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Il mondo è bello perché è vario come le sfumature degli ombretti

“Torna al tuo paese, sei diverso!”
“Impossibile, vengo dall’Universo”

Se si cerca sul dizionario il concetto “diversità” sarà espresso come la condizione di chi è considerato da altri o da se stesso estraneo rispetto ad una presunta normalità di razza, propensione sessuale, comportamenti sociali o scelte di vita.

Ma cos’è che ci spinge ad esempio a viaggiare?
La diversità stessa, che smuove, arricchisce e rende liberi di manifestarsi per ciò che si sente.
L’accanimento verso chi è “altro da me” non trova giustificazione, causa solo un effetto Domino di intolleranze, violenze, soprusi.

Come può tangere qualcosa che non crea alcuna difficoltà alla propria vita al punto da volerne l’eliminazione?

Sarebbe come pensare di chiudere tutti i ristoranti di cucina giapponese, perché si è in Italia e allora si mangiano solo pizze e spaghetti o di eliminare l’avocado e la papaya dal commercio.

Come può crear fastidio il pensiero che due persone dello stesso sesso si amino?
“Eh ma ai bambini come lo si spiega?”
NOTIZIA INCREDIBILE: i bambini possono sopravvivere restando scevri da turbamenti se si spiega loro che per stare insieme c’è bisogno solo di amore.

Come si spiega, piuttosto, ai bambini – ma anche a qualcuno con un minimo di ragione – che alcuni vorrebbero eliminare dalla terra tutti quelli che sono di religione musulmana, di pelle nera, ecc?

E allora come si può evitare?

Il primo step per combattere qualsivoglia forma di discriminazione è la scuola dell’inclusione, affinché si apprenda sin dalla più tenera età a conoscere, rispettare, affrontare ciò che non è identico a quel che ci circonda.
I concetti chiave prevedono non solo attività interdisciplinari, ma appunto inclusioni di bambini e ragazzi con bisogni educativi specifici e disabilità: aiutare i piccoli, così che da grandi possano eliminare le barriere.

Perché solo in questo modo si può estirpare il seme dell’intolleranza.
“Il mondo è bello perché è vario” recita una poesia di Josè Pascal, ed è vero perché per fortuna c’è ancora chi spera che qualcosa possa migliorare, possa non sentirsi in difetto per il solo fatto di esistere.
L’essere umano ha bisogno della diversità in ogni sua forma, perché non ci siano soltanto divisioni nette, come ci insegna una semplice tavolozza di acquerelli, o una palette di ombretti: i colori forti, opachi, shimmer, colori di transizione, convivono tutti magnificamente perché hanno un obiettivo comune.

Alessandra De Paola
Fonte copertina Pixaby

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Alessandra De Paola

Ciao! Mi chiamo Alessandra De Paola e sono nata il 25 gennaio 1996, sono dell'Acquario e vi risparmio la fatica di fare calcoli: ho 24 anni mentre vi scrivo. Studio Lettere Moderne e sono redattrice per la Testata Magazine, mi piace indagare vari aspetti della vita così da trovare le mie inclinazioni. Ne ho contate 62, nessuna legata a quella precedente.
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