prima di tutto da un governo che tutela chi commette reato. La proposta per merito dei movimenti internazionali e l’opposizione turca non ha avuto modo di poter essere convalidata.

La situazione è sicuramente sintomo di un dato allarmante per tutta la nazione, rappresentata da un capo le cui decisioni lasciano temere un futuro politico volto alla chiusura e alla dittatura. Le idee, le proposte conservatrici, il pensiero e l’atteggiamento dispotico ci riportando indietro nella storia, precisamente alle dittature europee, i cui ideali non si discostano molto da quelli delle autorità turche.

“Le donne sono inferiori agli uomini per la loro natura” queste sono state le parole pronunciate in un discorso tenutosi nel lontano 2009, che hanno preso forma nella proposta di legge, la quale non lascia molto spazio ad interpretazioni. Innanzitutto l’innaturalità nasce dal permettere a ragazze non ancora maggiorenni e quindi non ancora in grado di poter prendere autonomamente delle decisioni. L’idea nasce da un profilo conservatore, maschilista che a causa del suo carisma ha, in passato, accolto il consenso di molti ma non della maggior parte. Manifestazioni, atti di proteste sono in questo caso necessarie per sventare un femminicidio. La politica serve a tutelare la cosa pubblica, ma se la cosa pubblica è formata da esseri umani, significa che la specie umana tutta vada tutelata, donne e uomini che siano. Motivo per cui è necessario un lavoro di educazione civile e culturale che vada a formare i futuri cittadini votanti, ma soprattutto che abbiano la lucidità di far sì che queste cose non possano accadere e tantomeno essere pensate. È necessario evitare il problema culturale e sociale di base. Prima di tutto, questo tipo di misure pensate come risolutive devo essere proibite e qualora dovesse essere commesso un crimine sulla donna, prendere dei provvedimenti restrittivi e rieducativi per il carnefice e non la vittima.

Dopo tante battaglie, dopo tante lotte, una donna non può e non deve sentire macchiato il proprio onore perché violentata e costretta a riparare con un matrimonio. L’ istituto matrimoniale non è colla che ripara, anzi può diventare un pericoloso contratto in cui si viola il diritto di libertà personale diventando una costrizione e una scelta obbligata. Un uomo politico non può legittimare tutto questo, non può permettere che la donna possa essere considerata in base al suo onore, perché non è di onore che si parla, ma di un essere umano violato nel proprio intimo. Il rispetto che manca prima ai governatori non può che generare un popolo che non sa rispettare.

Francesca Gagliarde

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La Redazione

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