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La storia dietro la rinomata Maison Veuve Cliquot

Fondata nel 1772 a Reims, la Maison Veuve Cliquot, e una delle più antiche e prestigiose case di champagne francesi. La sua fama è legata a Madame Barbe – Nicole Ponsardin Cliquot… Scopriamo insieme la sua storia.

Nel cuore della regione francese dello champagne, alla fine del XVIII secolo con la morte prematura di François Cliquot, assunse il comando della casa di champagne, la moglie Barbe-Nicole, appena ventiseienne. In un’epoca in cui le donne non avevano diritto di parola, Madame Cliquot decise di non cedere alle convenzioni e di guidare personalmente la maison. La giovane donna non fu solo un abile amministratrice, ma fu pioniera del vino moderno: nel 1810 lanciò il primo champagne millesimato della storia, prodotto con uva di una soia annata.

Nel 1816 ideò la table de remuage, un tavolo di legno che permetteva di raccogliere i sedimenti nel collo della bottiglia; fu proprio grazie a questo sistema che lo champagne divenne limpido e brillante, liberandolo dalle impurità. La donna dimostrò nell’arco di pochi anni un’audacia al di sopra dei suoi predecessori: durante le guerre napoleoniche, con alcuni escamotage riuscì ad a far arrivare il suo champagne sino in Russia, conquistando così l’aristocrazia e lo zar Alessandro I.

“Solo una qualità, la migliore”

La figura di Madame Cliquot divenne il simbolo dell’imprenditoria femminile e dell’eccellenza dello champagne francese nel mondo. A tutt’oggi la Maison Veuve Cliquot, riconoscibile dal suo giallo brillante, rappresenta la tradizione e l’innovazione non solo dello champagne, ma di una società intera: questa donna, la Veuve, riuscì a trasformare il dolore indeterminazione e rese i vini della maison riconoscibili per eleganza e purezza

“Madame Cliquot ha fatto del suo nome un marchio di eccellenza, facendolo risplendere in tutto il mondo il suo straordinario contributo le valse il soprannome di “La grande dame dello champagne”.

Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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