C’Mon Tigre: tra istinto e algoritmo, la nuova frontiera del live

Nel panorama della musica live italiana, C’Mon Tigre continua a spingersi oltre i confini tra palco, suono e corpo. Con LUMINA – Immersive Frequencies, il duo, ormai punto di riferimento tra musica, arte e tecnologia, trasforma la dancefloor in un’esperienza multisensoriale: elettronica, strumenti acustici, robotica e arti visive si fondono, anticipando i brani del nuovo album previsto per il 2026. Dopo la première al Robot Festival di Bologna, negli spazi del DumBO, il live ridefinisce il concetto stesso di performance, mescolando musica e installazione in una dimensione percettiva radicalmente nuova.
Il palco come paesaggio sonoro
Al centro della sala, un palco lungo venti metri ospita chitarre, synth, percussioni, xilofoni, batterie e console dedicate alla gestione dei suoni. Il pubblico, dotato di cuffie wireless, è immerso in un audio a 360°, mentre luci, laser e scenografie cinetiche creano un flusso continuo tra performance e installazione.
Cinque musicisti dialogano con un robot percussionista che suona strumenti da diverse culture, mentre sul fondo gigantesche immagini digitali – i metahuman – interagiscono con lo spazio e guidano l’ascolto. Il risultato è un rave rituale: il pubblico esplora liberamente corpo, suono e percezione, tra reale e virtuale.
Tra Africa, Mediterraneo e visioni future
“K//A\K//A” (pronunciato /?ka.ka/), ultimo singolo uscito il 19 settembre 2025, fonde elettronica e acustica in un flusso ipnotico, oscillando tra tribalismo e avanguardia. Il videoclip psichedelico, realizzato da Cosmodernism con animazioni di ferrofluido e inchiostro di Kamil Czapiga, accompagna il brano con montaggio firmato da Marco Molinelli.
Ritmi tra dancehall e afrobeat generano un battito palpabile, mentre la chitarra irradia calore centroafricano. La voce, costruita su parole inventate ispirate allo swahili, evoca un canto rituale quasi sciamanico, trasformando il brano in una celebrazione ancestrale, un invito al ballo e alla connessione.
Con “K//A\K//A”, C’Mon Tigre rinnova il legame con le radici afro-mediterranee, esplorando nuove traiettorie sonore: un ponte tra pulsazioni tribali e groove digitali, tra Africa maghrebina e dancefloor europeo.
Un percorso di continua metamorfosi
Attivi dal 2014, i C’Mon Tigre hanno pubblicato cinque album, tra cui Habitat (2023) e Soundtrack For Imaginary Movie Vol. 1 (2024), confermandosi tra le realtà più innovative della scena contemporanea. Ogni progetto è un esperimento tra suono e visione, materia e digitale.
Con LUMINA, il live diventa un ecosistema tecnologico: un dialogo tra strumenti, robot e pubblico. Non si assiste soltanto, si attraversa. Il futuro del live è ibrido: un rito collettivo tra elettronica, strumenti acustici e arti visive che rompe le barriere tra palco e pubblico, reale e digitale.
E allora, mai come stavolta, “la domanda sorge spontanea”: cosa resta dell’istinto quando la musica si costruisce tra uomo e macchina? L’improvvisazione, l’intuizione e il gesto umano rendono ogni live unico e irripetibile, frutto di un dialogo continuo tra i musicisti e con il pubblico. L’algoritmo può guidare, amplificare e modellare il suono. Ma la magia del live nasce dalla connessione umana, dove musica e intuizione trasformano ogni performance in un rito impossibile da replicare.
Roberta Aurelio
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