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C’era una volta a… Knoxville – Parte 2

La storia di Quentin continua tra bizzarre avventure, splatter violenti, fascinazioni da piedi e clamorosi successi di box office.

Proprio lo spiacevole “equivoco” con la polizia a dare l’idea al soggetto della sceneggiatura del suo primo, e rudimentale, girato: My Best Friend’s Birthday.

Il film, nonostante avesse comportato numerosi sacrifici di produzione, circa seimila dollari raccolti e decurtati dagli stipendi degli altri dipendenti del videonoleggio, che infatti hanno co- partecipato all’idea, la pellicola va incontro ad un beffardo destino. Infatti, mentre il materiale del girato è riposto in un laboratorio di sviluppo in attesa dell’uscita ufficiale, la struttura viene incendiata insieme a tante altre “lingue di cellulosa”. Si trattava infatti dell’attacco di un gruppo di neonazisti guidati dal fanatismo di deliberati attacchi al capitalismo hollywoodiano (rappresentato in quel caso dalle pellicole in produzione) e dal loro famigerato leader Hans Landa, successivamente arrestato e diventato obbiettore di coscienza e collaboratore di giustizia.

Il genio visionario di Quentin Tarantino non demorde, infatti, insieme al suo amico di sempre Roger Avary scrive la sceneggiatura di Una vita al massimo venduta ad un noto produttore ed ex star del grande schermo per i suoi western, Rick Dalton.
Proprio Dalton proporrà a Tarantino di partire per l’Italia per la lavorazione sul set di alcune rivisitazioni di spaghetti western (vista anche la grande passione di quel giovane emergente per Sergio Leone), ma si vide rispondere con un rifiuto, la carriera di Tarantino doveva farsi ad Hollywood.

L’avventura losangelina del regista, nonostante il rifiuto, prosegue ad Hollywood con grande successo. Arriva la firma sulla sceneggiatura di Natural Born Killers (Assassini Nati) venduta a diverse centinaia di migliaia di dollari, l’apprendistato al Sundance Istitute con Robert Redford, la collaborazione con Robert Rodriguez e finalmente il suo primo grande film, Le Iene.
Una rapina finita male nella sinossi della storia, uso ridondante di splatter, la parola “fuck” pronunciata ben 252 volte, budget bassissimo. Il tutto in una formula che renderà la pellicola un vero cult di genere, Tarantino aveva riscritto le regole dell’avantpop cinematografico.

Tante proposte alla regia arrivano nel frattempo ma Tarantino è già proiettato sulla scrittura di quella che sarà la sua seconda firma alla regia. Al momento prima dei lavori sul set si trovava in viaggio ad Amsterdam, dove tra coffee shop e mistici viaggi immersi nel cinema d’avanguardia europeo conobbe una donna. Una di quelle dai contorni divini, da lasciarti basito o folgorato, il suo nome era Mia Wallace. Caschetto nero, occhiali da sole griffati, fisico slanciato. In alcune dichiarazioni rilasciate successivamente Tarantino racconterà il momento dell’incontro: “era seduta al tavolino di un bar, gambe accavallate come due potenti pitoni, sorseggiava il suo caffè alla cannella con la stessa intensità con cui ho visto bere tequila in Sinaloa, o almeno aveva lo stesso torbido bruciore, mostrava quei suoi piedi dalle dita affusolate con provocazione attraverso un paio di scarpe aperte. Rimasi rapito e capii che avevo trovato la mia musa per il prossimo film, non l’avevo ancora sentita aprir bocca ma doveva riempire lo schermo della mia telecamera”.

Da quell’incontro dal sapore mistico ed erotico scaturì una relazione e la partecipazione di Mia al secondo film di Tarantino, Pulp Fiction. Una pellicola che aveva nel suo sottotesto narrativo la stessa relazione, folgorante, del regista con l’attrice ma stavolta, nella finzione, tra la donna di un boss e un suo scagnozzo, Vincent Vega. Anche questa pellicola diviene un cult di genere ma stavolta l’accoglienza di critica è sorprendente arrivando addirittura a premiare l’originale sceneggiatura fino ai Golden Globe e agli Oscar.

Tutto sembra procedere del migliore dei modi, seguiranno infatti due anni intensi per il regista impegnato anche in TV, almeno fino allo spiacevole episodio della Pan Am. Il regista, in volo verso Toronto con l’amico Samuel L. Jackson, viene fermato perché trovato in possesso di una pistola e di trenta grammi di Marijuana…

Claudio Palumbo

 

La Redazione

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