Tre ciotole di Michela Murgia: un libro sospeso nel tempo

Tre ciotole è un libro di Michela Murgia, un romanzo, nel quale, a detta della stessa autrice, “tutto è autobiografico e niente è autobiografico”.
L’incipit è una coltellata al cuore. Una diagnosi maligna che la protagonista si trova a dover affrontare all’improvviso. Così inizia il primo dei dodici racconti di questo libro. Dodici storie che a volte si collegano tra loro, in cui i i protagonisti devono gestire un momento di transizione, dimenandosi tra un mondo che cade a pezzi e la fragilità dilaniante dell’io.
Trama
Tre ciotole è una raccolta di dodici storie interconnesse che esplorano il tema delle crisi personali e dei modi per affrontarle. I protagonisti affrontano cambiamenti radicali, come lutto, malattia o la fine di un amore, e utilizzano i “rituali” quotidiani, come quello delle tre ciotole (che simboleggiano corpo, mente e spirito), per trovare una forma di sopravvivenza emotiva.
Si tratta di una raccolta di dodici racconti, narrati sia in terza persona che in prima, in base alla problematica trattata. La narrazione di Michela Murgia è ricca di emozioni vere ed autentiche, e Tre ciotole affronta in modo diretto e semplice la complessità delle relazioni umane, il senso di appartenenza e le tradizioni che plasmano l’essere umano. Con una prosa estremamente evocativa, l’autrice riesce a creare un’atmosfera che invita alla riflessione, rendendo ogni pagina un viaggio interiore in cui il lettore può riconoscersi.
Ricordiamo che ogni storia narra una crisi personale e il rituale specifico che il protagonista adotta per superarla.
Tre ciotole è sicuramente una lettura piacevole, profonda e da leggere con passione e dolore. Michela Murgia è riuscita ad entrare nei pensieri più reconditi e celati dell’animo della scrittrice, facendo riflettere senza essere accademica; la scrittura è scorrevole e dettagliata in alcuni punti ci si riesce veramente ad immergere all’interno delle storie. Ben costruiti anche i personaggi, caratterizzati psicologicamente. Tutti tristi, rifugiati in uno strano silenzio, riflessivi e talvolta privi di voglia di vivere.
Pur non essendo l’opera migliore di Michela Murgia, la sua personalità emerge anche in questi dodici racconti, narrano di situazioni complesse, che sembrano completarsi l’una con l’altra e nelle quali i protagonisti vivono periodi di crisi e affrontano situazioni inattese della loro vita, alla ricerca di cambiamenti radicali o possibili alternative.
A volte si ha la sensazione che alcuni racconti lascino ancora fame di parole, ma forse fa parte della finalità del libro: far sì che il lettore si approcci a temi e storie per poi guardare fatti e mondi da altre prospettive. È come se il lettore fosse costantemente col fiato sospeso, come se corresse verso qualcosa, senza però raggiungerlo mai.
Probabilmente, nel caso di Tre ciotole, si tratta di una scelta narrativa e stilistica dell’autrice sarda, atta a creare suspense e mirata a solleticare l’immaginazione del lettore, che non trovando risposte in ciò che legge, vaga con la mente. Il risultato di tutto ciò è la ricerca di un nuovo equilibrio, alternativo, che possa permettere almeno di sopravvivere, in uno spazio probabilmente diverso da quello conosciuto, pullulante di emozioni e di sensazioni comuni.
Gerardina Di Massa
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