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Lo scavo del “Laocoonte e figli”

Scondo le cronache dell’epoca il gruppo scultoreo venne rinvenuto il 14 gennaio del 1506, in una vigna sul colle Oppio di proprietà di Felice de Fredis, nei pressi della Domus Aurea di Nerone. Lo scavo era di grandezza stupefacente ed ai lavori era presente anche Michelangelo. Sì, esatto, proprio lui! Il grande artista rimase fortemente impressionato dalla potenza espressiva dell’opera e dalla incredibile cura per i particolari anatomici. Si tramanda, infatti, che fu proprio grazie a lui che i lavori continuarono e fu proprio su suo consiglio che papa Giulio II acquistò il complesso scultoreo per porlo al centro del cortile ottagonale, progettato da Bramante e situato all’interno del Giardino del Belvedere. Tale gesto fu identificato come l’atto fondativo dei meravigliosi Musei Vaticani.

La Redazione

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