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Fist of Jesus: “il colpo” di Cristo

Zombie, cowboy, polli e Gesù Cristo: con premesse del genere ci si aspetterebbe un gioco beat ‘em up di tutto rispetto… Ma sarà veramente così?

Era ottobre del 2012 quando “Fist of Jesus” sbarcò su YouTube: questo corto low budget, diretto da Adriàn Cardona e David Muñoz, è una piccola perla di trash ben fatta, con delle idee a dir poco brillanti e atipiche.

La storia si incentra su un errore commesso da Gesù che, nel risvegliare Lazzaro, crea di fatto il primo zombie della storia: inutile dire che le conseguenze saranno del tutto dissacranti e molto splatter, dove non ci sarà alcunché di moralistico o logico. 


Il 17 ottobre del 2014 viene alla luce il gioco di Fist of Jesus, creato in seguito al grande successo che aveva ottenuto l’omonimo corto; la trama risulterà invariata, così come l’impronta dissacrante riconoscibile: vedremo quindi Gesù e Giuda fianco a fianco nel tentativo di sconfiggere armate di zombie, create e comandate da Lazzaro.

Dovremo affrontare ordate di zombie sempre più forti e numerose, aiutati dagli oggetti che possiamo trovare in campo, come pesci, catene, croci e pistole e dai potenziamenti che sbloccheremo man mano, accrescibili tramite un albero delle abilità. Si potranno, inoltre, stordire gli avversari ed eseguire su di loro un’ultimate chiamata, giustamente – Divine Punishment – dove smembreremo i non-morti senza pietà.

Lo stile cartoonesco del gioco fa diventare il tutto più godibile e simpatico, rendendo ancora più spassose le scene più scorrette e cruente, come quelle in cui facciamo esplodere dei lebbrosi-kamikaze.
Il titolo parte quindi da delle premesse tematiche e stilistiche più che discrete… Ma cosa è andato storto?
Superato l’entusiasmo delle prime ore ci accorgeremo facilmente di come le meccaniche siano ripetitive e niente di particolarmente ispirato dopotutto: nonostante il gran numero di livelli, 60 per l’esattezza, non sia tipico di questi beat ‘em up, difficilmente riusciremo a finire l’intero gioco, perché privo di mordente differenziazione interna.

I boss e i nemici non varieranno oltre le tre macro-categorie in cui sono divisi, verrà semplicemente implementata la loro resistenza, che renderà la sfida più difficile ma non varia, né dal punto di vista visivo né da quello del mero game-play. Nonostante il titolo si presenti come a “scorrimento orizzontale”, in realtà tutti i livelli sono chiusi in delle cornici di gioco ben precise dove ci potremo muovere lateralmente solo di pochi passi, in spazi che risultano essere addirittura claustrofobici.


Sparito dunque lo stupore e il divertimento iniziale dati da trovate geniali come i “pesci-shuriken” o la Judaskameha, ovvero l’onda energetica sparata da Giuda, rimaniamo con in mano un gioco carino per passare qualche oretta ma nulla di più.

C’è da dire che il prodotto è stato palesemente pensato per dare ulteriore risalto e pubblicità al corto e che, tutto sommato, vale quei 2/3 euro che costa; anzi, dovrebbe entrare a far parte della propria collezione… anche solo per vedere Gesù lanciare piranha addosso a dei cowboy zombie!

Davide Cacciato

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Davide Cacciato

Sono Davide Cacciato, siciliano trapiantato a Napoli classe ‘97. Laureato in lingue e culture orientali, so dire “ho sonno, lasciami stare” in 10 lingue diverse. Copywriter e content maker freelance, redattore e vice art-director per La Testata fin dalla sua nascita. Il mio maggior pregio? Senz’altro la modestia!
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