Il festival BAYNA a cura di Humanity in Focus

Il 28 e 29 novembre l’Ex Asilo Filangieri ha ospitato il festival BAYNA organizzato dall’associazione Humanity in Focus.
BAYNA, parola araba che si traduce come tra, è un festival nato per celebrare il secondo compleanno dell’associazione, la quale ha coinvolto una marea di artistx per continuare a parlare di Palestina, riflettendo su quanto è stato fatto dall’attivismo negli ultimi due anni per accorciare le distanze tra noi e la Palestina, e quanto ancora c’è da fare.
la differenza tra me e te è che tu pensi che ci sia
In entrambi i giorni si è svolto il corso di ricamo tradizionale palestinese tenuto da Tatreez Napoli; il ricamo tradizionale palestinese è un vero e proprio linguaggio dove ogni ricamo ha un suo significato specifico, ed è una forma di resistenza che conserva un’identità calpestata, quella delle donne palestinesi. Ad oggi la tradizione di cucire e indossare abiti ricamati è diffusa sia nei villaggi che nelle città, e i diversi motivi rappresentano le diverse regioni della Palestina storica, territori rasi al suolo dalla macchina genocida israeliana ma che sopravvivono nei fili e nelle mani che li tessono.
Lx artistx hanno incendiato gli spazi con il loro talento e la loro sensibilità, chi in teatro e chi ai banchetti artistici, fotografici e letterari.
Sono state due serate di arte, di un’arte che non è puro intrattenimento ma è politica, è una delle armi con cui pratichiamo la resistenza, la stessa che rivendichiamo nelle piazze, nelle università, come collettivi e come individui.
Pensare alla Palestina significa fare esperienza di un lutto continuo e costante. Di una lotta inarrestabile e fedele. BAYNA ci ha ricordato che la Palestina è anche gioia immensa, che i palestinesi ballano e corrono in riva al mare ridendo in faccia alla morte.
Il lavoro incessante di Humanity in Focus è un monito imprescindibile: abbiamo il dovere di fare la nostra parte, anche se piccola, anche se ci sembra inutile. Abbiamo il dovere di combattere accanto alle nostre sorelle e i nostri fratelli della Palestina e di ogni terra martoriata dai progetti colonialisti, perché nessun essere umano che possa definirsi tale può vedere un genocidio in diretta e scegliere di girarsi dall’altra parte. Abbiamo l’opportunità di decostruirci e di capire come essere migliori. Di aiutare e resistere. Abbiamo il dovere di ricordare ogni terra devastata dalla violenza del colonialismo, ogni popolo sviscerato della propria lingua, della propria casa, della propria famiglia, della propria vita. E dobbiamo fare la nostra parte affinché non riaccada mai più.






Anema Autoproduzioni ha cucinato ottimo cibo per tuttx e il progetto che porta avanti è un altro bellissimo modo di praticare resistenza.
L’associazione ha presentato un banchetto con tantissimi articoli tra stampe, tote bags, magliette, spille, penne…e si trova tutto anche su Humanity in Focus Store!
Lx artistx che si sono esibitx sono: ArtUp, Capoeira Angola Baoba, Gli Sgarri, Antonio Saporito, Soul Palco, Nicola Caso, Andrea Tartaglia, Valerio Jovine, Danza Aerea, Spazio Variabile, Connie Dentice, Mario Scamardella e Yurei, Eduardo Castaldo, Dario Guarino e Rossella Marrafino, Cassandra.Parla, Living Theatre Europe, KairósRivista, Sara Renée, Mariano Gallo, Kresta
Lx artistx ai banchetti sono Giovanni Bellofiore, Cecilia Catani, Aurora Ecca, Riseandrise_FreePalestine, Luigi Notarnicola, Davide Cocozza, Manuel Di Costanzo, AstArte Edizioni, Between Gaza and Naples, Hennè by Asma, La Gazzetta Letteraria
Grazie a tuttx lx artistx per il loro tempo e per la loro arte che resiste
Grazie all’associazione Humanity in Focus tutta per il lavoro che svolge
Grazie alla Palestina per quello che è stata, che è, e che sarà ancora
Il ricavato del festival BAYNA andrà ai territori palestinesi occupati
Per la terra, per la libertà, per il ritorno
Per la Palestina libera com’era un giorno
Marcella Cacciapuoti
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