Tutte le forme di violenza non fisica: dalla verbale alla psicologica fino a quella economica

Il mese di novembre porta con sé molte date importanti…tra queste c’è quella del 25 novembre ovvero la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Una data che dà l’avvio anche ai 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere e che si conclude con la Giornata mondiale dei diritti umani del 10 dicembre.
I simboli che celebrano questa giornata vanno dalle scarpe rosse, che da un’idea nata dall’artista Elina Chauvet rappresentano il sangue e il vuoto lasciato dalle vittime, alle panchine rosse, posizionate negli spazi pubblici per sensibilizzare la violenza di genere.
Ma oggi non parleremo di tutte le sfumature di questa giornata fondamentale bensì ci concentreremo su una forma di violenza di cui purtroppo si parla ancora troppo poco: la violenza non fisica.
Perché non solo gli schiaffi, i pugni o i lividi lasciano il segno, ma esistono delle ferite trasparenti che non si vedono a occhio nudo ma che lasciano dentro dei segni profondi.
Ma partiamo con ordine…
Violenza verbale
La violenza verbale è quella che passa attraverso le parole riguardando anche il tono, che può essere minaccioso, insultante o umiliante.
Può sembrare “meno grave”, ma non lo è affatto.
Riguarda principalmente le relazioni amorose ma tocca anche le relazioni amicali, familiari e sí anche quelle lavorative.
Per individuare i segnali di questo tipo di violenza serve fare attenzione ai toni o alle parole che l’interlocutore sta usando mentre parla con noi oppure guardando dentro di noi: le sensazioni di disagio o insicurezza che si percepiscono dopo la conversazione sono una red flag da non dare per scontato!
Tra i comportamenti più comuni che possiamo trovare, abbiamo:
● Il silenzio punitivo: quando, dopo una discussione lieve o intensa, quella persona si offende per una cosa di cui non sei a conoscenza scegliendo successivamente di ignorarti per farti sentire sbagliata o colpevole.
● Le critiche distruttive: sì, le critiche distruttive non costruttive.
A prima vista possono sembrare semplici suggerimenti, ma in realtà sono piccoli attacchi continui all’autostima.
Tra le frasi che si possono sentire troviamo esempi come “non vali niente” o “non fai mai nulla bene”.
● Il sarcasmo o la derisione: ovvero apparenti battute e prese in giro che, nel tempo, logorano la fiducia in se stessi mettendo anche in imbarazzo chi sta parlando.
Tra le frasi che mi vengono in mente possiamo trovare: “Wow, hai fatto davvero presto oggi… dev’essere un record per te.” oppure “Tutto quello mangi oggi a pranzo? Hai intenzione di lasciarne anche un po’ agli altri?”.
Insomma, un tipo di violenza che sembra innocua ma può arrivare anche a forme davvero gravi di abuso.
Violenza psicologica
Andando avanti troviamo la violenza psicologica, nonché la più silenziosa, ma probabilmente la più pericolosa.
Essa mira a controllare la mente e le emozioni della vittima, facendola sentire sempre in errore, inadeguata o dipendente.
Uno dei metodi più conosciuti è la manipolazione: una persona che ti spinge a pensare che tutto ciò che accade sia colpa tua, fino a farti credere di meritare ciò che subisci.
In questo tipo di violenza citiamo anche il fenomeno del gaslighting, non tutti lo conoscono ma è una vera e propria forma di abuso mentale.
Chi la esercita cerca di farti dubitare delle tue percezioni e della tua memoria, facendoti sentire “pazza”, confusa, instabile.
Frasi come “Macché! ti ricordi male tu, non è affatto andata così” o “Sei troppo sensibile, era solo uno scherzo dai!” rientrano benissimo in questa categoria.
E infine restando nella sezione “violenza psicologica” ci sono l’isolamento e la gelosia eccessiva: quando una persona tenta di tagliare i tuoi legami con gli altri o di controllare ogni tuo passo.
Sono tipi di comportamenti che non hanno nulla a che vedere con l’amore, ma con il potere in quanto ti isolano dalla tua rete sociale, chiudendoti nella relazione.
Qui è importante ascoltare cosa dicono le persone che abbiamo vicino a noi, perché uno sguardo esterno può farci vedere ciò che, immersi nella relazione, non riusciamo più a notare.
Violenza economica
Per finire parliamo ora della violenza economica, un tipo di violenza meno discussa e nota ma che pesa tanto quanto le altre.
È una forma di violenza basata sul controllo del denaro o delle risorse materiali.
Può accadere quando una persona ti impedisce di lavorare, decidendo come spendere i tuoi soldi o negandoti l’accesso ai tuoi stessi conti.
A volte può assumere la forma di un ricatto economico, con frasi come ad esempio “se non fai come dico, non ti do i soldi” oppure, in ambito sentimentale “Se mi lasci, resti senza un centesimo”.
In questo modo senza rendersene conto la vittima perde pian piano la libertà e l’indipendenza nella propria vita, ritrovandosi intrappolata in un circolo di dipendenza e di paura.
Per concludere, possiamo affermare che la violenza non è solo quella che lascia lividi sulla pelle, ma è anche quella che lascia cicatrici all’interno, invisibili agli altri ma difficili da guarire.
Riconoscerla è sicuramente il primo passo per spezzare il silenzio e riprendere in mano la propria vita.
Il secondo passo invece è quello di chiedere aiuto alle persone che ci vogliono bene come amici e familiari perché solo aprendoci possiamo rompere davvero l’isolamento in cui la violenza ci chiude.
Dobbiamo tenere a mente che nessuna forma di violenza, né fisica né psicologica, né verbale né economica, potrà mai essere giustificata, e noi abbiamo il diritto di agire per rispetto verso noi stessi.
Giulia Marton
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